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sabato, Luglio 27, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 22 Luglio.

Accadde che:

776 a. C (2797 anni fa): ad Olimpia, in Grecia, si svolgono i primi giochi olimpici. All’inizio era essenzialmente una manifestazione locale e veniva disputata unicamente un’antica gara di corsa. Successivamente, si aggiunsero altri sport e i Giochi arrivarono a comprendere corsa, pugilato, lotta e pentathlon. Da quel momento in poi, i Giochi divennero lentamente sempre più importanti in tutta la Grecia antica, raggiungendo l’apice nel VI secolo a.C. e nel V secolo a.C. Il numero di gare crebbe a venti, e le celebrazioni si estendevano su più giorni. I vincitori delle gare erano ammirati e immortalati. I Giochi si tenevano ogni quattro anni e il periodo della celebrazione divenne noto come Olimpiade. Per tutta la durata dei giochi (cinque giorni) venivano sospese le guerre in tutta la Grecia: questa era chiamata tregua olimpica. I Greci usavano le Olimpiadi anche come metodo per contare gli anni. La partecipazione era riservata a greci liberi che potessero vantare antenati greci. La necessità di dedicare molto tempo agli allenamenti comportava che solo i membri delle classi più facoltose potessero prendere in considerazione di partecipare. Venivano esclusi dalla partecipazione gli schiavi, i barbari, gli assassini, i sacrileghi e le donne. I Giochi persero gradualmente importanza con l’aumentare del potere Romano in Grecia. Sorsero problemi legati alla corruzione all’interno delle competizioni sportive, nonché problemi legati alla sicurezza delle manifestazioni. L’avvento del cristianesimo ebbe un’influenza determinante sul declino dei Giochi e la loro estinzione. Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero Romano, i vescovi e gli scrittori cristiani, palesarono la loro avversione per le celebrazioni e i riti pagani. Fu così che nel 393 d.C. dietro l’influenza del vescovo di Milano Ambrogio, l’imperatore Teodosio li vietò, ponendo fine a una storia durata più di 1000 anni. Nel 1892, durante il quinto anniversario dell’Unione delle società francesi degli sport atletici De Coubertin, dirigente sportivo, chiese il rilancio dei Giochi olimpici, ma senza molto successo. Tuttavia, non si arrese e presentò ancora una volta in pubblico le sue idee nel giugno 1894, durante un congresso presso l’università della Sorbona a Parigi. Il 23 giugno, ultimo giorno del congresso, venne deciso che i primi Giochi Olimpici dell’era moderna si sarebbero svolti nel 1896 ad Atene, in Grecia, la terra dove erano nati in antichità.

1970 (51 anni fa): si verificò, a Gioia Tauro, il deragliamento di numerose vetture del treno Freccia del Sud diretto da Palermo a Torino. Il disastro provocò la morte di sei persone, che si stavano recando a Lourdes  e il ferimento di altre 70 circa. Nella prima fase delle indagini, si ritenne che il fatto fosse stato dovuto al cedimento strutturale di un carrello del treno; più tardi, alla negligenza del personale che era alla sua guida. Solo molti anni dopo, sentenze definitive accerteranno che si era invece trattato di un attentato dinamitardo, compiuto collocando esplosivo sui binari ferroviari e accettando «il rischio del deragliamento e delle sue conseguenze mortali». Accerteranno anche che il fatto era stato organizzato nell’ambito dei moti verificatisi a Reggio Calabria a causa della designazione di Catanzaro a capoluogo della Regione e nel corso dei quali elementi della criminalità organizzata collegati a frange dell’estremismo di destra avevano ideato e organizzato azioni dirette a colpire le vie di comunicazione e gli elettrodotti realizzando oltre quaranta attentati a tralicci, rotaie e stazioni ferroviarie. Due di questi interessarono anche la linea ferroviaria Gioia Tauro-Villa San Giovanni, appena qualche mese dopo la strage sulla Freccia del Sud. Anche per ragioni strettamente procedurali o per la morte di alcuni imputati, i processi celebrati in relazione all’attentato del 22 luglio 1970 non hanno condotto alla condanna degli esecutori materiali e dei presunti mandanti.

Scomparso oggi:

2001 (20 anni fa): muore a Milano Indro Montanelli giornalista e scrittore. Nato a Fucecchio (Firenze) il 22 aprile 1909, è stato corrispondente e inviato speciale di varie testate, redattore del Corriere della sera; fondò e diresse Il Giornale e La Voce. Intransigente e anticonformista, dichiaratamente avverso al comunismo e fautore di una destra ideale, fu autore di numerosissime pubblicazioni, tra cui: “Facce di bronzo; Il  Della Rovere”; le fortunate opere divulgative “Storia di Roma, “Storia dei greci e “Storia d’Italia. Inizialmente sostenitore degli ideali fascisti, divenne in seguito critico nei confronti del regime e fu per questo escluso dall’albo dei giornalisti, per questo lasciò l’Italia. Ritornato in Italia, venne assunto dal Corriere della sera, e svolse l’attività di reporter in diversi Paesi europei. Nel 1943, dopo il crollo del regime fascista, si unì al movimento partigiano Giustizia e libertà e venne catturato e incarcerato dai tedeschi. Nel 1977  rimase vittima di un attentato delle Brigate rosse. Nello stesso anno accettò un finanziamento da parte di Silvio Berlusconi, che della testata divenne l’editore; i dissidi che seguirono all’entrata in politica di Berlusconi, nei confronti del quale assunse, negli anni seguenti, posizioni fortemente critiche, lo indussero ad abbandonare Il Giornale e a dare vita a un nuovo quotidiano, La voce, che però nell’aprile 1995 fu chiuso. Montanelli tornò allora a scrivere per il Corriere della sera, dove tenne una  rubrica e per il settimanale Oggi. Da quando è scomparso la sua mancanza all’interno della cultura italiana si nota in maniera importante; il ricordo della sua presenza sanguigna e amante della verità riacutizza sempre più il dolore per la sua perdita. Montanelli era, oltre un cane sciolto, un personaggio incapace di aderire ai luoghi comuni più conclamati, l’ultimo vero inviato d’assalto, un esempio di quel tipo di giornalismo che sembra ormai scomparso, quello che produceva storia nel suo farsi.

 

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