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giovedì, Maggio 2, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 3 Novembre.

Accadde che:

1957 (66 anni fa): l’Unione Sovietica lancia nello spazio lo Sputnik 2, con a bordo la cagnolina Laika, che però muore 7 ore dopo il lancio. Lo Sputnik 2 fu il secondo satellite artificiale entrato in orbita della storia, venne lanciato a un mese di distanza dal primo satellite della storia, lo Sputnik 1. Dopo vari test coi cani nell’ambito del programma spaziale sovietico, lo Sputnik 2 fu la prima sonda con a bordo un essere vivente, la cagnolina Kudrjavka (erroneamente denominata “Laika”, che era il nome convenzionale russo della razza) a raggiungere lo Spazio. La batteria del satellite si esaurì dopo appena 6 giorni, rientrò nell’atmosfera terrestre il 14 aprile 1958, dopo un viaggio di 162 giorni e dopo aver raggiunto un’altitudine massima di 350 km. La piccola cagnolina è così diventata il primo essere vivente mandato in orbita, un onore che, purtroppo, come previsto dagli scienziati, si sarebbe trasformato in un atroce condanna a morte, per via di una tecnologia che non era in grado di garantire il rientro in sicurezza delle capsule. Ufficialmente Laika morì a causa del cibo avvelenato messo nella navicella per evitarle una morte dolorosa durante il rientro. La realtà dei fatti, però, è molto più crudele: il 14 aprile del 1958 il corpicino di Laika fu trovato carbonizzato all’interno della capsula recuperata al largo delle Antille.  L’impatto sull’opinione pubblica mondiale fu enorme. Se da un lato infatti molti ammirarono e compatirono la cagnetta, la quale non sarebbe mai sopravvissuta al viaggio, tutto il mondo si accorse dei passi da gigante che l’Unione Sovietica stava compiendo in campo aerospaziale. Il sacrificio di Laika la rese una vera eroina nazionale, ricordata per sempre con eventi, statue e francobolli.

1968 (55 anni fa): un’alluvione devasta il Piemonte, in particolare la provincia di Biella provocando 72 morti e l’evacuazione di centinaia di abitazioni. Dopo un ottobre anomalo, con temperature quasi estive, il 1º novembre 1968 iniziò a piovere ininterrottamente su alcune aree del Piemonte nord-orientale. Per via del caldo accumulatosi le settimane precedenti, i rovesci non colpirono solo la pianura o la fascia collinare, ma si riversarono abbondantemente anche ad altitudini sopra i 1000 metri. Le piogge del 1º novembre, cadute ininterrottamente per dodici ore, andarono così rapidamente a saturare il terreno. La situazione venne aggravata ulteriormente da una serie di smottamenti e di frane che oltre ad interrompere le varie infrastrutture del territorio andarono a formare anche dei bacini artificiali a rischio esondazione. Ad essere principalmente colpite furono alcune vallate del vercellese, oggi in provincia di Biella, come la valle di Mosso, valle Sessera, Valsesia e valle dell’Elvo. Allagamenti ed inondazioni si registrarono poi anche in altre zone del Piemonte come la val d’Ossola, il Monferrato e le Langhe. L’eccezionalità dell’evento è testimoniata dal fatto che alcuni pluviometri della zona registrarono quantità di acqua mai vista prima.

Nato oggi:

1924 (99 anni fa): nasce, a Roma, Alberto Manzi maestro elementare, noto principalmente per aver condotto la fortunata trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”, messa in onda fra il 1960 e il 1968, il cui successo fu tale che, successivamente, venne riprodotta all’estero in ben 72 Paesi, e riuscì a far prendere a quasi un milione e mezzo di italiani la licenza elementare. Diplomandosi contemporaneamente all’Istituto Magistrale e all’Istituto Nautico, tale duplice formazione segna la sua vita professionale influenzando i suoi metodi didattici. Nel 1946, inizia la sua attività scolastica, si laurea poi in Pedagogia e Filosofia, specializzandosi in Psicologia. Nel programma “Non è mai troppo tardi”, il maestro teneva in tv delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, che usavano metodologie didattiche innovative per quegli anni. Il suo pubblico e la sua immensa classe di alunni, era composta da persone adulte, il cui grado di analfabetismo era totale o comunque molto grave. Pare che Manzi durante il suo provino rifiutò il copione che gli era stato dato, strappandolo, per poi improvvisare una lezione a modo suo. La trasmissione tv andò in onda per quasi un decennio, suscitò un importante interesse, ma soprattutto ebbe grande rilevanza a livello sociale: si stimò che poco meno di un milione e mezzo di persone abbia conseguito la licenza elementare grazie alle sue lezioni a distanza. Si trattava praticamente di un corso di scuola serale. Le sue trasmissioni avvenivano durante il tardo pomeriggio, prima dell’ora della cena; Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale, con l’ausilio di un carboncino, scriveva lettere e parole semplici, accompagnate da un simbolico disegno di riferimento dalla grafica semplice e accattivante. Il maestro Manzi aveva anche in dotazione una lavagna luminosa, che a quei tempi risultava essere un dispositivo molto suggestivo ed affascinante. Concluso il programma, Alberto Manzi comparve sporadicamente in alcuni programmi radiofonici o televisivi.  A lui oggi sono intitolate numerose scuole elementari e medie in Italia. Muore, a Pitigliano (Grosseto), il 4 dicembre 1997.

 

 

 

 

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