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martedì, Maggio 14, 2024
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ELLY SCHLEIN E WES ANDERSON SEPARATI ALLA NASCITA

E non mi venite a dire che la fisiognomica non abbia fondamenti scientifici. Accostate le foto della neo segretaria del PD Elly Schlein e quella del grande regista guru dell’estetica postmoderna Wes Anderson, ascoltate i loro argomenti, studiatene le posture e l’abbigliamento e poi mi direte. Per chi non conoscesse i film di Anderson, senza scomodare i critici paludati potremmo inserirli nella categoria del cinema disimpegnato; il suo è un immaginario estetico inconfondibile e completamente scevro da analisi sociopolitiche della realtà teso a rimarcare, esasperandole parodisticamente, le psicopatie delle classi medie. Anderson si diverte (e ci diverte) a descrivere i personaggi, raccontandone i rapporti affettivi e conflittuali che intercorrono tra di loro. Il tutto in un contesto, appunto, hipster che tende a rappresentare realtà idealizzate e distanti dalla realtà, tra fiaba e postmoderno.

In egual misura, Elly Schlein in quella tenuta radical-vintage che sembra appunto uscita da un set di Wes Anderson o da un centro sociale improbabile, tenta l’aggancio alla sequenza stellare Gramsci/Togliatti/Longo/Berlinguer spargendo sul Nazzareno effetti ottici conditi di laburismo-riformismo-progressismo, che in realtà mirano a trasfigurare il PD in un campus liberal intriso di diritti civili all’ombra di universi fluidi.

Come giustamente ha detto il sociologo Domenico De Masi, in un’intervista ad Antonello Caporale, “dopo Letta sembrano tutti bolscevichi” e la Schlein, con in tasca i suoi passaporti americano e svizzero, non avrà difficoltà ad apparire di sinistra.

“L’effetto ottico che la rende quasi una bolscevica è dato dal pregresso pantofolaio e neoliberista di quel partito. Aver avuto Enrico Letta a idolatrare l’agenda Draghi e schivato per un soffio il conservatore Bonaccini, fa ritenere la neosegretaria figlia adottiva di Gramsci. Effetto ottico, appunto.” “Il fatto è che non siamo abituati, non abbiamo parole e idee. E dire sinistra, dirsi progressisti, fa apparire estremista e sovversiva anche l’ape Maia.”

rev. Frank

 

 

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