Una mattinata all’insegna della donazione, quella vissuta dai ragazzi del Liceo Scientifico Zaleuco, sede centrale del Polo Liceale “Zaleuco – Oliveti – Panetta – Zanotti”, guidato dalla Dirigente Carmela Rita Serafino, che, giorno 5 Marzo, in tanti hanno donato il sangue all’interno dell’autoemoteca nel cortile della scuola, messa a disposizione dall’AVIS di Locri.
All’iniziativa era presente il Presidente dell’AVIS Vito Aversa ed Enzo Schirripa, il tutto seguito dal responsabile dell’attività professore Marco Gliozzi. Gli studenti erano stati precedentemente sensibilizzati attraverso un incontro tenutosi a scuola a fine Gennaio, in cui il Presidente Aversa aveva spiegato l’iter della donazione e l’importanza di donare, che arricchisce se stessi a livello valoriale e salva il prossimo da tante patologie, perché la salute è una responsabilità sociale, che deve coinvolgere tutti i cittadini.
Le nuove generazioni sono, spesso, additate come disorientate, senza punti di riferimento morali, ma ancora vantano comportamenti capaci di suscitare empatia verso l’altro. Donare è un modo per instaurare un rapporto di scambio e reciprocità tra due o più persone. E’ la solidarietà che si manifesta tra i componenti di una famiglia, nella cura degli ammalati, nel donare il sangue. Come dice Mauss: “Il donare crea legami relazionali, personali e sociali, ed ha forti implicazioni sullo sviluppo dell’umanità, all’insegna della libertà senza costrizioni”. Nello specifico, donare il sangue porta ad una certa soddisfazione personale, che non ha eguali, e per un adolescente questo è fonte di autostima e rapporto positivo con il mondo, senza filtri digitali, senza ostentare l’io fino ad autodistruggersi, solo per avere un accenno di considerazione.
I gesti semplici e diretti, quelli cambiano veramente il mondo. E donare il proprio sangue, per la salvezza di qualcuno, è così straordinariamente semplice e istintivo. Fa comprendere come gli esseri umani sono connessi tra loro, la mancanza di uno può essere colmata dall’altro in un rapporto compensativo. Se si facesse riferimento al legame profondo di un essere umano con un altro essere umano, e non alle differenze esteriori ed effimere, non ci sarebbero conflitti, soprusi, violenze. Quello che i ragazzi hanno compiuto non è stato un atto ordinario e banale, ma un’azione incisiva, non solo per se stessi, ma anche per il futuro della donazione del sangue, che necessita di un cambio generazionale e di esempi concreti che possano incitare, consapevolmente, i giovani a seguire la stessa strada. “Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare” (Madre Teresa di Calcutta)