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lunedì, Maggio 20, 2024
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Donne “equilibriste”: viaggio nella vita delle mamme lavoratrici

Come ogni anno, anche quest’anno, in occasione della Festa della mamma è stato pubblicato,  in collaborazione  con l’Istat , il Rapporto  di Save the Children, arrivato alla nona edizione. Il titolo del report è di per sé già esplicativo: “Le equilibriste” per  fotografare gli equilibrismi nei quali le donne madri lavoratrici sono costrette  a districarsi per conciliare vita professionale e familiare,  gestione quotidiana della genitorialità  e carichi di cura. E i dati sono tutt’altro che incoraggianti: il  report vede, infatti,  la Calabria occupare la poco invidiabile  17esima posizione. Il rapporto valuta, attraverso 11 indicatori, la condizione delle madri in tre diverse aree: quella della cura, del lavoro e dei servizi  operando anche un confronto  tra percorsi di welfare di alcuni Paesi europei. Anche quest’anno, sono le regioni del Nord ad essere più mother friendly, in alcuni casi con valori molto più alti della media nazionale. Male invece la Calabria che si attesta agli ultimi posti.  Cosa significhi essere oggi madri lavoratrici in Italia  lo chiediamo al sindaco di Cinquefrondi  e consigliere della città metropolitana di Reggio Calabria con delega ai  Beni Confiscati, periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace, Michele Conìa, “ Il rapporto evidenzia le difficoltà che  le madri lavoratrici incontrano ogni giorno nel conciliare impegni lavorativi e famiglia anche a causa di inadeguati servizi per la prima infanzia. Forte  rimane  il divario tra Nord e Sud. Oltre agli effetti devastanti che colpirebbero tutte e tutti, se l’autonomia differenziata dovesse diventare legge, le donne vedrebbero ulteriori restrizioni relative all’affermazione dei propri diritti. Il diritto al lavoro femminile verrà ulteriormente ostacolato dalla limitazione dei servizi pubblici (in primis, gli asili nido e il tempo pieno); al Sud, inchiodato alla spesa storica, le prospettive di sviluppo e di emancipazione saranno sempre più modeste”.  Il sindaco Conìa  interviene anche su donne e incarichi nelle istituzioni: “Il ruolo femminile nelle istituzioni è ancora molto limitato sia in termini di rappresentanza che di incarichi ricoperti. Dai dati del 2023 del Ministero degli Interni si apprende che  in Calabria su 404 comuni solo 30  sono le sindache. Dal Report, nell’area della Rappresentanza, relativa alla percentuale di donne in organi politici a livello locale per regione, si evince che  la Calabria è in fondo alla classifica”. Conìa si sofferma anche su discriminazioni e  violenza di genere: “Per un cambio di paradigma contro gli stereotipi di genere e la prevaricazione maschile, per lo sradicamento della cultura patriarcale, fin dal primo mandato, e di concerto con l’Assessorato alle Pari opportunità, abbiamo, tra l’altro,  modificato lo statuto del Comune rendendo obbligatoria la costituzione di parte civile in tutti i reati ed episodi di violenza contro le donne, inserito Cinquefrondi nel circuito “La Città delle Donne”,  firmati protocolli e ottenuto finanziamenti per la realizzazione di un Centro antiviolenza”. In Italia, si legge ancora nel report, una lavoratrice su cinque esce dal mercato del lavoro dopo la maternità e la natalità ha subito un calo del 3,6% rispetto al 2022; le donne senza figli che lavorano raggiungono il 68,7%, mentre solo poco più della metà di quelle con due o più figli minori ha un impiego,  il numero medio di figli per donna è di 1.20, mostrando una diminuzione rispetto al 2022 con  l’età media al parto (32,5 anni) che è la più alta d’Europa.  “A tal riguardo, commenta il sindaco Conìa, “tanti, troppi, sono ancora gli ostacoli, alla scelta di diventare mamme: tra gli aspetti strutturali, mancanza di servizi per l’infanzia, congedi parentali non equamente distribuiti e incertezza lavorativa. Inoltre da non sottovalutare  che le attuali diseguaglianze, fotografate dal rapporto SVIMEZ “Un Paese due scuole” saranno cristallizzate dall’entrata in vigore dell’Autonomia differenziata. Secondo l’Istituto, infatti, un bambino che vive nel Meridione frequenta la scuola primaria per una media annua di 200 ore in meno rispetto al suo coetaneo che cresce nel centro-nord;  al Sud e nelle isole sono il 79% del totale gli alunni che non hanno il servizio mensa e solo il 18 % accede al tempo pieno contro il 48% del Centro- Nord. Inoltre al Sud persistono peggiori condizioni sanitarie: è la Calabria ad avere il triste primato delle migrazione sanitaria ed aumentano anche  i viaggi della speranza dei pazienti in età pediatrica: nel 2020 la media nazionale si è attestata  all’8,7% con punte che  sono arrivate  al  23,6% della Calabria”. Prosegue determinato l’impegno del sindaco Conìa che conclude “Continueremo a lavorare con politiche e programmi mirati, per la completa parità di genere delle donne,  delle ragazze e delle bambine, contro la povertà educativa e l’abbandono scolastico, sensibilizzando alla prevenzione, offrendo  maggiori  opportunità culturali, cure sanitarie adeguate e necessarie. Libere, emancipate, rispettate”.

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