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lunedì, Aprile 29, 2024
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Placanica: importante incontro l’8 marzo voluto dal gruppo donne Laura-Niutta

Pasquale Aiello ci parla di come è stato vissuto l’8 marzo a Placanica e dell’incontro voluto dal gruppo donne Laura-Niutta per trattare di temi importanti e socialmente rilevanti

Nella giornata dell’8 marzo, anche il ‘gruppo donne-Laura Niutta’ di Placanica ha voluto celebrare la ricorrenza con un incontro di riflessione comunitaria nella chiesa ‘S. Caterina’ dove chiunque avrebbe potuto partecipare ed esprimere la propria opinione sulla questione femminile che continua a destare grosse preoccupazioni per il sempre alto tasso di discriminazione e violenza nei confronti delle donne, soprattutto le più giovani. Una data, questa del 2024, dal doppio valore per il gruppo, visto che era il 12° compleanno di attivismo.

“All’epoca”, esordisce così la portavoce del sodalizio femminile Imma Divino che riveste pure la carica di consigliere comunale, “decidemmo di formare questo gruppo per avviare tra noi momenti di riflessione, di confronto, dialogo, per rivendicare una visibilità e il diritto di essere protagoniste  di cambiamento  nelle nostre famiglie, nella nostra comunità ma anche per promuovere una cultura diversa  che invita a guardare il mondo con lo sguardo al femminile.
Oggi”- continua- “avremmo voluto  fare un punto su come è migliorata la condizione delle donne, per capire se le distanze per l’ingresso della donna nella piena parità dei diritti con l’uomo garantiti dalla Costituzione si fossero progressivamente accorciate… purtroppo la situazione di violenza contro le donne, impone che si rifletta su quella che è diventata una vera emergenza visto che nonostante le leggi, gli interventi, l’attenzione politica e mediatica, i numeri continuano a crescere”. Una unione di donne placanichesi che opera ormai da 12 anni nel tessuto socio-culturale della comunità proponendo varie iniziative e approcci a tematiche che spaziano dalla violenza sulle donne, alla cultura, dall’ambiente, al sociale. Senza una scaletta formale di interventi, relatori e mediatori, la discussione, a cui era presente il sindaco Antonio Condemi, sempre attento e sensibile alla tematica, si è concentrata soprattutto sul mondo giovanile e sulle preoccupazioni nei confronti di esso, essendo i giovani sprovvisti di mezzi e strumenti adatti per affrontare tale problematica. Tutti gli intervenuti hanno concordato su un punto fondamentale e cioè che bisogna trovare nuovi approcci e nuovi metodi per contrastare il problema. E’ chiaro per tutti che gli stereotipi che caratterizzano le differenze tra maschile e femminile sono talmente radicati da essere connaturati anche nelle nuove generazioni.
Del complicato rapporto tra la famiglia e la scuola che mette in risalto una eccessiva protezione del giovane da parte dei genitori a discapito di una proficua collaborazione che aspiri alla crescita e responsabilizzazione dei ragazzi ha parlato la docente Olga Gerace. Per questo, si è convenuto durante il dibattito che sia necessario invertire questa tendenza attraverso azioni di sensibilizzazione e spingere le ragazze che si trovano a vivere situazioni di fragilità, a uscire dall’isolamento e chiedere aiuto, parlandone il più possibile e relazionandosi con gli altri non solo l’8 marzo o il 25 novembre, ma nella quotidianità. Un pensiero va rivolto anche a tutte le donne fisicamente lontane, iraniane, afgane, palestinesi, curde, siriane e tante altre che lottano e resistono mille volte di più rispetto alle occidentali. Perché oltre alle enormi difficoltà dettate dall’essere donna, che le costringe a fare i conti quotidianamente anche con un sistema patriarcale che le tiene schiave e assoggettate al dominio dell’uomo, vivono la loro realtà in uno stato di occupazione militare da parte di governi fascisti e sionisti che le opprimono e ne demoliscono la personalità, quando non le uccidono. Ma, nonostante ciò, riescono a trovare il metodo adatto di lotta per affermarne l’esistenza e battersi per la dignità e la libertà della propria gente.

Alla fine, dalla discussione è scaturito che il problema riveste un particolare carattere culturale e che perciò è importante capire che per innescare un cambiamento di mentalità, bisogna ribaltare la prospettiva. La violenza contro le donne, la disparità dei diritti sul lavoro, nella famiglia, in politica e nel sociale non riguarda solo le donne. E’ una questione di civiltà che impone un cambiamento radicale di visione dell’uomo  nei confronti della donna,  affinché abbandoni questa forma di sottocultura maschilista che spesso si tende a trascurare ma che, purtroppo ancora, alberga in molti settori della società e anche della nostra stessa vita. Non più, dunque, oggetto, angelo del focolare o inserviente di famiglia ma compagna alla pari di vita e di viaggio, da amare, stimare e rispettare.

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