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lunedì, Novembre 4, 2024
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Venti Regioni, Venti Sanità

Mimmo Giurato da un consiglio da amico: cercate con ogni mezzo di stare bene, ve lo auguro e me lo auguro di cuore, ammalarsi non ce lo possiamo permettere, è un rischio che di questi tempi non si può correre!

di Mimmo Giurato

Lo spunto per questo articolo di vita vissuta mi è stato suggerito dal Professore Bruno Chiné, laureato in filosofia, ex preside ed ex politico. Non è solo un ex, attualmente saggista e anche bravo, tant’è vero che ha scritto numerosi saggi che dovrebbero essere considerati nelle scuole come materiale didattico. Dicevo di vita vissuta perché ho sempre lavorato con una industria farmaceutica di primissimo livello come district manager e la mia attività mi ha impegnato tra Centro e Nord Italia. Se l’articolo non vi garba protestate pure con il Professore Bruno Chiné. Da persona esperta ha sempre gestito le contestazioni in modo pacato e intelligente. Entriamo nell’argomento perché il Professore mi ha detto chiaramente di essere lapidario, altrimenti l’articolo non lo legge nessuno. Con questa esortazione comincio dalla fine e se poi resta spazio, continuo col dire dall’inizio. Dichiaro subito che non sono uno scrittore, non sono uno storico e neanche un giornalista. Sono uno dei vostri che scrive come parla e parla come scrive. Ho solo un difetto: dico sempre la verità, se questo è un difetto.

Mi trovavo in una città del Centro Italia, sede universitaria, un grande ospedale e la città dispone di tanti servizi. Non è il caso di specificare la località perché credo che attualmente si trovano tutte nella stessa situazione. Decido di uscire dopo cena, giusto per fare un giretto in macchina, rilassarmi a guardare il mare e ascoltare una partita di calcio alla radio. Eravamo in novembre e la serata non era né fredda né umida.

Per un malore improvviso mentre ero in macchina, avverto una palpitazione anomala, mi accosto a un marciapiede e mi distendendo sul sedile aspettando che il tutto si normalizzi. Il malessere continua e decido di chiamare il 118. Arrivano quasi subito e mi adagiano sul lettino dell’ambulanza. Mi infilano al dito il saturimetro che fa il suo dovere. “Per mia e sua tranquillità le consiglio di andare al pronto soccorso per un esame più approfondito”. Queste testuali parole mi dice il sanitario di servizio sull’ambulanza. Accetto il consiglio. Non lo avessi mai fatto! In seguito sulla vicenda ho scritto un intero capitolo che ho inserito in un libro di prossima pubblicazione. Il capitolo ha un titolo significativo “Lasciate ogni speranza voi ch’intrate” esattamente come scrisse Dante entrando nell’inferno. Nella pseudo astanteria del pronto soccorso mi combinano di tutti i colori. Per farla breve, invio il capitolo completo al direttore della ASL di pertinenza per via mail e denuncio il grande disservizio subito. La risposta non mi è mai pervenuta. Diogene docet! Telefono al Ministero della Sanità e  la risposta immediata, sempre al telefono: “ogni regione decide di comportarsi come meglio crede”.

Scusatemi se mi permetto, ma è roba da matti: “Che razza di Ministero della Sanità è mai questo che non solo non si informa sui vari Enti di sua competenza, ma declina ogni responsabilità?  Per me è un “Ministero del tira a campare”.  Tutti parlano di Malasanità, ma non è vero, con Malasanità si intende un qualcosa che c’è ma funziona male. In questo contesto non è che funzioni male, non esiste proprio. All’inizio tutti ci guardavano con rispetto perché lo Stato aveva messo a disposizione un servizio eccellente per il cittadino. L’ex Presidente USA Barack Obama si era innamorato della nostra sanità e voleva proporre il nostro modello negli USA. Notoriamente il Presidente degli Stati Uniti comanda, ma quando ci sono le lobby di mezzo, anche il Presidente deve cedere il passo. Nella Sanità Americana le lobby delle Assicurazioni contano e anche tanto. Anche in Italia stavano spuntando le assicurazioni nella sanità, dietro proposta di un politico che aveva molti interessi nelle assicurazioni. Ma la nostra risposta è stata così violenta e immediata che è caduta sul nascere. Adesso dobbiamo sanare la Sanità – non è una cacofonia – con l’impegno di tutti. Intanto la dovrebbero smettere di affidare le varie ASL a persone che si danno da fare durante le elezioni regionali o nazionali, perché poi  i politici eletti si sentono in dovere di sdebitarsi in un contesto dove noi siamo le cavie. Basta! e un grazie a nome di tutte le cavie, ma noi abbiamo bisogno di veri manager preparati che fanno funzionare le varie Asl. Adesso siamo nel vero caos e lo definisco con un eufemismo. La verità è che ci troviamo in pieno casino, anzi come Farinata Degli Uberti nell’Inferno Dantesco e gli addetti alla sanità non sanno dove mettere le mani e da dove cominciare.

Il titolo dice: “20 regioni, 20 sanità” ma purtroppo non è vero neanche questo, perché ogni ASL,  ridete pure, ha regole diverse di un’altra ASL nell’ambito della stessa regione. Questo è il massimo del pressapochismo umano ed è vero: l’ho sperimentato sulla mia pelle. Non voglio fare dell’ironia sullo stato dell’essere, ma se hanno pagato dei manager per “disorganizzare” tutto questo, forse era meglio mettere in un’urna dei numeri e tirare a sorte sul da farsi. Quando non c’è volontà, capacità e conoscenza (leggasi preparazione), forse meglio affidarsi alla fortuna. Forse qualcosa di buono sarebbe potuto venir fuori.

Ho voglia che il libro venga stampato, se l’editore si decide, perché di una copia sarà omaggiato il Ministro della Salute. Tanto per capirsi, non sono assolutamente contro l’attuale Governo e contro nessuno. Il mio è sempre stato un voto meritocratico: voto sempre, a mio giudizio, per quelli che governano meglio. Decido di dire quello che penso sempre basandomi su fatti veri. Volete ancora un esempio? La maggior parte dei medici di base attualmente soggiorna negli ambulatori solo per riscrivere i farmaci in uso e copiando la terapia dei vari specialisti. Dopo due o tre ore spariscono e spento il telefono rispondono il giorno dopo. Di visite a domicilio non se ne parla nemmeno e se qualche medico si comporta diversamente, vi consiglio di tenerlo stretto. Guardatevi intorno e, quale categoria di lavoratori (due/tre ore al giorno) “Lavora così tanto”?  Non voglio dare colpe a nessuno, ma se ci troviamo così male credo che la colpa sia di tutti noi. C’è un detto che recita così: “Ogni popolo ha il governo che merita”, lo stesso detto lo accosto alla Sanità e traggo le conclusioni: Si vede che è questo quello che meritiamo. Sono sempre stato del parere che prima di criticare gli altri, bisogna criticare se stessi. Il vittimismo lascia il tempo che trova e solo l’autocritica fa migliore, gli elogi non migliorano lo stato dell’essere che trovano e si fossilizzano in se stessi.  Sarebbe corretto che tutti insieme ci unissimo  per migliorare quello che è un nostro servizio. 

Per finire vi regalo un consiglio da amico: cercate con ogni mezzo di stare bene, ve lo auguro e me lo auguro di cuore, ammalarsi non ce lo possiamo permettere, è un rischio che non possiamo correre!

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