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venerdì, Maggio 17, 2024
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Aggredito in pieno giorno: il popolo dell’indifferenza

Giuseppe Serranò ci fa riflettere su come sia divenuta la nostra società al netto dell’indifferenza generale che pare dominarla.

Giuseppe Serranò

I vecchi senza più figli. E questi figli che non chiamano mai… I vecchi soli come i pali della luce E dover vivere fino alla morte Che fatica… Se avessi un’auto da caricarne tanti
Mi piacerebbe un giorno portarli al mare
….cantava Baglioni più di trent’anni fa.

L’autore di questa straordinaria lirica non avrebbe potuto raccontare meglio un mondo quasi parallelo troppo poco considerato dalle nuove generazioni e al quale ineludibilmente apparterranno anche le nuove generazione

Difficile però immaginare anche per lui che l’epoca dell’usa e getta ci avrebbe costretto a rinunciare anche alla nostra umanità nella totale indifferenza.

Già, l’indifferenza. “C’era gente per strada, ma nessuno mi ha aiutato” è l’amara riflessione del novantunenne aggredito in pieno centro a Firenze, culla del Rinascimento, da un “giovincello” per rubargli l’orologio.

Gianpaolo Matteuzzi si trovava in pieno centro cittadino in via degli Orti Oricellari quando si sono verificati i fatti. Aggredito in pieno giorno nei pressi della sua abitazione nel mentre diverse persone assistevano alla scena. Preso alle spalle, strattonato, spintonato e colpito ripetutamente con pugni e schiaffi. Un’aggressione brutale consumata da un giovane contro un vecchio che non si rassegna e che dopo aver subito il furto dell’orologio ed essere caduto per terra si rialza e prova ad inseguire il mascalzone nell’indifferenza dei presenti.

Alle rapine e alle truffe ai vecchi ci siamo (ahinoi!!) abituati ma ciò che sgomenta è l’indifferenza della gente verso una popolazione anziana che soffre sempre più l’isolamento sociale e che viene esclusa dalle relazioni interpersonali.

Le profonde trasformazioni economico sociali in questa epoca veloce e incline al consumo hanno tracciato un solco profondo tra giovani e anziani. Da una parte la vibrante forza della gioventù, la passione, il senso di onnipotenza insiti in ogni nuova generazione ma anche la convinzione di trovare ogni risposta nella tecnologia e dall’altra il valore dell’esperienza, della pacatezza, della saggezza.

La risposta a questi conflitti originati dai diversi valori, stili, competenze non può e non deve essere l’indifferenza.

Il 2 ottobre abbiamo festeggiato i nonni, il mondo celebra la giornata dei nonni e degli anziani e le Nazioni Unite vorrebbero proteggerli con strumenti simili a quelli che tutelano altre categorie fragili.

Le “giornate” di dibattito e riflessioni sono importanti ma i dati rimangono preoccupanti: “..nel biennio 2021-2022, risulta che il 15% degli anziani (ovvero più di 2 milioni della popolazione con 65 anni o più) vive in condizioni di rischio di isolamento sociale, dichiara che in una “settimana normale” non incontra, né telefona a qualcuno, e non partecipa ad attività con altre persone presso punti di incontro o aggregazione

Studi, ricerche, analisi sull’inclusione rischiano di trasformarsi in sterili proclami o in inutili sacre dell’ipocrisia fin quando non si metteranno in campo azioni concrete di partecipazione a partire dalla famiglia e dalle comunità locali.

Rinunciare ai nonni è rinunciare alla vita.

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