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martedì, Dicembre 10, 2024
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La Sanità buona e l’amarezza

Perché’ in questa benedetta (o maledetta) terra non avviene mai una presa di responsabilità chiara e netta da parte di chi ha il potere di farlo? Il problema non riguarda solo la sanità: è tempo che dalle chiacchiere si passi ai fatti. La fuffa ha fatto il suo tempo, ed il tempo delle parole sulle parole e delle buone intenzioni non le sopporta più nessuno.

Storie di ordinaria bellezza, ma anche di ordinaria sciatteria e non curanza nella nostra bella Calabria. Ne raccontiamo una, ma ne potremmo raccontare un centinaio.

C’è un filo di amarezza nelle parole del professore Ciro Indolfi, primario della Cardiologia del policlinico universitario di Catanzaro; struttura assistenziale di recente assurta all’onore delle cronache per aver preso in carico e curato un 62enne di Leopoli, fuggito dall’Ucraina, dove a causa della guerra non ha potuto sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico eseguito, invece, con esito positivo a Catanzaro dall’equipe del professor Indolfi.

All’emittente calabrese4 LaC Indolfi è stato chiaro: «Questo paziente ci è arrivato attraverso l’università di Bologna – ha spiegato il primario – che aveva un contatto con l’Ucraina. Era un paziente con una malattia coronarica molto severa. Aveva tre coronarie malate, ed era in attesa di un intervento che ovviamente in Ucraina non è riuscito ad effettuare».

Roman il 5 aprile scorso è stato sottoposto ad un intervento di rivascolarizzazione coronarica percutanea con impianto di sette stent coronarici. «La tecnologia che noi abbiamo utilizzato è quella importata in Calabria 20 anni fa con l’utilizzo degli stent. Abbiamo impiantato sette stent coronarici. Abbiamo riaperto una coronaria completamente occlusa e abbiamo trattato le altre due che erano, invece, ostruite. È stato un intervento complicato, ma che effettuiamo di routine qui a Germaneto in Emodinamica».

Tuttavia, vi è amarezza: «Tutto questo – dice Indolfi – è stato ottenuto grazie alla grande professionalità e alla struttura che abbiamo messo in piedi. Bisogna, però, dire con un certo rammarico che la Cardiologia di Germaneto non ha avuto l’attenzione che merita. Infatti, l’Utic è stata adibita a Rianimazione per Covid, non abbiamo cardiologi, abbiamo poco personale. E ciò constatiamo con molto dispiacere perchè abbiamo introdotto in Calabria lo stent coronarico e il trattamento delle valvole cardiache senza bisturi però non registriamo da parte dell’azienda ma anche dall’organizzazione sanitaria regionale quella attenzione che invece noi abbiamo dimostrato essere necessaria per effettuare interventi come questo».

Il professor Indolfi è un’assoluta eccellenza in quel Policlinico. Lo sanno tutti, pazienti e non. Anche chi dovrebbe intervenire ed ha i poteri per farlo, per non fare venire meno e poi svanire questa ennesima fiammella in un panorama buio. La domanda da porsi dinanzi alle chiare parole del professor Indolfi è una sola: perché’ ciò non avviene? Perché’ non ci si attiva subito per inviare personale qualificato di medici, e non solo, in quella struttura? Perché’ in questa benedetta (o maledetta) terra non avviene mai una presa di responsabilità chiara e netta da parte di chi ha il potere di farlo? E lo ribadiamo: ora c’è chi ha il potere di farlo.

E, per chiudere, il problema non riguarda solo la sanità: è tempo che dalle chiacchiere si passi ai fatti. La fuffa ha fatto il suo tempo, ed veramente il tempo delle parole sulle parole e delle buone intenzioni

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