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sabato, Luglio 27, 2024
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Lavoro: il 22 per cento dei giovani italiani sono disoccupati

Uno studio di Confcommercio evidenzia come tra il 2000 e il 2019, i giovani occupati tra i 15 e i 34 anni sono diminuiti di 2 milioni e mezzo, mentre nello stesso periodo è aumentata la quota di quelli che non lavorano e non cercano un’occupazione, dal 40% al 50%. 

Tra il 2004 – 2019 inoltre si riducono di oltre un quarto i giovani lavoratori dipendenti, 26,6% ma non va bene neppure per chi sceglie di lavorare in proprio. Risultano infatti più che dimezzati gli indipendenti, -51,4%) e in drastico calo, -156mila. le imprese giovanili, in compenso sono 345mila giovani espatriati negli ultimi 10 anni.

Confcommercio paragona la situazione in Italia con quella degli altri paesi, negli ultimi vent’anni in Germania, a differenza del Bel paese, i giovani occupati sono diminuiti dieci volte di meno (-235mila contro 2,5 mln); i Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non si formano) nel nostro Paese fanno segnare un record europeo arrivando, prima della pandemia, a 2 milioni, pari al 22% dell’intera popolazione di quella fascia d’età (in Spagna sono il 15%, in Germania il 7,6%).

“È evidente – afferma Confcommercio – che la questione demografica e quella giovanile rischiano di indebolire ulteriormente il Paese, anche considerando che nel solo 2019, in Italia, circa 245mila ricerche di lavoro da parte delle imprese sono rimaste senza esito per mancanza di profili professionali adeguati. Ad un quadro così problematico una risposta efficace potrà venire dall’attuazione di quanto è previsto nel PNRR, che ha come priorità trasversali le donne, i giovani ed il Sud, ma per rilanciare l’imprenditoria giovanile e, in generale, l’occupazione delle  giovani generazioni sicuramente occorrono meno tasse e burocrazia e politiche più orientate a ridurre i gap di contesto: microcriminalità, logistica, formazione del capitale umano. Il sostegno alle imprese giovanili rende più robusta, diffusa e duratura la crescita economica. Per questo è fondamentale utilizzare al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinate ai giovani, soprattutto per quanto riguarda formazione, incentivi e semplificazione burocratica”.

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