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venerdì, Maggio 3, 2024
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Villa di Casignana: il contributo dell’arte lo dobbiamo alla comunità

È, secondo noi, un segno di liberazione da quella etichetta di abusivismo, brutture e trascuratezza che ci mettono addosso. È una svolta visiva e tangibile del presente a voler rispettare il passato e il nostro meraviglioso paesaggio.

Franco Crinò

Il contributo dell’arte, non solo della scienza. al miglioramento della società deve avere un suo grande rilievo. Certo, non possiamo non sottolineare il comportamento dei cittadini, ingiustificato quando non rispettano le norme ed i regolamenti per i servizi – nettezza urbana, idrico, depurazione, ecc., ma appunto ciò su cui dobbiamo lavorare sono il sentimento e il desiderio dei più di fare passi in avanti nell’ambiente nel quale viviamo. Da queste riflessioni di base, mentre la ruspa inizia la sua opera di demolizione di un manufatto in cemento che ci fa soffrire e imprecare da anni, brutto tratto nel viso e nel corpo affascinanti del Parco archeologico della Villa Romana di Casignana, arriva la necessità di buon mattino di scriverne. I problemi non erano pochi, uno su tutti: la demolizione del manufatto era prevista in un mega progetto che a dicembre prossimo “spirerà”. Infatti, per delle responsabilità non nostre, la Regione lo revocherà. Cosicché, nelle “more”, la sensibilità dell’amministrazione, la bravura dei progettisti in questo successivo, in teoria “sovrapponibile”, la “flessibilità” del Dipartimento regionale, hanno realizzato questo risultato, di sanare quel “pugno nell’occhio”, di eliminare quel manufatto fuori posto. È, secondo noi, un segno di liberazione da quella etichetta di abusivismo, brutture e trascuratezza che ci mettono addosso. È una svolta visiva e tangibile del presente a voler rispettare il passato e il nostro meraviglioso paesaggio. La comunità deve percepire l’Amministrazione attraverso tutte le esperienze, i “signes” debbono essere condivisi dal corpo sociale. E in questo caso, lo abbiamo avvertito nettamente, quel “era ora” del cittadino racchiude emotività, equilibrio estetico, interesse. Magari gli andava spiegata la difficoltà burocratica. Ma tutti insieme siamo riusciti ad imporre o a trovare un risultato “morale”, tecnicamente efficace, intimamente valori propri della nostra coscienza, la razionalità, la libertà. Si aggiunga la fatica dell’amministratore. Ma questo lo dobbiamo alla comunità. All’arte, al “bello”.

 

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