fbpx
venerdì, Aprile 26, 2024
spot_img
HomeIn Primo PianoL’assemblea dei comuni della Locride è morta

L’assemblea dei comuni della Locride è morta

La nostra affermazione può sembrare disfattista, ma probabilmente rappresenta la verità, molto più di altre versioni. Abbiamo sentito il sindaco di Careri, ed abbiamo scoperto che non ha avuto da nessuno l’incarico di convocare l’assemblea. Aspetta, giustamente, che qualcuno gli comunichi il da fare. Infine, dichiara che se la dovesse convocare, lo farà nel rispetto delle regole. Quindi aggiungiamo noi, non si può eleggere il presidente perché nessuno ha versato le quote. Altro che Attila qui sembra proprio la fine o la morte dell’associazione.

Da più parti mi sollecitano un articolo sulla situazione dell’associazione dei comuni della Locride. La nostra voce su questo tema si è sempre distinta rispetto alle altre testate, non fosse altro per la costanza e la speranza con cui ne abbiamo seguito le assemblee. Oltre ad aver fissato nel tempo, con delle copertine (una per tutte “Attila Canturi) che molti ricordano, la stessa storia di questa associazione.

Allora cerchiamo di capire come stanno le cose. Dopo l’ultima assemblea presieduta dal presidente in carica Caterina Belcastro del 9 giugno scorso, pochi giorni prima delle elezioni, con la decadenza della stessa, l’associazione è senza presidente dell’assemblea. Dopo 4 mesi di silenzio noi parliamo di “Sauri Sindaci”, perché non si avevano notizie. Dopo poco si riuniscono e decidono di cambiare lo statuto e poi eleggere il nuovo presidente, in quella sede si dimette Peppe Campisi dalla carica di presidente del comitato. Altri mesi, ma niente. Il buon Bruno Bartolo, come vicepresidente eletto all’unanimità lo scorso anno, convoca una nuova assemblea per la fine di dicembre, in quella sede i presenti ritengono che sia urgente dotarsi di un presidente e convocano una nuova assemblea per la fine di gennaio con unico punto all’ordine del giorno. A gennaio, qualcuno che ha riletto lo statuto, fa notare che l’assemblea è nulla, perché nello statuto non esiste la figura del vicepresidente dell’assemblea, per cui la stessa deve essere convocata dal sindaco più anziano, non come presenze ma come età. In un’assemblea che ha raggiunto il record di partecipanti, 38 e che poteva determinare il futuro dell’associazione si è discusso invece di cavilli e di legalità, senza decidere niente. In questi giorni, dopo che è passato un altro mese, qualche testata ha pubblicato dichiarazioni e date di nascita dei sindaci anziani, come se fosse certo che qualcuno doveva convocare la prossima assemblea. Così questa mattina abbiamo sentito il sindaco di Careri, Giuseppe Pipicella, che da una nostra indagine risulta il più anziano, essendo nato il 1 febbraio del 1941, mentre Cesare De Leo risulta nato il 15 dicembre del 1942. Lo stesso sindaco ci dice che è stato informato dell’esito dell’ultima assemblea dal vicesindaco Caminiti, ed è dispiaciuto perché evidentemente questa associazione non sta passando uno dei suoi momenti migliori, visto che lui ne faceva parte molti anni addietro. La cosa, che però ritengo curioso, cambia il senso della telefonata è il fatto di dichiarare che non sa se spetta a lui convocare l’assemblea, visto che ufficialmente non ha nessun documento. Anzi da vecchio politico si è voluto informare sullo stato della stessa associazione e sul vero statuto. Ed ha scoperto che: l’ultimo legale rappresentante era Giuseppe Strangio che era il presidente del comitato nel 2013, poi ci sono stati Rosario Rocca e Peppe Campisi appunto. Che negli stessi anni c’è stata la discussione guidata da Giovanni Calabrese, che richiese la votazione per licenziare o sospendere non ricordo bene dalla loro funzione per l’associazione i signori Giuseppe Nicita, che faceva il segretario verbalizzante; Pino Curciarello, che faceva il contabile; e Totò Sanci che teneva registri carte e archivio dell’associazione. Licenziati, perché l’associazione non aveva soldi e doveva risparmiare quei pochi soldi con cui rimborsava i tre sopra citati. Vicenda che tra l’altro sta seguendo un iter legale. Ultimo problema, i soldi. Da quel momento in pratica, l’assemblea non ha più raccolto le quote annuali versate dai singoli comuni. Per cui se si dovesse riunire l’assemblea per votare il presidente non si potrebbe fare, a causa dell’assenza di legalità. Per cui, aggiungiamo noi, fine della storia. Si chiude in questo 2023 la gloriosa storia dell’Associazione dei comuni della Locride.

- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
ARTICOLI CORRELATI
- Spazio disponibile -

Le PIU' LETTE

- Spazio disponibile -