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Mandamento jonico: uscite le motivazioni

Sono uscite le motivazioni del processo di appello del filone dell’abbreviato depositata nei giorni scorsi del processo denominato “Mandamento Jonico”. Con 1371 pagine i giudici, della Corte di appello di Reggio Calabria, hanno confermato in gran parte il quadro probatorio emerso dalle indagini coordinate dalla Procura Distrettuale antimafia di Reggio Calabria che, nel luglio 2017, ha portato all’arresto di 168 persone a seguito dell’operazione eseguita dai Carabinieri del Ros sulla scia dell’operazione “Reale” e sulle dinamiche sfociate in diverse informative tra le quali “Eirene” e “Blu Notte”, che hanno coinvolto diverse realtà territoriali provinciali reggine. Nel maxi processo sono state confermate le 29 condanne, seppur con pene riformate rispetto a quelle disposte dal gup distrettuale in prima battuta, e quattro assoluzioni piene.

Uno dei punti fermi della motivazione: “I dati rendono evidente che la ‘ndrangheta del Mandamento Ionico, unita sotto l’autorità̀ della Provincia e del Crimine, operasse in piena sinergia e le armi reperite da un gruppo criminale divenivano a disposizione della mafia della zona tirrenica, così come di quella jonica senza soluzione di continuità̀ tra i clan mafiosi aderenti al maggior sodalizio già̀ nei processi “Il Crimine” ed “Infinito” individuat”.

E ancora, hanno scritto i giudici: “Un procedimento che costituisce lo sviluppo e la rielaborazione critica di una serie di prove di natura tecnica, già in possesso degli inquirenti da molti anni e tratte in via principale dai processi celebrati in questo distretto e meglio conosciuti come Crimine e Reale, che sono state esaminate con un certo ritardo, essendo state costituite da una mole davvero impressionante di intercettazioni telefoniche ed ambientali, alcune delle quali in precedenza non erano mai state prese in considerazione”.

Attraverso il riascolto e l’analisi di tante intercettazioni captate all’interno dei “fortini” dei boss, in particolare nella lavanderia del “Mastro” Giuseppe Commisso, a Siderno e la casa a Bovalino, di Giuseppe Pelle, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire le dinamiche criminali di una porzione di Calabria che lega, attraverso la costa jonica, il Capoluogo alla Locride. Reggio e Africo, Locri, Platì, San Luca, Bova, e Melito.

Condannati

Pasquale Aligi 9 mesi e 10 giorni (pena sospesa)
Pietro Casili 8 anni
Antonio Cataldo (cl. 64) 3 anni 10 mesi
Antonio Cataldo (cl.56) 20 anni 8 mesi
Francesco Cataldo 25 anni 2 mesi
Andrea Floccari 8 anni
Renato Floccari 11 anni
Attilio Giorgi 11 anni
Alberto Latella 12 anni e 4 mesi
Candeloro Lia 9 anni
Giorgio Macrì 9 anni
Saverio Maisano 11 anni
Domenico Antonio Moio 11 anni 4 mesi
Giuseppe Morabito 12 anni
Rocco Morabito 14 anni
Domenico Nucera 8 anni
Francesco Pangallo 11 anni 4 mesi
Vincenzo Pedullà 11 anni 8 mesi
Rocco Perre 13 anni 2 mesi
Francesco Raschellà 12 anni
Antonino Romeo (cl. 84) 3 anni
Antonio Leonardo Romeo (cl. 82) 8 anni
Stefano Romeo 8 anni 8 mesi
Francesco Trimboli 5 mesi 10 giorni (pena sospesa)
Leonardo Ursino 4 anni
Salvatore Ursino (cl. 47) 8 anni 8 mesi
Bruno Zucco 12 anni 8 mesi
Domenico Zucco 10 anni
Leonardo Zucco 7 anni 2 mesi

Assolti

Pasquale Barbaro
Giovanni Andrea Cuzzilla
Giuseppe Mammoliti
Lorenzo Domenico Stelitano

 

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