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Sud: c’è il rischio astensionismo

Tra meno di un mese si vota. È opinione diffusa che dopo aver sorretto il populismo dei 5 Stelle il Sud può, invece, ora optare per un astensionismo tout court. Di questo e dell’implicito vantaggio che il non voto porterebbe alla destra già avanti nei sondaggi, si è tra gli altri detto convinto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che non ha usato mezze parole nel criticare Enrico Letta per il mancato accordo elettorale con Conte.

 Tra meno di un mese, dunque, si vota e nel Mezzogiorno e in Calabria c’è un tema che nel resto d’Italia era quasi scontato che sparisse, ma che noi speravamo almeno che dalle nostre latitudini trovasse un minimo di accoglienza: il Sud.

La questione di fondo, quella più generale, è come alla vigilia del voto il Sud partecipa alla discussione sull’Italia che verrà.

È opinione diffusa che dopo aver sorretto il populismo dei 5 Stelle il Sud può, invece, ora optare per un astensionismo tout court. Di questo e dell’implicito vantaggio che il non voto porterebbe alla destra già avanti nei sondaggi, si è tra gli altri detto convinto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che non ha usato mezze parole nel criticare Enrico Letta per il mancato accordo elettorale con Conte.

Tradotto vuol dire che il Sud potrebbe ora passare dalla protesta indignata di 5 anni fa, una protesta moralizzatrice, ideologica, ma anche all’ iperpolitica alla rinuncia completa della politica. Questo scenario noi lo consideriamo assolutamente realistico ma non auspicabile, anche se difronte a talune tavolate e certi spettacoli già in onda verrebbe da tirarsi i capelli!

Comunque, l’impressione da questi primi giorni di campagna elettorale è che il Nord abbia qualcosa da dire e che il Sud, invece, qualcosa da temere o, al massimo, da contrattare. Come dire che il Nord è ‘’per’’ e il sud ‘’contro’’, il che porta ad escludere il Sud dalla discussione nazionale. Il Nord passerà come espressione delle passioni positive e il Sud al solito del rivendicazionismo, del lamento, della rassegnazione.

Prendiamo, ad esempio, quello che è successo qui in Calabria sulla questione dei medici cubani: un’ondata di critiche, lamentazioni, corporativismi contro l’idea del presidente della Regione Roberto Occhiuto. Ma – signori – c’è o non c’è il problema della mancanza di personale medico negli ospedali? Si poteva fare una proposta diversa? È migliorabile quella di Occhiuto? Di tutto si discute tranne che di questo. La verità è che la democrazia non è la quantità di parole prodotte, ma la quantità delle decisioni assunte (Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania).

Questo è il punto: conta ciò che si è fatto e non ciò su cui si discetta e fino a che le amministrazioni del nord avranno modelli solidi (Veneto ed Emilia su tutte) su cui fare leva e il Sud solo giustificazioni e  rivendicazionismi (con buona pace di Occhiuto e De Luca) sarà assai difficile portare

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