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martedì, Maggio 21, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi principali che hanno segnato la data del 3 Aprile.

Accadde che:

1896 (128 anni fa): esce il primo numero de La Gazzetta dello Sport, dall’unione delle due testate Il Ciclista e La Tripletta, tre giorni prima che iniziassero ad Atene le prime Olimpiadi dell’era moderna. Negli anni Ottanta del XIX secolo, a Milano, lo sport inizia a diventare un’attività popolare, la gente si appassiona soprattutto di ciclismo, ippica e podismo. La prima tiratura è di 20.000 copie di color verde. Il 4 settembre 1896 si tenta il passaggio ad una carta color giallo “alla francese”, ma l’esperimento dura poco perché dal 1º gennaio 1897 si torna al verde chiaro originale e la Gazzetta assume il nome attuale. Il 2 gennaio 1899 il giornale esce in edicola con il nuovo colore rosa che si impone subito e diventerà il simbolo distintivo del giornale. Il 10 luglio 2006, il giorno dopo la vittoria della nazionale di calcio italiana nei mondiali di calcio 2006, la tiratura del giornale ha battuto il record italiano precedente (che apparteneva sempre a La Gazzetta) con l’incredibile cifra di 2.302.808 copie.

1973 (51 anni fa): Martin Cooper utilizzò per la prima volta un cellulare per fare una telefonata, dando vita a una nuova era nel campo delle telecomunicazioni. L’ingegnere della Motorola usò un dispositivo dalle dimensioni simili a quelle di una scarpa per mettersi in contatto con Joe Engel, suo amico e rivale della Bell Laboratories AT&T, impegnato nel suo stesso ramo di ricerca. “Alla Motorola ce l’abbiamo fatta, la telefonia cellulare è una realtà!”: è con questa frase che Cooper è entrato di diritto nella storia della tecnologia. Nonostante l’importante risultato raggiunto furono, comunque, necessari altri 10 anni per arrivare alla commercializzazione del primo telefonino. Chiamato Morotola DynaTAC, acronimo di Dynamic Adaptive Total Area Coverage, il dispositivo richiese non solo svariati anni di duro lavoro, ma anche un investimento di un milione di dollari. Esteticamente molto lontano dai moderni smartphone, il cellulare pesava un chilo, era piuttosto voluminoso e non aveva un display. Inoltre, costava quattromila dollari e, come se non bastasse, aveva una batteria che durava solo mezz’ora e richiedeva svariate ore per ricaricarsi.

Nato oggi:

1924 (100 anni fa): nasce, in Nebraska (Stati Uniti), Marlon Brando attore, regista e sceneggiatore.  Massimo rappresentante del nuovo metodo di recitazione dell’Actor’s Studio che si andava affermando nel cinema americano nella metà degli anni ’50 (il famoso “Metodo Stanislavsky”), Marlon Brando si è imposto dapprima come attore di notevole spessore e poi come vera a propria icona, grazie alla sua capacità di vivere i personaggi che interpretava ampliandone le interne pulsioni psicologiche, spesso appena suggerite dalle sceneggiature. Quando si trasferisce a New York, frequenta un corso di arte drammatica debuttando nel 1944 a Broadway. Tre anni più tardi trionfa in teatro con il personaggio di Stanley Kowalski, il protagonista dello struggente dramma di Tennessee Williams “Un tram chiamato desiderio”.  Il vero successo arriva, nel 1951, con la versione cinematografica dello con lo stesso testo che lo lanciò in teatro, che lo proietta direttamente nell’immaginario femminile di un’intera generazione. Purtroppo, negli anni a venire di questo grande fascino resterà solo l’ombra. Brando, inspiegabilmente, perde del tutto la magnifica forma fisica di un tempo, forse per i grandi problemi legati alla sua famiglia, si è lasciato andare: il primo figlio ha assassinato l’amante della sorellastra Cheyenne, ed ha subito la condanna al massimo della pena, dieci anni, nonostante il padre abbia testimoniato in suo favore. In seguito Cheyenne si è suicidata impiccandosi. La rinascita arriverà negli anni ’70, quando azzecca un ruolo che rimarrà nella storia dell’interpretazione, quello di Don Vito Corleone nel film ”Il Padrino” di Francis Ford Coppola. Durante il provino Brando improvvisa il famoso trucco per diventare Don Vito: capelli tenuti indietro con la brillantina, sfumature di lucido da scarpe su guance e fronte, guance imbottite di Kleenex. Per la parte riceve l’Oscar ma, con una mossa a sorpresa, si rifiuta di ritirarlo e, per protestare contro il modo in cui il governo USA tratta gli indiani, manda al suo posto una giovane Apache. Nello stesso anno recita nel film scandalo “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci. Per capire la grandezza di Marlon Brando è significativa una battuta di Al Pacino, che ha recitato con lui ne “Il padrino”: “È come recitare con Dio”.  Muore, a Los Angeles, il 2 luglio 2004.

 

 

 

 

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