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lunedì, Aprile 29, 2024
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La rete e la Calabria vera

L’imprenditore, Nicodemo Librandi, che ha dato vita a un innovativo Museo aziendale dentro una vecchia masseria. Tutto questo evidenzia come il punto di fondo della nostra terra resta sempre quello: come coniugare queste positive nascite di condivisione di innovativi progetti con una narrazione finalmente duratura e continua della Calabria.

In Calabria è nata una rete dei Musei di impresa (ne ha dato notizia nei giorni scorsi questo giornale in prima pagina). Il grande animatore di questa piccola-grande impresa è Nicodemo Librandi, che ha dato vita a un innovativo Museo aziendale dentro una vecchia masseria un tempo abitata da uno dei mezzadri del barone Berlingieri, uno dei grandi proprietari latifondisti dell’epoca che fu.

“La rete che abbiamo varato – dice Librandi, presidente dell’associazione e guida storica dell’omonima azienda vitivinicola – non è rivolta al passato, ma punta a mettere in luce percorsi comuni di attività di ricerca e innovazione. L’impegno per la qualità e l’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente delle otto aziende associate può contribuire, oltre che a riempire i tanti deficit di narrazione della storia del lavoro in Calabria, ad orientare significative traiettorie di evoluzione e slancio verso il futuro”.

Documenti, apparecchiature, reperti e strumenti conservati ed organizzati per la fruizione pubblica rappresentano occasioni preziose per incontrare una pluralità di territori e le peculiarità di vari comparti. Sono, in rete, un itinerario turistico notevolmente attrattivo e contribuiscono a far conoscere meglio una Calabria certamente difficile, ma non per questo estranea ai processi di modernizzazione e a originali percorsi di innovazione e crescita sociale.

Fin qui questa iniziativa lodevole dei privati che avrà anche un sostegno pubblico tramite i GAL (i gruppi di azione locale), ma il punto di fondo della nostra terra resta sempre quello: come coniugare, cioè, queste positive nascite di condivisione di innovativi progetti con una narrazione finalmente duratura e continua della Calabria. Perché se si continua ad ondeggiare tra lamentazioni continue (spesso inutili), ed esagerazioni sulle magnifiche sorti progressive è del tutto evidente che non ci si muove dalla casella di partenza, in una sorta di gioco dell’oca all’infinito con un passo avanti e uno indietro a ritmo quotidiano.

Il ruolo del pubblico, delle istituzioni a vario livello è ovviamente decisivo ed importante, ma se tutti i privati di questa martoriata terra prendessero esempio da quelle otto aziende di cui sopra senza massacrarsi in inutili liti da comari, in piccole e grandi vendette, in antipatie personali, in guerre fratricide il passo in avanti sarebbe enorme e anche indicativo di una direzione di marcia per istituzioni locali e forze politiche. E dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno!

Non sarebbe un miracolo, ma di sicuro un cambiamento di registro significativo. La rete, infatti, si crea e anche si allarga, si cementifica ma si può anche disperdere. Vincere quell’antico detto del calabrese peggiore nemico del calabrese dovrebbe dunque essere il punto di traguardo, che presuppone, però, un cambio di mentalità e di prospettiva. Invece, troppo spesso si leggono, o si sanno senza escano allo scoperto, liti insanabili a livello di odio tra aziende della stessa filiera produttiva in territori piccoli, quando sarebbe necessario l’unione delle forze per vincere tutti. Così come accade in altre parti del Paese, certamente. Ma qui non si tratta di legittima concorrenza, ma di avere una visione comune, un respiro lungo, una marcia da diesel per arrivare al traguardo finale. Com’ è avvenuto e come avviene nelle aree più ricche dell’Italia. Il traguardo, infatti, non può che essere quello di un durevole, vero e lungo cambio di marcia. Quella rete dei Musei d’impresa ci dice che è possibile. Basta semplicemente volerlo.

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