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venerdì, Maggio 3, 2024
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Lucca: niente via a Sandro Pertini, l’Anpi non ci sta

Lo Presti ci parla della decisione di Lucca di non intitolare una via a Sandro Pertini e ci offre le proprie considerazioni in merito.

Matteo Lo Presti

“Non è il presidente della Repubblica che vi parla, ma il compagno Sandro Pertini” Nella sala chiamata dei lavoratori della Compagnia Unica nel porto di Genova, nel 1981, rimbombò un applauso di molti minuti dalle mani di un migliaio di militanti del PCI.

La grande umanità che agitava il fascino e il coraggio del ”presidente più amato dagli italiani” ancora una volta aveva toccato il cuore delle maestranze. Quello che è accaduto a Lucca, città nella quale la maggioranza del consiglio comunale ha bocciato l’idea di dedicare a Pertini una via, è la conseguenza di una incapacità tutta italiana di esaltare i valori della democrazia e di tenere a bada i rigurgiti della infame dittatura fascista e dei suoi epigoni. Pare di sentirli Salvini, La Russa, la Meloni, Durigon nascondersi dietro il fatto che questa è una decisone “democratica” di un consiglio comunale eletto “democraticamente”. Ormai i confini della decenza sono stati superati. Non si fa politica con i dispetti. Pertini ha onorato il Paese e pochi politici che non amano la libertà ne dimenticano e ne disonorano la testimonianza. Ieri i presidenti dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (Anpi) hanno deliberato di organizzare una grande manifestazione a Lucca per difendere il patrimonio di valori che Pertini ci ha lasciato e che gli orfani del fascismo non vogliono riconoscere. Fu Pertini, al suo ritorno nel 1929 dall’esilio in Francia, arrestato a Pisa per merito di una spia fascista, condannato a quattordici anni di carcere, salutati dopo avere udito il verdetto del Tribunale speciale, al grido “Viva il socialismo e abbasso il fascismo”. I carcerieri gli saltarono addosso furenti, turandogli la bocca fino a soffocarlo. Ogni sera, riponeva i pantaloni della divisa sotto il materasso, perché voleva esaltare la propria dignità di uomo di fronte ai servi- guardiani.

Ufficiale nella Prima guerra mondiale dopo avere manifestato la sua posizione di “non interventista” si guadagnò per il suo eroismo la medaglia di argento che gli fu consegnata solo nel 1985, essendosi opposte, alla fine della guerra le autorità militari al riconoscimento. Minato dalla tbc la madre chiese istanza di grazie. Rispose Pertini “mamma con quale animo hai potuto fare questo?”. E al presidente  del Tribunale scrisse” Non mi associo  a tale domanda,  perché macchierei la mia fede politica che più della mia stessa vita mi preme”. Nel carcere di Turi a Bari fu di conforto a Gramsci, emarginato dai compagni del PCI per le sue posizioni ostili a Stalin. Liberato dal carcere ebbe a dire che la Resistenza non iniziava dall’8 settembre’43,bensì dal 1921,data dell’ascesa di Mussolini .I partiti proletari, realizzarono l’unità che portò a scrivere la pagina del nostro secondo Risorgimento”.

Arrestato a Roma insieme a Saragat, fu fatto fuggire da Regina Coeli dall’intrepido Giuliano Vassalli. Dal CLN di Milano autorizzò la fucilazione di Mussolini. Le tappe del dopoguerra sono significative e spiegate come il romanzo della sua vita nel volume “Sandro Pertini, combattente per la libertà” a cura di Carretti e Degl’Innocenti, ed. Lacaita curato nel 1996, centenario della nascita di Pertini. Fu eletto con la più alta maggioranza parlamentare alla guida del Paese

Fu il portafortuna italiano nella vittoria del mondiale’82. Chiese scusa a Dino Zoff per avere male giocato a scopone. Aveva detto ai giovani” fate che la vostra vita sia illuminata dalla luce di una nobile idea”

Fu ambasciatore di pace e democrazia in tutto il mondo e per questo fu universalmente stimato e amato. Chi amministra Lucca non ha reso un buon servigio ad un cittadino esemplare. Ha solo immerso nel fango la propria scelta. Ricordino gli appelli perentori e retorici del Mussolini tiranno “Spezzeremo le reni alla Grecia” “Fermeremo gli alleati sulla linea siciliana del bagnasciuga”, “La Valtellina sarà il nostro ultimo baluardo”, “Occorrono 5mil morti da buttare sul tavolo della pace”, Solo in Russia gli alpini morti furono centomila. E mascherato, elmetto e cappotto tedesco, fingendo di dormire o di essere ubriaco, cercava di scappare oltre frontiera nell’aprile del 1945. Il partigiano che a Dongo lo scoprì disse soltanto “Tel chi el crapun (Ecco qui il testone)”.

Il popolo italiano sia avviava verso un percorso di pace e di libertà. Non si tornerà indietro. Lucca avrà la sua strada intitolata al socialista Sandro Pertini.

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