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Portigliola: VII edizione del Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia

Sabato 13 agosto, alle ore 21:00, Portigliola presenta il quarto appuntamento con il Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia, che vedrà il ritorno di Edoardo Siravo per mettere in scena una rilettura singolarissima di uno dei personaggi più amati di Shakespeare, il Falstaff.

Dopo la magistrale rievocazione di Pasolini da parte di Giuseppe Foderaro e Antonio Tallura, la VII edizione del Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia entra nel vivo con la rappresentazione di Falstaff e le allegre comari di Windsor, che vi aspetta una volta di più al Palatium Romano di Quote San Francesco a Portigliola sabato 13 agosto, alle ore 21:00.

Con il quarto appuntamento della manifestazione quest’anno curata dal GAL Terre Locridee e inserita nel programma di promozione della Locride in qualità di Capitale Italiana della Cultura 2025 e che si fregia della direzione artistica di Elisabetta Pozzi, tornerà sul palco del Festival lo straordinario Edoardo Siravo, che darà corpo e voce a uno dei protagonisti più iconici del drammaturgo e poeta William Shakespeare in una messa in scena diretta da Carlo Emilio Lerici.

La leggenda vuole che la regina Elisabetta, conquistata dal personaggio di Falstaff visto nell’Enrico IV e nell’Enrico V, ordinò la stesura di una commedia che lo vedesse protagonista assoluto. Desiderio che Shakespeare si affrettò a esaudire scrivendo Le Allegre Comari di Windsor in appena quattordici giorni, inserendo al suo interno il meglio del proprio repertorio: l’amore contrastato tra giovani, equivoci, scambi, travestimenti e beffe.

E proprio a partire da questa leggenda si svilupperà il Falstaff che vedremo in scena, frutto di un adattamento di Roberto Lerici, che reimmagina il gentiluomo in qualità di reduce dalla Prima Guerra Mondiale, mentre raccoglie e commenta le più belle pagine che il drammaturgo di Stratford-Upon-Avon ha scritto su di lui.

L’interpretazione di Edoardo Siravo, accanto al lato dichiaratamente brillante di Falstaff, aggiungerà uno spessore, una profondità e un’umanità che lo renderanno nostro contemporaneo, in grado di riflette su un mondo comandato da un’idea di successo fagocitante e bombardato da false notizie e false calunnie. Un’idea di mondo drammaticamente attuale che proietta l’opera shakespeariana in una dimensione contemporanea e che ci fornirà una rilettura originalissima ma ugualmente profonda e interessante di uno dei periodo più brillanti della drammaturgia inglese.

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