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sabato, Luglio 27, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 25 Maggio.

Accadde che:

1961 (61 anni fa): John F. Kennedy chiede al Congresso l’approvazione del programma Apollo con l’obiettivo di far atterrare un uomo sulla luna, entro la fine del decennio. Il programma Apollo si svolse tra il 1961 e il 1975 e fu il terzo programma spaziale di voli umani (dopo Mercury e Gemini) sviluppato dall’agenzia spaziale civile degli Stati Uniti. Queste sono state le parole pronunciate dal Presidente Kennedy: “Credo che questo paese debba impegnarsi a realizzare l’obiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Non ci sarà in questo periodo nessun progetto spaziale più impressionante per l’umanità, o più importante nell’esplorazione a lungo raggio dello spazio; e nessuno sarà così difficile e costoso da realizzare”. Nel discorso che diede inizio al programma Apollo, Kennedy dichiarò che nessun altro programma avrebbe avuto un effetto così grande sulle mire a lungo termine del programma spaziale americano. All’inizio del suo mandato, nemmeno Kennedy aveva intenzione di investire molte risorse sull’esplorazione spaziale, ma i successi sovietici e il bisogno di recuperare il prestigio dopo il fallimentare sbarco nella Baia dei Porci, gli fecero cambiare velocemente idea. La proposta del presidente ricevette un immediato ed entusiastico sostegno sia da ogni forza politica sia dall’opinione pubblica, spaventata dai successi dell’astronautica sovietica. L’obiettivo sarà raggiunto il 20 luglio 1969, quando Apollo 11, con Neil Armstrong e Buzz Aldrin, sbarcherà sulla Luna

2020 (2 anni fa): l’afroamericano George Floyd muore soffocato da un poliziotto, Derek Chauvin, durante l’arresto, dando così il via ad una serie di imponenti manifestazioni contro il razzismo e gli abusi delle forze dell’ordine degli Stati Uniti nei confronti dei cittadini di colore. La vicenda sarebbe cominciata, quando il proprietario di un negozio ha chiamato la polizia per denunciare un uomo che aveva usato una banconota da venti dollari falsa. Gli agenti arrivati sul posto avrebbero trovato il sospettato nella sua macchina, e secondo loro era “sotto l’effetto” di droghe o alcol. I poliziotti sostengono che l’uomo (in seguito identificato come George Floyd) si è rifiutato di uscire dalla macchina. A quel punto lo hanno ammanettato. Floyd, che era disarmato, è stato poi immobilizzato a terra, a pancia in giù e con il volto girato verso destra. Uno dei poliziotti gli ha premuto il ginocchio sul collo per diversi minuti. A differenza di quello che è successo in altri casi simili, le autorità hanno preso subito le distanze dagli agenti coinvolti nel caso. L’ex agente, Derek Chauvin, è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio dell’afroamericano.

Nato oggi:

1922 (100 anni fa): nasce, a Sassari, Enrico Berlinguer politico, tra le figure più influenti e iconiche della cosiddetta Prima Repubblica. Nell’ottobre del 1943 si iscrive al Partito Comunista Italiano, diventando Segretario della sezione giovanile di Sassari. Si trasferisce poi a Roma, ed entra a far parte della Segreteria Nazionale del Movimento Giovanile Comunista. Nel 1945, dopo la Liberazione, è a Milano come responsabile della Commissione giovanile centrale del PCI. Eletto deputato, entra in Parlamento per la prima volta nel 1968 divenendo membro della Commissione Esteri; ben presto all’interno del partito arriva alla carica di Vicesegretario Nazionale. Al XIII Congresso Nazionale del PCI, svoltosi a Milano nel marzo del 1972, Berlinguer viene eletto Segretario Nazionale. Egli riprende la formula togliattiana della collaborazione fra le grandi forze popolari: comunista, socialista e cattolica. Fra il settembre e l’ottobre del 1973, propone la sua analisi della società moderna partendo dal colpo di Stato in Cile, che ha mostrato a cosa può andare incontro una democrazia fragile. Così scrive il 12 ottobre del 1973: “La gravità dei problemi del paese, le minacce sempre incombenti di avventure reazionarie e la necessità di aprire finalmente alla nazione una sicura via di sviluppo economico, di rinnovamento sociale e di progresso democratico rendono sempre più urgente e maturo che si giunga a quello che può essere definito il nuovo grande compromesso storico tra le forze che raccolgono e rappresentano la grande maggioranza del popolo italiano. L’Italia è una democrazia debole che ha bisogno di un’alternativa condivisa e costruita dai grandi partiti di massa”. Il grande successo elettorale, ottenuto dai comunisti italiani alle elezioni del 1975 e del 1976, confermerà l’intuizione di Berlinguer. Il 7 giugno 1984, quando si trova a Padova, durante un comizio per le elezioni europee un ictus cerebrale lo colpisce. Morirà pochi giorni dopo, l’11 giugno. Una delle sue frasi più significative è la seguente: “Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e con gli oppressi, non c’è più scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”.

 

 

 

 

 

 

 

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