Oggi desidero parlare di un tema che mi sta particolarmente a cuore: la legalità.
Vivo nella Locride, in Calabria, una terra meravigliosa ma difficile, in cui troppo spesso il malaffare, la delinquenza e la cosiddetta “onorata società” dominano la scena. Eppure, chi come me è cresciuto in una famiglia sana, che ha sempre rispettato le regole, continua a credere con orgoglio e dignità nella forza della legalità.
Un amico, con amara ironia, mi diceva: “La Locride è come un serpente che si morde la coda: la legalità qui si predica tanto, ma si pratica poco.” E forse aveva ragione.
Vorrei partire dal mio ambito, quello dell’editoria e del giornalismo. Un settore che, purtroppo, sembra spesso privo di regole, dove chiunque può svegliarsi al mattino e decidere di fare “il giornalista” senza alcuna competenza o autorizzazione.
Proprio la scorsa settimana ho letto di una TV, impegnata a trasmettere in diretta una messa a Gioiosa Jonica su un canale YouTube. Dopo aver fatto qualche verifica, non risulta alcun editore registrato con quel nome, nessun direttore responsabile iscritto al Tribunale di Locri, nessuna posizione fiscale attiva. Tutto completamente abusivo. E nonostante ciò, persino la Chiesa concede lo spazio per trasmettere. Questa sarebbe la legalità?
Nel frattempo, la Giunta Comunale di Siderno, promuove due borse di studio in memoria di Gianluca Congiusta, ucciso barbaramente il 24 maggio 2005. Un’iniziativa nobile, certo, ma che si apre con numerose imprecisioni.
Durante l’evento si legge un racconto, di cui non sono riuscito a capire nemmeno l’autore, in cui si dice che Gianluca fu ucciso di mercoledì. Mi dispiace, ma era martedì e io ero lì, insieme a Donatella, dietro i nastri della Polizia, nella strada. Nel testo si cita anche una finale di Champions League del Milan che fu il giorno successivo: un dettaglio fuori contesto. In un’altra pubblicazione legata a Libera, si parla di un “maggiolino giallo” a bordo del quale Gianluca si trovava. Falso. Gianluca guidava la sua BMW. Quel maggiolino giallo lo aveva acquistato il padre, Mario. Le bugie possono rendere una storia più poetica, ma ne distruggono la verità. Le bugie fanno perdere la fiducia della gente nelle istituzioni. Il fatto poi che l’assessore alla cultura di questa amministrazione, insieme alla sorella, non rivolga il saluto al sottoscritto per risposta ad un articolo di critica, completa il cerchio sulla legalità e le bugie.
Il comunicato dell’iniziativa, ma anche quelli di Siderno 2030, è stato inviato ed è riportato anche su un sito web, che non è editore, ne è registrato al tribunale come testata, curato da un certo personaggio di Siderno, che non è né giornalista né editore, ma si occupa – ironia della sorte – proprio di eventi sulla legalità. A questo punto, mi viene spontaneo chiedermi: di quale legalità stiamo parlando?
Lo scorso mese un lettore ha sollevato dubbi legittimi sulla raccolta fondi della “Partita del Cuore”, promossa dalla fondazione Le Colonne di Ercole. Nessuna risposta. L’associazione Angela Serra ha scelto il silenzio. Neppure l’attore Antonio Tallura, coinvolto nell’iniziativa, ha voluto chiarire pubblicamente la destinazione dei fondi raccolti.
E così aspettiamo. Aspettiamo la legalità.
Come foto per questo articolo ho scelto un manifesto che scrissi la mattina dopo l’omicidio di Gianluca, persona a me cara, quel manifesto viene citato spesso nei racconti che si fanno ma l’autore è sempre rimasto ignoto, perché, secondo me i gesti vanno fatti non annunciati.
Nei giorni scorsi ho conosciuto il nuovo dirigente della Polizia di Stato di Siderno, mi è sembrata una persona attenta e preparata, spero che gli facciano leggere questo articolo ed inizi a capire bene la situazione di questo paese, come faceva molti anni fa il suo grande predecessore Giuseppe Gualtieri.
Legalità è una parola grande, pesante. Ma non è uno slogan, è un comportamento quotidiano. Non basta parlarne. Bisogna viverla, rispettarla, praticarla.