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lunedì, Aprile 29, 2024
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Donna Meloni e il 1° Maggio

Come interpretare la decisione di “Donna Meloni” di convocare il Primo Maggio la riunione del Consiglio dei ministri per discutere di affari finanziari?

 Matteo Lo Presti

La presidente Meloni non ha un buon rapporto con le manifestazioni che la democrazia esalta come strumenti di partecipazione popolare alla storia e al rafforzamento anche futuro dei valori che la Carta Costituzionale prescrive.

il fumetto di Giannelli che sul Corriere della Sera la rappresenta sollevata di peso sulla scalinata dell’altare della Patria, da due carabinieri, per onorare il 25 aprile, interpreta la grigia freddezza di adesione ad un anniversario pieno di passione per la libertà. Allo stesso modo come interpretare la decisione di “donna Meloni” (come usava nel ventennio) di convocare il Primo Maggio la riunione del Consiglio dei ministri per discutere di affari finanziari?

Pervicace ostinazione impiegatizia per guadagnare uno straordinario? Noncurante distanza dal popolo italiano che solo dopo la caduta di Mussolini poté, nel 1946 tornare a celebrare il Primo Maggio, festa abolita dal Duce nel 1923, con l’opposizione di migliaia di lavoratori che contestarono questa decisione? Lo dica “donna Meloni” paura delle troppe bandiere rosse e quindi l’idea di sbiancare questo colore segno di unità tra i lavoratori, con l’immagine asfittica di una stanza a Palazzo Chigi lontana da impegno politico solidale? Neanche la dittatura fermò i valori del Primo Maggio. Di solito a Genova la prima domenica del mese gli operai fingevano di fare gite su prati, dove indossavano un garofano rosso e cantavano l’Internazionale.

La festa del Primo Maggio nacque a Chicago, non in Russia, nel 1886, all’insegna della lotta per il miglioramento della condizione operaia, per ottenere 8 ore di lavoro e   la tutela dell’integrità fisica dei proletari. Nessuna concessione a sentimenti patriottici, ma solidarietà e unità di intenti. A Chicago erano 80mila, a Londra nel 1890 nello stesso giorno erano trecentomila. A Buenos Ayres sempre nel 1890 solo tremila dimostranti in prevalenza immigrati europei: uno dei primi passi politici di un debole proletariato. Anche allora i capitalisti USA inveivano contro gli immigrati. E Pietro Gori anarchico autore dei versi di “Addio Lugano Bella “scriveva” il Primo Maggio Pasqua dei lavoratori glorifichiamo la vita, la gioia, l’amore e il nuovo diritto del lavoro”. Grande repertorio di informazioni nel libro “1° Maggio. Antologia” Edizioni Lotta comunista 1986.

 

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