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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Tra Buone Madri (The Good Mothers) e Mala Terra

La nuova Disney+ si apre al mondo dell’impegno civile e sbarca in Calabria aggiungendosi alle già navigate vie del noir e della criminalizzazione che sembra pagare sempre sulla pelle di una terra che continua a piegarsi su sé stessa, proponendo un romanzo criminale che sembra non avere fine.

Ci siamo innamorati molto presto di Walt Disney. Ci siamo persi nelle pagine colorate, non digitalizzate nella grafica e nei colori, in verità neanche nei tratti delle figure. Ci siamo innamorati e forse anche sognato nelle nostre oniriche rappresentazioni i racconti di Kipling o persi nello scorrere dei fotogrammi delle produzioni per ragazzi che la tanto amata casa cinematografica statunitense proponeva. Quasi fossero, questi ultimi, dei cult universali buoni per ogni sorriso, per ogni cultura, quasi come si trattasse di una Coca Cola in fotogramma. Insomma, la Disney è parte dell’immaginario di ogni ragazzo, per quanto attempato, che associa ad essa quel senso dell’enterteinment che è fuga e sogno. Illusione e gioia. Oggi la Disney+ in versione impegnata secondo nuove strategie di mercato non solo tenta la carta di rimodulare parti e ruoli in nome di una fluidità che tenta di ridurre a ricordo giurassico ogni sentimento di genere legato alla condizione umana, ma esplora campi nuovi della filmografia quasi a rivendicare una mancata intuizione nel non aver prodotto un Padrino o una Gomorra di tendenza in tempi passati. La nuova Disney+ si apre al mondo dell’impegno civile e sbarca in Calabria aggiungendosi alle già navigate vie del noir e della criminalizzazione che sembra pagare sempre sulla pelle di una terra che continua a piegarsi su sé stessa, proponendo un romanzo criminale che sembra non avere fine. E, per favore, non si tratta di non riconoscere dignità e coraggio a chi affronta sfide importanti nel porsi contro un fenomeno criminale invasivo e che ha la responsabilità di tenere in ostaggio una terra che meriterebbe di più. Ma si tratta, ancora una volta, di chiedersi come e per quali motivi non si finanzino anche, al pari, opere o storie che sottolineano la bellezza di luoghi e di anime che superano quel luogo tristemente comune di essere, la Calabria, una Terra santissima, come definita in un romanzo tra i tanti, opere di nuovi Colan Doyle se ne avessero l’opportunità. Che si tratti di una “Buona madre” a fronte di una “Cattiva” – che a questo punto potrebbe essere la stessa regione Calabria – o che si possa mutare il senso in una Buona terra, ancorandone il significato al sentimento di rivincita e magari evitando di affidare alla narrativa angloamericana il racconto, il risultato non cambia. Il paradosso è che nel celebrare eroine si dovrebbero ricordare anche quelle donne che nelle storie delle faide degli anni Settanta/Ottanta disegnavano i termini delle azioni degli uomini contro, decidevano come e in che misura rispondere alla legge della vendetta ponendosi al di là di quel muro che separa rispetto della vita e amore. Affidare a Disney+ storie complesse che andrebbero contestualizzate, celebrate in luoghi e tempi nei quali sia possibile dare della Calabria un’immagine diversa significa abdicare, quasi come un ossimoro, alle ragioni del mercato privando la narrazione di quello scopo che si intenderebbe perseguire: il riscatto di una terra che non è solo crimine. Ma, come sempre, le regole del mercato sono impietose e una nuova Disney che guarda alla cassetta non poteva privarsi di una propria Gomorra.

Giuseppe Romeo

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