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giovedì, Aprile 25, 2024
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#inpiedipersiderno: la verità è rivoluzionaria

Comunicato ufficiale di #inpiedipersiderno.

“Se avete fatto questo siete scorrettissimi”, oppure ancora “Possibile che nessuno sapesse nulla?”. E poi ancora una sequela di insulti: vili, figli di papà, vigliacchi, pagliacci, servi. A leggere i commenti e gli insulti che provengono da chi, fino a qualche giorno fa, condivideva con noi lo stesso campo politico viene da sorridere: strano leggere tutto quest’astio, se c’era l’unione che si professava.

Intanto una premessa: a tutti quelli che sostengono che avrebbero scommesso sulla nostra mancata partecipazione alle elezioni, che se lo aspettavano, che non eravamo pronti, rispondiamo che noi pronti lo eravamo stati un anno fa, nel novembre 2020, quando in un’estate eravamo riusciti a mettere in piedi ben due liste a sostegno di un candidato del gruppo.

Eppure, qualcuno sta provando a raccontare a Siderno ed ai sidernesi un’altra storia: una storia fatta di password, di decisioni improvvise, di abbandoni sull’altare. Una storia in cui dei giovani sprovveduti avrebbero gabbato guru della politica con diverse consiliature alle spalle, mollando tutto e tutti. Eppure, come ama dire qualcuno, i fatti sono ostinati e noi abbiamo deciso di metterveli tutti in fila.

1. EMORRAGIA DI SOSTENITORI. Da novembre in poi, ovvero dal rinvio delle elezioni comunali, sono iniziate tantissime defezioni. Chi più chi meno, per motivi più disparati, hanno abbandonato i gruppi: parliamo di circa 25 persone, per gran parte candidati, che hanno deciso di non sostenere più quel progetto politico e non candidarsi.

Abbiamo detto più volte al candidato sindaco, al “suo” gruppo politico che andava fermata quest’emorragia, abbiamo messaggi, telefonate, mail, screenshot ma nulla di fatto. Erano presenti tutti quelli che oggi parlano di complotto.

2. NESSUNA FUGA IMPROVVISA. Abbiamo deciso di non sostenere il candidato sindaco ed il progetto politico del suo gruppo dirigente, e lo abbiamo comunicato per tempo. Abbiamo fatto, nell’ordine:

– Due assemblee in cui annunciavamo che non ci saremmo candidati. Erano presenti tutti quelli che oggi parlano di complotto.

– Incontri personali in cui abbiamo ribadito la stessa decisione. Erano presenti tutti quelli che oggi parlano di complotto.

– Infinite chat, in cui ribadivamo che serviva un cambio di rotta, e in cui contestavamo tutti gli errori. Erano presenti tutti quelli che oggi parlano di complotto.

– Un’ultima assemblea, il 18 agosto, in cui altre 10 persone circa hanno ribadito la volontà di non candidarsi, dicendo apertamente che quel progetto era finito. Ci era stata promessa una nuova assemblea entro due giorni, niente è stato fatto. Erano presenti tutti quelli che oggi parlano di complotto.

– Il sindaco ha incontrato, senza assolutamente convocarci o coinvolgerci, i suoi “fedelissimi” per verificare le condizioni di sopravvivenza e le prossime mosse. Erano presenti tutti quelli che oggi parlano di complotto.

– Abbiamo tenuto un direttivo dell’associazione, giovedì 26 agosto, alla presenza del presidente, alla quale abbiamo comunicato che ovviamente non era possibile né pensabile utilizzare il simbolo #inpiedipersiderno senza nessuno dei suoi fondatori né esponenti della prima ora. Dovevamo avere risposta in due giorni, non ne abbiamo avuta nessuna. Ne sono informati tutti quelli che oggi parlano di complotto.

– Lunedì, alle 14, riceviamo una convocazione per un’assemblea la sera stessa. Ben consapevoli del fatto che molti di noi non erano a Siderno per impegni pregressi, dalla mattina alla sera.

3. LA DIFFIDA. Abbiamo letto la diffida del presidente dell’associazione: lo stesso presidente che, il 19 agosto, dopo la riunione del giorno prima in cui comunicavamo per l’ennesima volta la nostra volontà di non candidarci lasciò la chat con “la scoraggiante presa di coscienza di non condividere nulla di ciò che avete detto” e continuare a dare al paese un’alternativa di voto. Dunque, è stato il presidente stesso a mollare noi, ed a scegliere una parte. Nessun problema, tanto che ci siamo rivisti in direttivo, ma ci viene strano leggere adesso di diffide ad utilizzare simboli, siti web, pagine social che esistevano ben prima dell’ingresso di queste persone nel nostro movimento.

Le stesse persone che si appigliano allo statuto, sono le stesse che dimenticano che lo stesso statuto dice che le assemblee si convocano con 20 giorni di anticipo. Dunque, non solo la diffida è irregolare ed inesistente, ma lo stesso statuto al quale in questi mesi non ci è mai appigliati li smentisce totalmente. Ma questo chi ci accusa di complotto lo omette.

4. LA COMMISSIONE ELETTORALE. Lunedì in assemblea avremmo dovuto discutere del lavoro di una fantomatica commissione elettorale presieduta dal candidato sindaco: peccato che questo organismo non si era mai riunito, nessuno di noi è mai stato informato ed era stato inserito in questi organi. Erano presenti tutti quelli che oggi parlano di complotto.

Eccolo qui il complotto, dunque. Diteci voi come è possibile raccontare, in maniera così spudorata, il falso; diteci voi come è possibile dire di non sapere nulla se è stato detto in tutte le salse che quella esperienza era finita. Ci sono tutte le date, le chat, i messaggi e le chiacchiere: poi si può raccontare un’altra verità, ma ci vuole coraggio a potersi guardare allo specchio.

Come vedete, non abbiamo abbandonato nessuno all’altare, non ci sono state fughe improvvise. Poi, è ovvio, a qualcuno sui social piacciono gli applausi facili: ma la verità è ostinata e non ammette repliche.

Dunque, come la volta passata, auguriamo a tutti una buona campagna elettorale e non torneremo più sull’argomento, così come in questi giorni non abbiamo risposto personalmente alla sequela di commenti, insulti, fesserie che sono state scritte.

Perché la verità è rivoluzionaria. Non i volantini, non i personalismi, non i mesi passati ad ascoltare persone che cercavano solo un trono da cui parlare. La verità, conta quella. Noi, come detto, saltiamo un turno: non cambieremo casacca, non ci troverete fra i candidati di altre liste, nemmeno indirettamente attraverso familiari o parenti.

E soprattutto, non leggerete da noi insulti personali, contumelie, attacchi gratuiti alle persone ed al loro lavoro. Perché #inpiedipersiderno è un’altra cosa, e ve lo dimostreremo non con le diffide ma con i fatti.

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