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lunedì, Aprile 29, 2024
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L’inciviltà politica davanti la morte di Berlusconi

Una settimana fa, moriva Silvio Berlusconi. Membri delle istituzioni pubbliche hanno rifiutato di offrire un minuto di silenzio per onorare la sua persona. Alla fine, c’è da chiedersi quale credibilità abbiano uomini politici che, tutelati da egocentrismo protagonista, promettono programmi di cambiamento ai vivi, quando non concedono rispetto ai morti? 

Matteo Lo Presti

Che aspettarsi dalla inciviltà politica di uomini che “pascolano” nelle istituzioni pubbliche e hanno rifiutato di offrire un minuto di silenzio per onorare la persona di un uomo politico ancorché molto discusso come Silvio Berlusconi?

È accaduto nel consiglio comunale di Genova e nel consiglio regionale della Liguria.

Membri dell’opposizione PD si sono rifiutati di onorare con un minuto di silenzio l’ex presidente del consiglio. La maggioranza di destra ha allora abbandonato l’aula.

Una criticabile scelta di libertà in pesante conflitto con l’equanime rispetto degli avversari politici. Rosy Bindi con saggezza e rispetto umano, ha fornito una riflessione sulla quale meditare. Le era stato chiesto “Lei ricorda quando Berlusconi in un dibattito televisivo le disse “Lei è più bella che intelligente?” L’onorevole Bindi rispose “Guardi che io non sono una donna a sua disposizione “ a confermare il doveroso rispetto che deve essere porto a qualsiasi donna”. Poi l’intervistatore chiede sempre alla onorevole già DC “Cosa prova di fronte alla morte del suo avversario politico?” E la Bindi con candida serenità “Un sacerdote tedesco mi ha insegnato che i defunti sono tutti nostri fratelli”.

Davanti al popolo del movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in una piazza di Roma con toni squallidamente moralistici ha urlato “Non sono andato ai funerali di Berlusconi perché non sono ipocrita”.

Frase che pur sottoposta ad analisi socio-linguistica risulta composta da un esibizionismo intento a raccogliere cinismi elettorali, piuttosto che approfondire o meglio separare valutazioni politiche da rispetto umano.

La storia dell’umanità è ricca di barbariche manifestazioni di brutalità, ma perché non rileggere le pagine dell’Iliade nelle quali Omero racconta della morte di Ettore sopraffatto in combattimento dalla potenza semidivina di Achille?

Il vecchio re Priamo, padre del difensore di Troia, si reca dall’acerrimo avversario per chiedergli che gli venga restituito il corpo del figlio.

Achille, da quello che si legge in alcune della più belle pagine della letteratura mondiale, accoglie Priamo con deferenza e fa lavare e ungere con olio e rivestire di una bella tunica il cadavere di Ettore, perché il vecchio padre possa posarlo su un carro pulito. “Ti è reso il figlio, o vecchio come hai pregato, è steso nel feretro all’apparire dell’aurora lo porterai via. Ora pensiamo alla cena. Poi piangerai il caro figlio ricondotto in città. Ti costerà molto pianto. Sospenderò la guerra per tanto tempo quanto ti servirà per pregare”. È il capitolo XXIV dell’Iliade che si conclude “così onorarono la sepoltura di Ettore domatore di cavalli”.
La morte è un evento che non lascia indifferente la comunità. La comunità reagisce alla propria inquietudine  e si libera dell’angoscia della morte ,dedicata al rispetto della persona scomparsa, celebrandola. Si chiede in una società matura solo una tregua di raccoglimento e che il dolore possa essere dedicato alla memoria dello scomparso. Perché dimenticare Padre Cristoforo che nel romanzo di Manzoni “I Promessi Sposi “nel Lazzaretto assiste agli ultimi momenti del feroce don Rodrigo, suo antico persecutore?

Si tratta di considerare quanto uno scialbo bellicismo avulso dalla realtà dei fatti, commetta l’errore funesto di innalzare a ideale l’istinto primordiale di aggressività dell’uomo.

Alla fine, c’è da chiedersi quale credibilità abbiano uomini politici che, tutelati da egocentrismo protagonista, promettono programmi di cambiamento ai vivi quando non concedono rispetto ai morti? Thomas Mann scriveva “Il disprezzo come espressione di inimicizia è molto stolto, perché i nemici sono l’accompagnamento necessario e probante di una vita che cammina sulla via della civiltà. Non odia i propri avversari li vuole anzi migliorare, salvare .Il bellicismo barbarico non  stimola novità e apre scenari lontani da valori che ci facciano dimenticare che nulla è più  pericoloso e incivile che conservare impietose e crudeli abitudini umane” .

Chi ritiene di assolutizzare i comportamenti, come sapienza universale è uno sciocco che ripete come verità assolute luoghi comuni acritici e idee antiquate.

 

 

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