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Cosimo Iannopollo, un sidernese doc

Oggi racconterò di un uomo che più di altri ha lasciato un segno nella storia di Siderno, un uomo che con il suo impegno ha dato lustro alla nostra città, il suo nome è Cosimo Iannopollo, sindaco di Siderno per ben 27 anni. Grazie al ricordo di chi lo ha conosciuto e frequentato, come Pietro Fuda, Ilario Ammendolia e, in particolare grazie alla toccante intervista del figlio Paolo, abbiamo cercato di ricostruire la vita di un’anima “pura”.

Sin da bambina ho spesso sentito accostare il nome di Siderno a quello di Cosimo Iannopollo.  Così la mia curiosità mi ha spinto a cercare informazioni, per capire chi fosse quest’uomo tanto importante per la nostra città.

Cosimo Iannopollo nasce a Siderno, il 27 settembre 1916, da Paolo, marinaio e Angela Francesca Iannopollo, sarta. Cosimo cresce insieme al fratello e, dopo aver conseguito il diploma al liceo Classico «Ivo Oliveti» dì Locri, si iscrive alla facoltà di Lettere prima a Genova e, successivamente, a Messina. Tuttavia,  con lo scoppio della seconda guerra mondiale, interrompe gli studi per arruolarsi, col grado di sottotenente di fanteria, in Jugoslavia. Rientrato a casa, si laurea in Lettere, dedicandosi all’insegnamento, diventando anche preside nella scuola media di Monasterace. La sua grande passione è stata, però, la politica. Per questo, nel 1944 si iscrive al Partito Socialista Italiano e, il 13 aprile 1946,  viene eletto sindaco di Siderno, incarico che mantiene fino al 10 luglio 1970. Nel frattempo, nel 1954, sposa Maria Primerano dalla quale ha avuto tre figli: Francesca, Brigida e Paolo. Nel 1970 diventa presidente della provincia di Reggio Calabria e, anche questa volta, dimostra la sua competenza e il suo enorme senso del  dovere. Grazie al suo impegno è stata realizzata la strada Jonio-Tirreno. Il suo amore per Siderno era troppo forte, voleva continuare a dare il suo contributo alla città. Per questo, il 29 agosto 1985, accetta di nuovo l’incarico di primo cittadino che mantiene fino all’11 marzo 1988. È morto il 5 luglio 1998, all’età di 81 anni.
Per addentrarci meglio nella conoscenza di quest’uomo, ho chiesto informazioni a chi lo ha conosciuto davvero: gli amici Pietro Fuda e Ilario Ammendolia, ma soprattutto al figlio Paolo.

Pietro Fuda

Ho avuto rapporti con Cosimo, soprattutto dopo che ho iniziato a lavorare alla Cassa del Mezzogiorno, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria, perchè lavoravamo nella zona. Era un sindaco di altri tempi, perchè non si comportava da sindaco, ma con tutti era un padre di famiglia. Aveva sempre l’ufficio aperto per qualsiasi segnalazione o richiesta, era una persona molto per bene. In qualità di sindaco ha migliorato la qualità dell’amministrazione ,ad un livello tale che Siderno era presa da esempio in tutta la Calabria, è stato un buon amministratore per tantissimi anni. All’epoca erano tempi difficili, per trovare un finanziamento dovevi buttare l’anima. Ha sicuramente guidato il paese in un momento molto difficile per tutta la società, riuscendo a portare la città ad un ottimo livello. Aveva  pensato di costruire un porticciolo, aveva una mente molto aperta, anche perchè a Siderno nel dopoguerra c’era una specie di pontile dove attaccavano i pescherecci, lui lo pensava a livello di commercio; io, invece, avevo pensato di realizzarlo a scopo turistico. È stato anche protagonista dell’apertura dell’ospedale della nostra città facendo, insieme ad Oreste Surace e Peppino Brugnano, un importante battaglia. Oggi c’è un scadimento politico nazionale tangibile, quindi, ci sarebbe incompatibilità tra la sua cultura e quella attuale, perchè c’è un ambiente culturalmente a terra, non compatibile con la sua intelligenza e il suo modo di vedere. Cosimo iannopollo è stato il sindaco per antonomasia, perchè la sua presenza era garanzia di buona amministrazione per tutto l’arco politico. Nessuno si lamentava. Era una persona di altri tempi, non sono più tempi per le persone come lui.

Ilario Ammendolia

Io penso che più di politico era pragmatico, una persona onesta, un buon amministratore. Siamo stati consiglieri provinciali insieme e siamo diventati molto amici. Viaggiavamo insieme nella macchina io, Cosimo Iannapollo (socialista), Peppino Bruzzese (consigliere provinciale del partito comunista) e Morgante (medico democristiano). Questo viaggio si trasformava in un’avventura, perchè scherzavamo e mangiavamo insieme. Mi regalava, ogni anno, una bottiglia di vino, in quanto si riteneva un buon produttore di vino. Era una persona molto simpatica, ed era un figlio ideale. Quando la mattina partivamo, la mamma si affacciava dal balcone per salutarlo e gli diceva: “O Co, tu ricordasti u cappottu? (O Cosimo, te lo sei ricordato il cappotto?). E lui, così, ritornava indietro per prenderlo. Quando partiva doveva sempre girarsi per mandare il bacio alla sua mamma, la quale a sua volta passava il tempo ritagliando gli articoli che riguardavano il figlio. Non era un uomo che si opponeva al corso delle cose, non era un uomo di contrasto, ma uno di adesione, che riteneva gli eventi non facilmente qualificabili. Sicuramente tra gli amministratori che c’erano allora nella fascia Ionica era tra i più bravi. A Siderno, in veste di sindaco ha fatto tante cose: ha preteso il piano regolatore, ha voluto gli istituti tecnici, si è molto battuto per avere l’istituto tecnico per geometri e commerciale; l’errore, invece, che secondo me ha fatto era quello dell’ospedale,  non tenendo conto che a 4 km  c’era quello di Locri. Era un personaggio curioso, alcune volte era un perditempo. Per esempio, quando finivamo in consiglio provinciale, voleva passeggiare, invece di ritornare subito a casa. Amava intrattenersi. Quando, poi, salivamo in macchina c’era un ragazzo che si chiamava Bruno Agostino di Mammola che guidava la macchina, allora gli diceva: “Bruno, vola”. Poi si metteva accanto all’autista e si addormentava svegliandosi a casa. Durante il viaggio mangiavamo il panino con la mortadella o con l’olio con le alice salate, mentre d’estate prendevamo la granita a Bova. Cosimo è stato candidato al Senato, nel 1968, ma non è stato eletto per pochi voti, esattamente per 42. Era un sidernese doc, orgogliosi di esserlo. Per me, è stato un vero amico.

Ecco la toccante intervista rilasciata dal figlio Paolo, dalla quale esce fuori un uomo ammirevole, dedito alla sua famiglia e al suo paese.

Che padre è stato Cosimo Iannopollo?

Sicuramente un padre amorevole, attento e premuroso. Non ci ha mai fatto mancare niente sia per quanto riguarda i beni materiali sia quelli affettivi ed educativi. È stato un padre molto presente, nonostante il suo lavoro da amministratore e di insegnante lo portasse a stare spesso fuori casa.

Quale insegnamento più importante le ha dato?

L’insegnamento più importante è stata l’onestà, ed esserlo nei confronti di tutti, aiutare il prossimo ed i bisognosi. Pertanto è sempre stato un insegnamento che ho sentito molto. 

Quale era la qualità più bella di suo padre? 

Credo sia stata la perseveranza, era un uomo instancabile che amava il suo paese e  la propria Terra. Il suo desiderio era quello di vedere migliorare e crescere la sua città sia a livello strutturale che intellettivo.

Cosa, invece, suo padre non sopportava?

Sicuramente gli imbrogli. Lui è morto nel 1998, nel ’92 c’è stato lo scandalo di Mani Pulite, dove il primo ad essere stato arrestato è stato un socialista. Erano cose che lui non tollerava. Pensi che è stato per 24 anni sindaco, poi ha lavorato in provincia, infine è ritornato sindaco, ma non si è mai arricchito. Era una persona molto trasparente e onesta.

Com’ è nata la sua passione per la politica?

Dopo la guerra Siderno aveva necessità di strade, luce e di tante altre cose. Lui aveva qualcosa in più degli altri, perché era intuitivo, ma più che un politico si definiva un ottimo amministratore. Affermava che i politici riempivano la gente di parole, invece lui preferiva fare. Quando c’era un problema in paese si recava personalmente a verificare. Ogni giorno si recava in macchina, sul Lungomare, per controllare che coloro che curavano le aiuole avevano lavorato. Amava, profondamente, il suo paese.

Cosa penserebbe suo padre dell’attuale situazione politica?

Non si sentirebbe identificato in questo tipo di politica, perché è completamente all’opposto di quello che amava lui. Ora i politici sono molto protagonisti, sempre in prima pagina, fanno altro invece di lavorare. Essendo una persona molto schiva, non amava i protagonismi o i comizi. Infatti, era sempre contrariato quando doveva farli.

Cosa le manca di più di suo padre?

Un pò tutto, perché era un padre molto presente, una persona estremamente colta. Era, per esempio, appassionato di astronomia, a scuola era il primo della classe, amava leggere. Era una persona valida in tutti i sensi. Io ho sofferto, un pò, perché era un tipo ansioso. Da ragazzo, volevo andare all’YMCA e lui era sempre preoccupato che io potessi farmi male. 

Il mio augurio è che a livello locale e internazionale governino persone come mio padre.

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