Si è conclusa la fase dibattimentale del maxiprocesso “Eureka”, che vede alla sbarra 81 imputati, accusati a vario titolo di far parte di una rete criminale riconducibile alla ‘ndrangheta di San Luca, attiva nel narcotraffico internazionale e in numerose attività illecite. La sentenza, attesa per settembre, potrebbe rappresentare una delle più significative pagine della lotta alla criminalità organizzata calabrese.
Un’inchiesta di respiro internazionale
L’indagine, avviata nel giugno 2019, è frutto della collaborazione tra i Carabinieri italiani e la Polizia federale belga. Gli investigatori hanno seguito le tracce di una cellula della famiglia Nirta operante a Genk, in Belgio, dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Da qui l’inchiesta si è estesa a numerose famiglie sanluchesi e ha coinvolto anche la locale di Bianco, tracciando un quadro inquietante di espansione e strutturazione del potere criminale.
Le accuse della Procura
Davanti al GUP Antonino Foti, si sono concluse ieri le discussioni delle difese. Gli avvocati Tonino Curatola e Leone Fonte hanno chiuso gli interventi per gli imputati. Il giudice ha aggiornato l’udienza al 10 luglio per le eventuali repliche della Procura, rappresentata dal sostituto Domenico Cappelleri, che ha già depositato una corposa requisitoria.
Le accuse vanno dall’associazione mafiosa alla produzione, traffico e detenzione di droga, con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità, fino al traffico di armi da guerra, riciclaggio, procurata inosservanza di pena, favoreggiamento, trasferimento fraudolento di valori, e altro ancora.
Intercettazioni crittografate al centro del dibattito
Uno degli aspetti più dibattuti dalla difesa è stato l’utilizzo delle intercettazioni effettuate tramite Sky-ECC, il sistema di messaggistica criptata utilizzato dagli imputati. La Cassazione a Sezioni Unite si è espressa sull’ammissibilità di queste prove, rendendole uno degli snodi centrali del procedimento.
Le richieste di condanna
La Procura ha chiesto condanne complessive per 1658 anni di carcere. Solo alcuni esempi delle richieste:
- Massimo Ballone: 20 anni
- Bartolo Bruzzaniti: 20 anni
- Giuseppe Mammoliti: 20 anni
- Sebastiano Romeo (classe 1997): 20 anni
- Francesco Strangio (classe 1966): 20 anni
E ancora decine di altri imputati, tra cui membri delle famiglie Giorgi, Nirta, Pelle, Romeo, Mollica, Pellicano e Procopio, con pene che vanno dai 3 ai 20 anni.
Settembre mese decisivo
La sentenza che sarà pronunciata a settembre è attesa con grande attenzione da tutto il Paese, rappresentando uno dei processi più vasti e significativi contro la criminalità organizzata calabrese. Il maxiprocesso “Eureka” potrebbe segnare un punto di svolta nella lotta alla ‘ndrangheta, non solo per la dimensione del procedimento, ma anche per la portata internazionale del fenomeno criminale che ha messo in luce.