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Quando c’era il ponte politico e culturale con la Sicilia

Bruno Gemelli ci parla di Nicola Capria, politico, ex ministro e grande uomo di cultura.

Bruno Gemelli

Il 31 gennaio di tre lustri fa moriva a Roma Nicola Capria, quattro volte ministro socialista. Era nato a Rosarno prima che San Ferdinando diventasse autonoma.

Quando ancora non c’erano atenei in Calabria, Messina era il punto di riferimento di tanti intellettuali calabresi. Come Gaetano Cingari, ordinario di storia all’Università di Messina, e il citato Nicola Capria, avvocato, che fu anche consigliere comunale a Messina, vicepresidente della Regione Siciliana, deputato regionale all’Assemblea regionale siciliana e segretario regionale del PSI in Sicilia. Capria era sposato con Gabriella Molè, ordinario di cinese antico all’Università di Roma, figlia del catanzarese Enrico Molè che fu ministro dell’Alimentazione nel Governo Parri (21 giugno 1945 – 10 dicembre 1945) e ministro della Pubblica istruzione nel primo governo De Gasperi (10 dicembre 1945 – 1º luglio 1946), militando nelle file dell’allora Partito Democratico del Lavoro.

Capria incappò, negli anni di Tangentopoli, in un avviso di garanzia uscendone pienamente con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Quell’esperienza lo segnò al tal punto da abbandonare la vita politica, riparando nel buen retiro romano. Il suo nome resta legato al collegamento, durante il suo ministero del commercio con l’estero, con il gasdotto algerino e con la prima tratta del gasdotto russo.

Il suo legame con la Calabria fu sempre stretto ma non invasivo, nel senso che i socialisti calabresi gli riconoscevano quelle qualità di equilibrio che una volta erano proprie dei personaggi autorevoli. E lui ricambiava con sapienti consigli non sempre osservati.

Bobo Craxi così lo ricordò: «Nicola Capria è stato una figura nobile del socialismo italiano e siciliano: egli ha attraversato tutte le fasi decisive della storia del Psi, a cui ha contribuito con significativo impegno nell’azione di governo e di partito». Forse Bobo Craxi non sapeva che Nicola Capria, in realtà, era calabrese.

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