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Vavalaci e vermituri

Ci scrive Franco Martino sul caso del dipendente comunale di Siderno

Francesco Martino

All’armi! All’armi! Ci ha offeso lo straniero, ci da definiti “vovalaci”.

Chiariamo che il termine “vovalaci”, usato nella zona di Caulonia e Riace, corrisponde a “vavalaci” nel dialetto di Siderno.

Io, ricordo che da piccolo i miei li chiamavano “vermitura” (vermituri) e anche io.

Esistono in molti paesi, con nomi diversi: vavalàci, vovalàci, buvalàci, babalùci (dal greco βουβαλάκι <piccolo bovolo> o βουβαλάκιον), caracòlu (dal greco dialettale Καραόλους o dallo spagnolo caracol), vermitùri – chiocciola, lumaca. Plurale di caracolu – caracola.

Le lumache prima di essere cucinate, devono essere spurgate per giorni, messe in un recipiente con coperchio con insalata e mollica di pane e crusca, eliminando la bava, e poi sciacquate con acqua e sale.

La bava viene utilizzata per prodotti di bellezza, le lumache cotte (vermituri), dall’antichità, sono uno sfizio gustoso e prelibato della cucina calabrese e non solo

Le accezioni usate nel linguaggio comune hanno sempre un senso spregiativo, lumaca nel senso di lento, a causa della bava che deve produrre per scivolare nel terreno, altrimenti si attaccherebbe al terreno e resterebbe ferma.

Per chi abita in campagna, nel periodo adatto, dopo le piogge, vedere le chiocciole che numerose fuoriescono dalla terra, con le loro antennine tattili per orientarsi è uno spettacolo.

Non si capisce allora, perché sentirsi offesi da una persona, che ha definito quasi tutti i sidernesi “vovalaci”.

Generalizzare comportamenti di alcuni a tutta una cittadina è un errore che non si dovrebbe commettere, in particolare se si copre una carica pubblica, oltre al fatto che è sbagliato.

Se  si associa “vavalaci” alla bava, potrebbe essere positivo perché è una sostanza per la bellezza della pelle e dovremmo essere grati a questo minuscolo animale.

Io penso che le antenne dei cittadini di Siderno all’unisono, sui social e sulla stampa, si sono attivate perché la parola, che denota scarsa conoscenza da chi la ha utilizzato, è stata interpretata in senso spregiativo, nel senso di chiacchieroni, parolai, senza costrutto.

Hanno ragione, ma l’autore della frase non conosce bene i cittadini operosi, che hanno trasformato un piccolo borgo marinaio in una cittadina tra le più attive della zona, in senso economico, politico, partecipativo.

Però una piccola chiosa vorrei farla, se occorre che qualcuno usi termini spregiativi per sentirsi uniti, e questo succede spesso nello sport quando si vince o si perde, non sarebbe più opportuno unirsi anche per altri motivi o cause che determinano il nostro vivere quotidiano, il nostro benessere.

Ci sono associazioni attive sul territorio, che si occupano delle problematiche territoriali, ambientali, sanitarie, dei trasporti, di aiuto a chi ha difficoltà,  perché la stessa foga non la si mette in queste iniziative?

Perché non rizzate le antenne e partecipate quando alcuni tentano di coinvolgervi in iniziative che sono fondamentali e improcrastinabili per la vita presente e futura di tutti?

“Vovalaci” si trovano in tutti i paesi della zona, della Calabria, dell’Italia e del mondo, basta ascoltare le discussioni nelle piazze, nei bar, nei circoli e nelle TV, siamo tutti uguali, nessuno escluso.

Perché offendersi? Comunicare è fondamentale nei rapporti tra persone e spesso molti dicono fesserie o banalità.

Sui social si trovano infinite chiacchiere inutili e che ci fanno scompisciare dal ridere con gusto, però meglio  i vermituri cotti o in umido.

Da secoli, in alcuni contesti una frase, ritenuta offensiva, portava a faide, adesso i social comportano scontri verbali.

Si offende di più a distanza, ma non si ammazza.

Abbiamo tanti problemi nella nostra zona, possiamo pensare a una discussione pubblica sulla Casa della Salute nell’ex-ospedale?

 

 

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