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venerdì, Maggio 17, 2024
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Reggio Calabria: lettera aperta di Veronese a Salvini

Lettera aperta di Veronese Simone Antonio, Presidente dell’Associazione LIFE, RSU della UIL scuola della Prov. di Reggio Calabria, a Matteo Salvini.

Egregio Vicepresidente del Consiglio dei Ministri

Mi rivolgo a Lei poiché da sempre una delle Sue idee è stata quella dell’eliminazione del test di medicina, un tema che si ripropone in questi giorni in maniera prepotente, dopo la denuncia contenuta in un esposto in Procura e un ricorso al Tar contro le graduatorie – giudicate falsate – dallo studio legale Leone- Fell & C. che potrebbe innescare uno scandalo di enormi proporzioni. Una farsa che va avanti da anni che in molti hanno fatto finta di non vedere e di non sapere, soprattutto al Ministero dell’Università, con domande contenute nei test su temi che niente hanno a che fare con la facoltà di Medicina: quesiti di matematica e fisica o di cultura generale tarati e con un grado di difficoltà così alto da richiedere necessariamente un supporto esterno, con l’evidente  obiettivo di indurre  ogni anno, migliaia di studenti, ad iscriversi  a corsi di preparazione con rette astronomiche dai 5 mila ai 10 mila euro annui, costringendo le famiglie a indebitarsi per far realizzare un sogno ai propri figli.

Strutture di formazione che sono proliferate a migliaia in tutta Italia e a quanto sembra proprio da alcune di queste si è recuperata la batteria dei test di quest’anno che poi è stata venduta a 20 euro su un gruppo telegram consentendo a molti di superare facilmente le prove. Una valutazione sulle conoscenze o sulla preparazione di questi ragazzi che intendono intraprendere questo percorso di studi del tutto inadeguata. Per chi non riesce ad accedere in Italia rimane l’alternativa dell’iscrizione all’Estero che migliaia di famiglie ogni anno affrontano con fatica per consentire ai propri figli di raggiungere l’obiettivo che si sono prefissati; spesso sono costretti a  cedere anche le case destinate alla propria abitazione a causa delle rette elevatissime che all’estero raggiungono anche i 20.000 euro l’anno

Orbene, tengo a precisare che dal 1999 con la legge 264  che ha  introdotto il numero chiuso per le facoltà di Medicina e Chirurgia sono stati cancellati sogni e speranze a migliaia di giovani a seguito di una riforma imposta dalle solite direttive europee (78/687/CEE e 93/16/CEE) che hanno avuto recepimento solo in Italia, ma non da altri Paesi della UE come la Bulgaria e la Repubblica Ceca che sono fra le mete preferite dagli studenti europei per studiare Medicina, in quanto l’accesso è libero: la Medical University Sofia, l’Università di Debrecen e la Charles University di Praga; ma anche in Albania l’accesso alla facoltà è libero con corso di laurea completamente in italiano e titolo di studio legalmente riconosciuto anche nel nostro Paese. A Tirana, ci sono presenti 2 università: l’Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio e l’Università Kristal, che rilascia titoli firmati da UniZkm e dall’Università Tor Vergata di Roma.

Di fatto dal 1999 si è deciso in Italia di non investire più nelle Università non adeguando il numero di aule, attrezzature, laboratori scientifici, personale docente e tutor al numero di coloro che si volevano iscrivere in medicina e di introdurre il numero chiuso in base alle aule a disposizione, determinando nel nostro Paese in soli vent’anni una situazione  disastrosa che oggi vede 2 milioni di persone senza un medico di base, una carenza di ben 45mila medici di base che tra 5 anni diventeranno 80mila. Un dato che tiene conto dell’attuale pensionamento e delle attuali iscrizioni alle Università italiane e estere; e a tutto ciò si deve aggiungere che mancano all’appello anche 30.000 medici ospedalieri, 70.000 infermieri con numeri che si raddoppiano nei prossimi anni se non si corre al riparo con una riforma seria.

Ritengo quindi necessario sottoporLe una proposta di modifica della legge 2 agosto 1999, n. 264, con un nuovo provvedimento legislativo e un decreto ministeriale attuativo di tale norma che preveda di:

Rivedere i criteri di ammissione: Le università possono rivedere i criteri di ammissione per valutare gli studenti in modo più equo e consentire a un numero maggiore di candidati di essere accettati. Ciò potrebbe includere una maggiore considerazione delle esperienze extracurriculari, delle abilità comunicative e sociali oltre alle prestazioni accademiche.

Per questo, Le propongo una riforma per riaccendere e stimolare una discussione seria cercando di cancellare questo dramma che colpisce migliaia di studenti ogni anno, modificando la legge 2 agosto 1999, n. 264 con la previsione dell’entrata libera alla facoltà di medicina e regolando e semplificando anche l’accesso alle altre professioni sanitarie attraverso la creazione di un sistema di vasi comunicanti che consenta non l’esclusione, ma un adeguato inserimento in base alle capacità e ai sogni dei nostri ragazzi.

LE MODIFICHE ALLA LEGGE 264/99 con DECRETO MINISTERIALE ATTUATIVO PREVEDONO:

  • Consentire l’iscrizione al primo anno del corso di medicina a tutti gli studenti che ne facciano domanda, la distribuzione degli stessi nelle varie università italiane verrà fatta attraverso una graduatoria nazionale in base al voto della maturità; a pari punteggio avranno precedenza, il candidato più giovane e coloro che hanno deciso di studiare nella propria Provincia e Regione. Il numero dei posti per università sarà proporzionale al numero degli iscritti dell’anno precedente della stessa consentendo a tutti i candidati l’iscrizione.
  • Gli studenti del primo anno di Medicina hanno l’accesso ai successivi anni del corso solo se hanno raggiunto un punteggio pari o superiore a 1200 punti. Risultato del prodotto dei CFU minimi da ottenere, 40 su 60 CFU, e la media massima 30/30 degli esami sostenuti al primo anno. (esempio di accesso: 40 cfu x 30 di m/e =1200 punti; 50 cfu x 25 di m/e =1250 punti o 60 cfu x 20 di m/e =1200 punti)
  • Gli studenti del primo anno di medicina che non hanno raggiunto il punteggio minimo per l’iscrizione al secondo anno, possono nuovamente accedere al percorso di studi previo superamento di un colloquio con apposite commissioni regionali nominate dal Ministro dell’Università in accordo con il Rettore dell’Ateneo di appartenenza. La prova tratterà solo materie inerenti al corso di studio di medicina: chimica, biologia, anatomia e fisiologia umana.
  • Possono accedere liberamente ai corsi di laurea delle Professioni sanitarie, in Farmacia e in Veterinaria gli studenti del primo anno di medicina che pur non avendo raggiunto il punteggio minimo di 1200 che non consente l’accesso agli anni successivi, abbiano raggiunto almeno un punteggio pari o superiore a 800 punti, risultato del prodotto dei CFU minimi da avere, almeno 30 CFU su 60 CFU, e la media minima di 20/30 degli esami sostenuti al primo anno.
  • I laureati in corsi di laurea specialistica delle Professioni sanitarie, in Farmacia e in Odontoiatria possono accedere direttamente al secondo anno di medicina e chirurgia, riconoscendo così le loro competenze e le loro esperienze pregresse, consentendogli di accedere più facilmente all’istruzione medica.
  • I laureati in medicina e chirurgia accedono direttamente al secondo anno del Corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria.

A questa riforma va affiancata un’attività di potenziamento che consenta:

  • Di aumentare il numero di Facoltà di medicina o di programmi di specializzazione, in quanto la creazione di nuove istituzioni mediche o programmi di specializzazione può contribuire ad aumentare il numero complessivo di medici formati.
  • Di promuovere l’istruzione medica online al primo anno di medicina: l’uso della tecnologia e dell’apprendimento online può consentire a un numero maggiore di studenti di accedere all’istruzione medica, specialmente nelle aree geografiche remote.

In conclusione, è mia ferma opinione che solo così si potrà mettere fine alla carenza di medici in Italia, causata dalla scelta, sempre più frequente, di andare all’estero per cercare condizioni lavorative e stipendiali migliori ma causata anche dall’invecchiamento della popolazione medica e dalla mancanza di specializzazioni, da problemi di organizzazione del lavoro. Vale al riguardo rimarcare che alcuni medici lamentano condizioni di lavoro stressanti e carichi di lavoro eccessivi, il che può contribuire a un’insoddisfazione professionale e alla migrazione verso altri Paesi o settori professionali.

Inoltre, la carenza di medici è rilevabile soprattutto in alcune aree geografiche e branche della medicina, come ad esempio nelle aree rurali e nelle specializzazioni mediche specifiche.

Spero che lei nel suo ruolo da Vicepremier possa dare una spinta e un giusto percorso ad una riforma che da troppo tempo viene annunciata e mai proposta ed approvata. Sicuro del suo impegno resto in attesa di un suo intervento risolutivo.

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