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venerdì, Aprile 19, 2024
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Tragedia a Siderno: “Coraggio e pazienza”

Papa Francesco ha detto, parlando dei migranti: “Occorre dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!” A queste parole, ho pensato quando, venerdì mattina, a Siderno, è avvenuto uno sbarco di 105 persone, nei pressi del vecchio molo della fabbrica di cemento.

 Venerdì mattina, sembrava una giornata come tutte le altre: lavoro, impegni, appuntamenti. A volte, siamo così concentrati su noi stessi che crediamo di avere tutti i problemi del mondo, ci roviniamo le giornate con delle ansie che forse, non vale la pena avere; invece, dovremo imparare ad affrontare la vita in maniera diversa.  Così, mentre quella mattina eravamo impegnati nell’affrontare la nostra routine, alla costa sidernese si stava avvicinando una barca con 105 persone, in balia del mare mosso, preoccupati della loro vita e spaventati dall’ignoto che li aspettava, e segnati dai giorni di mare trascorsi.

All’improvviso, nei pressi del vecchio molo della fabbrica di cemento è avvenuto lo sbarco. La grande barca a vela è attraccata prima sul bordo del pontile, poi è stata trasportata a riva dalle onde, rivoltandosi su sé stessa. In questo frangente il gruppo di immigrati è stato sbalzato per terra.  Il capovolgimento della barca ha causato molti feriti e, purtroppo due morti certi. Le persone decedute potrebbero essere due scafisti russi. Le persone a bordo erano Afgane e Pakistane. Per tutto il pomeriggio, l’elicottero della Guardia Costiera ha sorvolato lo specchio d’acqua alla ricerca di eventuali altri dispersi; mentre i sopravvissuti sono stati sistemati, provvisoriamente, a Siderno Superiore, presso un’ex scuola.

Con quelli di oggi è salito a 13 il numero degli sbarchi di migranti nella Locride, in questi primi quattro mesi del 2022. Nei dodici mesi del 2021, si sono verificati 55 nella costa ionica della Locride, per un totale di oltre 6 mila migranti.

I rifugiati, di qualunque etnia siano, da qualunque paese provengano, sono persone che hanno vissuto sulla propria pelle tragedie inimmaginabili e che, proprio come noi, hanno diritto a una vita dignitosa e a un posto che si possa chiamare casa. Per tutti questi motivi, il 20 giugno di ogni anno viene celebrata la Giornata Internazionale del rifugiato, voluta dalle Nazioni Unite e celebrata per la prima volta nel 2001. La giornata intende commemorare l’approvazione della Convenzione relativa allo Statuto dei rifugiati, convenzione che venne approvata nel 1951.

Non riesco ad immaginare la paura, la sofferenza, la solitudine di queste persone e il tormento che stanno attraversando in queste ore e, soprattutto, la disperazione che li ha convinti ad affrontare questo viaggio pericoloso.

Voglio ricordare a tutti le parole del sindaco di Roccella Jonica, Vittorio Zito, che di fronte a tanti ragazzini appena sbarcati ci rivelò di aver pensato a loro come se fossero figli suoi. Chissà cosa ne sarà di loro, se riusciranno a trovare la loro strada e ricostruire la loro vita.

Concludo con questa frase di Papa Francesco, a mio avviso, molto significativa: “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede ad essere prossimi dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!”

 

 

 

 

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