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giovedì, Maggio 2, 2024
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Mio padre era figlio unico: il nuovo romanzo della coppia Liotta – Mazzone

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Domande che risuonano nella coscienza di Tano, il pecoraio a cui Beppe Liotta e Loredana Mazzone danno voce ancora una volta, ripercorrendone la storia a ritroso alla ricerca delle sue origini.

La sabbia di Santa Maria del Focallo continua a essere musa ispiratrice di Liotta e Mazzone, che, sull’onda del successo di “Ho scritto Tano sulla sabbia”, vincitore del premio Sicilia al concorso internazionale Etnabook 2022, decidono di svelare le origini della storia familiare del bizzarro protagonista. Nel relax della splendida spiaggia ragusana nasce l’idea di “Mio padre era figlio unico”, edito da corsiero editore.

Libro fortemente voluto dai lettori, che hanno, da subito, chiesto che la storia avesse un seguito, perché è facile e naturale affezionarsi a un personaggio come Tano.

Ci si ritrova in “Tano”, perché le sue disavventure fanno emergere le contraddizioni di un’Italia che non è mai cambiata, dove è il pregiudizio a far da padrone, le dicerie si sprecano, la verità viene ribaltata a uso e consumo di chi dovrebbe essere garante dei diritti dei cittadini.

In questo nuovo libro, il vulcanico pecoraio siciliano, protagonista del precedente romanzo “Ho scritto Tano sulla sabbia”, è intento a godersi la celebrità conquistata. Durante un’intervista rilasciata a una rivista specializzata in storie di successo imprenditoriale, Tano viene interrotto da un uomo austero che gli comunica che Cala della pecora, la splendida tenuta di famiglia, non risulta essere di sua proprietà. Com’è possibile? Il padre di Tano è morto da tempo ed è sepolto nel cimitero locale; la morte del nonno, invece, non è mai stata accertata. Forse è ancora vivo?

Tano inizia così un’accurata indagine sulle proprie radici: dalla nascita del nonno paterno, divenuta leggendaria, alla sua sparizione, cercando di rispondere ai tanti interrogativi che circondano la sua famiglia. Perché il nonno era fuggito? Chi era la donna dallo scamiciato a fiori con cui si incontrava? Cosa

li legava alla casa del barone? E, soprattutto, chi è il misterioso uomo che si aggira in città? Il tema dello scontro tra padri e figli, di generazione in generazione, è la colonna portante del romanzo: al nonno amante dei libri e delle domande filosofiche si oppone il padre, che sceglie di essere tutto il contrario: un vero campione del pragmatismo siciliano. A Tano, poi, si contrappongono, in vari modi, i figli, che a tratti sembrano perfino vergognarsi dell’esuberanza paterna.

Sullo sfondo, lungo lo scorrere degli anni emerge un ritratto della società siciliana, della sua anima e del suo carattere, con la sapidità del dialetto delle conversazioni quotidiane e dei proverbi tradizionali e con l’umorismo a tratti amaro, a tratti paradossale, che fa molto ridere, ma anche riflettere.

 

 

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