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L’Organizzazione: primo periodico comunista in Calabria

Uno dei primi periodici comunisti fu L’Organizzazione – Giornale dei Comunisti della Calabria, il cui primo numero, stampato tipografia Fabiani di Gerace, uscì a Roccella Jonica il giorno di sabato 20 marzo 1921 a cura dell’avvocato Eugenio Bova, che era il responsabile. Il settimanale, comunque, tendeva a mettere in risalto l’attività comunista,  gli incontri ed i congressi che il partito organizzava in Calabria.

La scissione del Partito Socialista al congresso di Livorno nel marzo del 1921 determinò la nascita di un nuovo partito della sinistra italiana: il Partito Comunista d’Italia.

Anche in Calabria sorsero le prime sezioni del Partito Comunista d’Italia, a sostegno delle quali vennero pubblicate delle testate giornalistiche.

Uno dei primi periodici comunisti fu L’Organizzazione – Giornale dei Comunisti della Calabria, il cui primo numero, stampato tipografia Fabiani di Gerace, uscì a Roccella Jonica il giorno di sabato 20 marzo 1921 a cura dell’avvocato Eugenio Bova, che era il responsabile. Il giornale era settimanale, difatti usciva ogni sabato; una copia costava £. 0,20; la tiratura era di 250 copie.

Quale voce dei comunisti jonici, L’Organizzazione aveva come fine quello di promuovere il nuovo partito e diffondere le idee che sostenevano il suo operato.

Nell’editoriale pubblicato sul primo numero si legge:

Anche in Calabria il Partito Comunista prende posizione e guadagna la fiducia e la simpatia delle masse Il nostro giornale.

A poche settimane di distanza dalla scissione di Livorno, è sorto e costituito il Partito Comunista d’Italia destando sincero entusiasmo tra la parte più evoluta e consapevole delle masse lavoratrici: particolarmente risoluti e fervidi si manifestano gli sforzi dei giovani compagni e degli operai e contadini ansiosi di inquadrarsi in una veramente razionale organizzazione, destinata ad imporsi rapidamente ed a trionfare contro tutti i nostri avversari.

Tanto più si sente la necessità di poggiare a sinistra in quanto si vede ogni giorno maggiormente accentuata l’orgia confusionaria dei socialdemocratici unitari, i quali deposto finalmente ogni pudore politico, entrano a bandiera spiegata in quello stesso osceno blocco così accesamente combattuto nelle elezioni politiche del 1919, e dal comizio al giornale, dall’organizzazione sindacale alla dimostrazione di piazza, tutto fanno tendere alle più basse finalità elettorali.

Non sono che di ieri le romanze cantate dai giornaletti rossi della provincia per i raduni di ignari ed illusi contadini, condotti a passeggio da esponenti riformisti, combattenti ed unitari in meravigliosa combutta che non sorprende né intimorisce più alcuno e meno di tutti la borghesia che ha interesse di assorbirli.

Di codesto opportunismo rifo-unitario, le nostre masse lavoratrici ne sono ormai arcistufe e anelano di riprendere il loro posto di battaglia attorno alla bandiera dell’Internazionale, a fianco dei loro fratelli proletari.

Dovere imprescindibile dunque, dei comunisti che stanno all’avanguardia del movimento rivoluzionario è di volgersi direttamente alle masse portando loro la parola sincera e disinteressata che restituisce la fede.

È necessario organizzare il movimento ed inquadrare le forze vive ed attive della rivoluzione, per salvarle tenendole immuni dalla insinuazione meno appariscente, forse, ma più tenace, più subdola, e quindi più pericolosa dei socialisti rifo-unitari, i quali avendo perduto la visione esatta della gravità del momento, non hanno più alcuna influenza nella massa lavoratrice e tentano di infiltrarsi sul terreno sindacale per notori scopi opportunistici.

A questa opera di lealismo e di educazione politica noi sentiamo di dovere conferire ogni sforzo e sacrificio, dedicando questo giornale che vuole essere, senza iattanza né falsa modestia, il più rapido veicolo delle idee e un faro mobile per illuminare il proletariato sul cammino affannoso della sua redenzione.

Sempre in prima pagina, un articolo dal titolo Unitari e Comunisti a firma di Pasquale Tassone affrontava la questione relativa alla scissione di Livorno.

La seconda e la terza pagina del primo numero erano dedicate al “manifesto ai lavoratori d’Italia, stilato dal comitato centrale del Partito Comunista d’Italia”, con il quale il partito si presentava ai proletari e lavoratori italiani e dava chiarimenti su come si era costituito.

Altri articoli riguardavano la costituzione di sezioni comuniste, oltre quella di Roccella Jonica, come la sezione di Brancaleone, costituita il 13 marzo 1921.

Il numero 2°, uscito il 2 aprile 1921, attaccava il Fascismo e l’attività fascista in Calabria.

Tra le rubriche presenti nel giornale vi erano: quella relativa agli eventi politici e sociali di Roccella Jonica, già presente nel primo numero; la rubrica “Corrispondenze”, dov’erano pubblicati gli articoli inviati dai vari corrispondenti dai paesi calabresi, tra cui: Melito Porto Salvo, Brancaleone, Bivongi, Canolo, Siderno, Portigliola, Gerace.

Il settimanale, comunque, tendeva a mettere in risalto l’attività comunista e gli incontri ed i congressi che il partito organizzava in Calabria.

Mimmo Romeo

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