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giovedì, Ottobre 10, 2024
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Perché sei andata a vivere in Calabria?

“Perché sei andata a vivere in Calabria?” Hanno chiesto una volta alla scrittrice Ginevra Dell’Orso la quale, dopo anni dedicati alle Pubbliche Relazioni e all’Interior Design, decide di mollare la folle frenesia di Milano e di Los Angeles per trasferirsi in un magico paesino sulla costa jonica. Ecco la sua risposta.

La Calabria è una regione anomala, per certi versi “surreale”, che vanta numerosi primati, tra cui molte unicità.  È la regione con il più alto tasso di disoccupazione, ma al tempo stesso ha l’aria più pulita e la biodiversità più alta in Europa. Non c’è una folle corsa al turismo, ma possiede più di 800 chilometri di costa dalle quali si ergono alte vette di montagna, da cui si può persino sciare contemplando il paesaggio.

Ci sono pochissime industrie, pochi abitanti, ma una natura che regna sovrana e incontrastata… Ci sono canyon e cascate, città millenarie e megaliti.

Per non parlare del cibo: quest’anno il New York Times l’ha addirittura eletta la regione in cui si mangia meglio in Italia: non tanto per le ricette (che in realtà sono abbastanza povere) quanto per la qualità delle materie prime.

Ogni anno che passa, il mondo si accorge di questa regione dimenticata, e quasi timidamente cerca un approccio per nulla scontato.

Bisogna avere una visione del mondo un po’ particolare per amare questo posto.

Bisogna saper vedere e non guardare!

Bisogna cercare tra le piccole strade dei borghi antichi arroccati sulle colline che si affacciano sui due mari, senza paura di trovarsi proiettati in un mondo antico, ancora protetto, talvolta ingenuo, ma con tanta voglia di curiosare nel futuro.

Quando ho lasciato Milano per trasferirmi qui, ho incontrato sempre il disappunto della maggior parte dei miei conoscenti, che vedevano in questo mio trasloco una specie di fuga, di ritiro “spirituale” per scappare da un luogo frenetico e assatanato come la mia città.

In realtà, non ho nulla contro Milano: ci sono nata e cresciuta, ho incontrato le persone che ancora fanno parte della mia sfera affettiva, ed è da qui che partono le mie origini.

Ma la vita è breve e il pianeta è troppo grande per circoscrivere l’esistenza ad una piccola parte di mondo. Volevo crescere i miei figli in un luogo “incantato”, ma che non fosse necessariamente disconnesso dalla realtà. E volevo soprattutto rimanere in Italia perché, nonostante tutto, adoro questo paese!

Non è stato facile ricominciare tutto da zero: inventarsi un lavoro, cercare una casa in cui crescere due bambini, entrare nella psicologia del luogo, farsi accettare dagli abitanti e al tempo stesso accettare tanti aspetti culturali che sono distanti anni luce dai miei e dalla mia visione esistenziale.

Eppure, a distanza di quasi sette anni, eccomi qui a scrivere un capitolo della mia vita che vuole elogiare e ringraziare, questo luogo meraviglioso.

Perché, nonostante mille difficoltà, più guardo quello che succede nel mondo e più sono felice di vivere in questa terra. E non sono sola: sempre più persone decidono di staccarsi dal sistema dominante e optano per una scelta alternativa, fatta più di momenti e meno di cose. Chi ha fatto questa scelta come me, lo sa bene. Nel mio solo paese, in cui siamo poco più di 200, abitano personaggi che provengono dalle parti più disparate, e sembrano tutti usciti da qualche romanzo.

Del resto, per vivere qui serve fantasia, amore, incanto: bisogna sapersi ancora stupire davanti alla bellezza della natura quando, in primavera, selvaggiamente, ricopre ogni centimetro di terra di fiori di ogni tipo.

Bisogna riuscire a provare una sorta di riverenza, quando i venti di tramontana sbraitano in inverno e riempiono i cieli di arcobaleni.

Bisogna ancora riuscire ad emozionarsi quando le coppie di delfini solcano i mari e le tartarughe raggiungono l’acqua dopo che si schiudono le uova.

E poi c’è il cielo … un cielo che chiunque sia passato da queste parti non può dimenticare.

Tutte le declinazioni del blu si manifestano dall’alba al tramonto: persino le nuvole sembrano quelle dei cartoni animati. A volte soffici e spumose, a volte intagliate dai venti.

E poi c’è il mare… onnipresente, persino dalle vette più alte dei monti.

In fondo, la Calabria è una grande montagna che si tuffa in acqua: è verde, verdissima, sempre in fiore. È ricca di sorgenti, di fiumi e fiumare che scendono a valle a dividere i confini di ogni paesino.

Il borgo in cui vivo io, è forse uno dei più vicini al mare: dall’alto di una collina, incastonata tra due fiumi che, dalle montagne, danno origine ad una vallata, ho preso la mia casa. Una classica abitazione locale, costruita con pietre di fiume, con i muri spessi quasi un metro, circondata da alberi, querce secolari, e tanto, tanto verde. All’orizzonte il mar Jonio, alle spalle le montagne, intorno il paesino e il fiume. Ovunque si perda lo sguardo, è sempre un bel vedere. Neanche due chilometri, ed ecco la spiaggia, che per almeno sei mesi è il mio rifugio, la mia palestra, la mia meditazione, il mio referente quando si tratta di prendere decisioni importanti… il mio divertimento.

Un mare speciale, pulito, popolato da pesci, cristallino, profondo, molto profondo!

Per anni mi hanno chiesto: ma come fai a stare in un posto in cui non c’è niente? Niente? Questo “niente” è tutto! È tutto quello per cui valga la pena essere su questo pianeta.

No, non sono calabrese …, nessuno dei miei parenti è calabrese, e non ho sposato neanche un calabrese. Semplicemente, questo posto mi ha rapito con la sua bellezza, con la sua ostinazione, con il suo essere tanto cruda e al tempo stesso intrisa di magia.

Io l’ho scelta, l’ho affrontata, l’ho persino sfidata quando mi ha messo al bivio delle scelte che capitano solo rare volte nella vita … e sono ancora qui, felice di aver scelto quella più difficile, ma più emozionante.

Per questo non finirò mai di ringraziare questa terra, questo angolo di mondo ancora vero, palpitante, in cui si può ancora sognare e credere ai piccoli miracoli quotidiani.

Grazie a questo mare pieno di vita, al verde dominante, alla gente del mio piccolo paesino e di quelli vicini; grazie al fiume che mi fa addormentare ogni notte e grazie a quel pezzo di terra fertile in cui coltivo i migliori ortaggi del mondo. Grazie ai profumi inebrianti della primavera, che credevo fossero un’esclusiva di qualche isola esotica, e grazie a tutta questa natura che se ne frega dell’uomo e delle sue regole e si appropria di tutto ciò che vuole.

Ginevra Dell’Orso

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