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lunedì, Aprile 29, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, i personaggi e i perosnaggi principali che hanno segnato la data del 23 Gennaio.

Accadde che:

1932 (92 anni fa): esce il primo numero di una delle riviste italiane più diffuse e longeve: la Settimana Enigmistica. A idearla e lanciarla fu Giorgio Sisini, imprenditore discendente da una nobile famiglia sarda. Il primo numero, composto da 16 pagine, ospitava in copertina l’attrice messicana Lupe Vélez: il disegno del volto della donna compariva sullo sfondo del cruciverba in prima pagina. L’intuizione di Sisini, che fu l’unico redattore per le prime edizioni, si rivelò vincente. La Settimana Enigmistica conobbe presto una grande popolarità. Durante la guerra, il piccolo periodico, veniva portato perfino nelle trincee dai soldati. Da sempre la Settimana enigmistica si avvale della collaborazione di importanti enigmisti, tra i quali è sempre spiccato il nome di Pietro Bartezzaghi. La complessità dei cruciverba a schema libero che creava, ospitati solitamente alla pagina 41, venne presto rinominata tra gli appassionati “Il Bartezzaghi”. Si deve a lui la modernizzazione del cruciverba per come lo conosciamo oggi; inserì infatti nuovi elementi come i riferimenti all’attualità, alla politica, ma anche neologismi e parole straniere. Oggi la veste tipografica della rivista prevede 48 pagine. L’ultimo restyling che ha subito risale a quasi 25 anni fa, quando nel 1995 fu introdotto il colore per alcuni giochi. I caratteri tipografici attualmente usati sono il Frutiger e il Times New Roman.

1960 (64 anni fa): il batiscafo USS Trieste stabilisce un record di profondità quando scende a 10750 metri nell’Oceano Pacifico. Quella mattina, il mare era agitato e ciò rese particolarmente difficile l’immersione del batiscafo negli abissi marini. “La discesa alla massima profondità mai raggiunta da un essere umano si rivelò, in realtà, un po’ noiosa”, dichiarò Don Walsh che pilotò il Trieste insieme all’oceanografo svizzero Jacques Piccard. Benché la noia sia stata poi interrotta da “un momento di terrore allo stato puro”, aggiunge Walsh. Si trovavano a due terzi del percorso verso il fondale, quando un forte fragore scosse lo scafo del piccolo batiscafo ad autopropulsione. Walsh e Piccard si guardarono e si prepararono al peggio. Invece non accadde nulla. In seguito, scoprirono che un finestrino esterno in plexiglas si era incrinato a causa della pressione, Il finestrino incrinato, tuttavia, non era una minaccia per la loro sopravvivenza, almeno non nell’immediato. L’immersione del Trieste non fu soltanto un viaggio record, grazie a quell’impresa, infatti, Piccard e Walsh aprirono una finestra scientifica sugli abissi oceanici, fino a quel momento generalmente ritenuti privi di forme di vita. Quando il batiscafo toccò il fondale, i due scienziati si munirono di lampade ai vapori di mercurio per perlustrare l’assoluta oscurità che li circondava. Lo spettacolo che si presentò ai loro occhi li lasciò senza fiato: “La scoperta di gran lunga più interessante fu il pesce piatto che scorgemmo scrutando dall’oblò il fondo dell’oceano”, riferì in seguito Piccard. “Rimanemmo strabiliati all’idea di aver trovato a quella profondità forme di vita marina superiore”.

Scomparso oggi:

1989 (35 anni fa): muore, a Figueres (Spagna), Salvador Dalí, marchese di Pùbol, all’anagrafe Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech, pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer, sceneggiatore e mistico. Nato, a Figueras, l’11 maggio 1904 è stato il pittore del surreale e di mondi onirici. Appena adolescente espone alcuni dipinti presso il teatro municipale della sua cittadina, riscuotendo un significativo apprezzamento critico. La sua prima pittura è connotata dalle influenze futuriste, cubiste e, soprattutto, dall’opera di Giorgio De Chirico. Nel 1929, entra finalmente nel gruppo dei surrealisti, ma il suo surrealismo è, comunque, fortemente personalizzato: ispirato a De Chirico ed imbevuto di richiami alla psicanalisi freudiana. Nel 1930, pubblica “La femme visible”, saggio dedicato a Gala, sua moglie dal 1929, modella e musa per tutta la vita. Questo libro segna un nuovo orientamento di Dalí, che inizia a coniugare un realismo quasi accademico con un delirio deformante, talvolta macabro. Tra il 1940 e il 1948 vive a New York, in questi anni ha occasione di esporre le sue opere al Museum of Modern Art. Alla sua morte, lascia allo Stato spagnolo tutte le opere e le sue proprietà.

 

 

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