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Madrine di ‘Ndrangheta: Federica Iandolo racconta delle donne della ‘Ndrangheta

Madrine di ‘‘ndrangheta è il nuovo libro di Federica Iandolo, con la prefazione di Anna Sergi. Lunedì 23 settembre alle 17,30 si è tenuta la presentazione del libro in cui l’autrice ha dialogato con note associazioni ed esperti che si occupano di storia della criminalità organizzata. Tra questi la sezione Anpi Nilde Iotti, la rappresentanza della Città Metropolitana, il Cuore di Medea, l’Istituto Arcuri e l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri. L’iniziativa è stata promossa in occasione della ricorrenza del XX anniversario della morte di Massimiliano Carbone, ucciso dalla mafia.

C’è ormai una discreta letteratura sul tema che è stato declinato in varie forme: non solo libri ma anche cinema, mostre, convegni. Il ruolo delle donne nella ‘ndrangheta è stato ed è particolare e significativo per i suoi risvolti e la sua incidenza, ha subito un’evoluzione nel tempo, adattandosi alle trasformazioni dell’organizzazione criminale ma rispondendo anche ad una visione antropologico-culturale delle ‘ndrine.

Il rapporto tra le donne e la ndrangheta merita un approfondimento aperto perché tante sono le sfumature e tante, dunque, le chiavi di lettura.  In occasione della ricorrenza del 20° anniversario della morte di Massimiliano Carbone, proprio per mano della locale criminalità organizzata di Locri, la sezione Anpi Nilde Iotti di Reggio Calabria, la Città Metropolitana, l’Istituto Arcuri, l’Associazione Cuore di Medea, l’Istituto nazionale Ferruccio Parri organizzano la presentazione del libro di Federica Iandolo, con la prefazione di Anna Sergi, presso la biblioteca Gilda Trisolini di Palazzo Alvaro, lunedì 23 settembre alle ore 17.30. Converseranno con l’autrice il Consigliere delegato alla cultura Filippo Quartuccio, Patrizia Gambardella, Presidente della sezione Nilde Iotti, Nuccia Guerrisi, Direttrice Istituto Arcuri, Liliana Esposito Carbone, mamma di Massimiliano Carbone.

L’iniziativa vuole analizzare il fenomeno per sviluppare consapevolezza e, dunque, contrasto socio-culturale allo stesso; convinti che solo una forte e radicale emancipazione da un sistema subculturale malato possa contribuire a ricondurre le nostre comunità ai valori di giustizia sociale, mutualità, difesa delle fasce deboli e promozione del rispetto della persona e dei suoi inviolabili diritti.   

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