Considerare la politica come causa di tutti i mali del cittadino è un luogo comune ormai troppo abusato. C’è la classe dei burocrati, inopinatamente intoccabile, che governa da tempo immemore le nostre città e che, soprattutto alle nostre latitudini, produce solo disorganizzazione e mala amministrazione. A Reggio la situazione è resa drammatica dal livello bassissimo di competenza di dirigenti e funzionari, che genera atti, delibere e provvedimenti destinati inevitabilmente a clamorosi insuccessi e rovinosi (per l’amministrazione) contenziosi.
Nella nostra città si è superata la fase UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici) che contraddistingue le amministrazioni delle altre città, qui siamo da anni nella fase UPAF (Ufficio Produzione Atti Fallimentari); potrei citare centinaia di esempi ma mi limito ai più eclatanti: la gara per la raccolta dei rifiuti che ha prodotto un allucinante contenzioso tra la Teknoservice ed Ecologia Oggi, la realizzazione di un ponticello sul Calopinace a completamento del Waterfront sud, che per ben due volte è stato progettato con errori grossolani che hanno prodotto un grave dispendio di risorse, la gara per la gestione del Grand Hotel Miramare, la gara per il Lido Comunale, la gara per i parcheggi sotterranei a Piazza Garibaldi, la gara per la ristrutturazione del Corso Garibaldi e Piazza Duomo (l’impresa che ha realizzato i lavori ha dichiarato al mio microfono di vergognarsi dell’opera compiuta avendo dovuto seguire le indicazioni degli uffici comunali), la gara per il completamento del Tapis roulant e tutte, e dico tutte, le gare e le progettazioni delle opere del Decreto Reggio i cui cantieri sono desolatamente fermi da anni; è di questi giorni, per finire, l’allucinante bando dei tanto attesi concorsi comunali con la follia della procedura da remoto che, come bene ha detto la sen. Tilde Minasi “arricchiranno il Comune solo di ricorsi, contenziosi e speranze tradite”.
Nonostante ciò, lor signori stanno inchiavardati alle loro poltrone (alcuni da oltre vent’anni) e non temono minimamente di dover rispondere delle proprie malefatte, anzi si aggiudicano annualmente premi e riconoscimenti in base al ciclo delle performance con la definizione e l’assegnazione degli obiettivi raggiunti, sulla base di valutazioni e rendicontazioni che scaturiscono da parametri valutativi che loro stessi si auto-stabiliscono ad ogni inizio d’anno.
Max Weber aveva cercato di spiegarci che la burocrazia, non è il male assoluto ma “lo strumento fondamentale di governo delle politiche pubbliche di uno Stato moderno e che da essa, non solo non si può prescindere, ma – ben di più – si genera l’indispensabile volano di crescita economica e civile di una comunità, nonché di innovazione tecnologica”; dando per assodato questo concetto si giunge, sillogisticamente, ad individuare i veri colpevoli dello sfascio in cui versano le città del Mezzogiorno d’Italia, Reggio Calabria in primis.
rev. Frank