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giovedì, Maggio 2, 2024
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C’è un solo modo per essere realisti: chiedere la pace subito

Ilario Amendolia ci parla delle guerre e dei criminali che le compiono, asserendo che non vi è poi tanta differenza tra un don Vito di turno e un capo di stato guerrafondaio

Siamo alle prime battute del film “Il Padrino” quando il giovane Mike dialoga con la fidanzata Kay. Tutto intorno c’è festa per il matrimonio della figlia del boss don Vito Corleone nonché sorella di Mike.

Il vecchio boss riceve l’omaggio degli “amici” nel suo “studio”, un momento importante perché si verifica la coesione della “famiglia”, si dispensano favori a rendere, prende forma la politica delle alleanze con le altre” famiglie”. Per il resto sembrerebbe un matrimonio normale sia pur grossolano, in realtà la maggior parte degli ospiti è composta da assassini, estortori, ladri, scassinatori,, delinquenti.. non comuni. È “cosa nostra”.

Mike, senza provare imbarazzo alcuno, cerca di spiegare alla fidanzata il “lavoro” del padre. In fondo, – dice Mike – mio padre è come un ministro, un governatore, un uomo di Stato. Gestisce uomini.

“Sei ingenuo – è la risposta di Kay- il presidente e i ministri non vanno in giro a minacciare ed uccidere la gente”.

La risposta di Mike è composta ma tagliente: “adesso ti domando io: chi è l’ingenuo tra noi due, Kay?”

Una risposta apparentemente folle ma Mike era appena ritornato dai campi di battaglia della Seconda guerra mondiale.

C è ancora chi giustifica le guerre con “motivi ideali”,   “interessi nazionali” ,  “ragioni politiche”, a volte, da “ragioni morali”. C’è sempre una “Chiesa” che le benedice, uno scrittore che le racconta, un poeta che ci commuove. E quando le armi tacciono si rimuovono i morti con gli inni patriottici, la musica sacra, il passo marziale, le medaglie al valore e le bandiere al vento.

Le guerre di mafia sono il frutto della brama di ricchezza e di potere, vengono scatenate da menti criminali che organizzano i massacri solo per interessi personali, al massimo della propria cosca.

Non c’è gloria e non c’è onore.

Sono persino proibiti i funerali.

Restano i fatti nella loro brutale oggettività.

Da una parte ci sono le immagini del piccolo De Matteo sciolto nell’acido, della strage di Capaci o di via D’Amelio, le bombe di via dei Gergofili, le stragi di mafia. Dall’altro lato ci sono le foto degli israeliani inseguiti e uccisi da Hamas, dei 4000 bambini di Gaza dilaniati da bombe di ultima generazione. Di migliaia di esseri umani, soprattutto giovani, che dall’Ucraina alla Palestina vengono sacrificati ad una “giusta causa” che loro non conoscono. E che forse non c’è.

Vorrebbero far l’amore e li mandano a far la guerra.

Nonostante tutto ciò uno statista resta uno statista che sa esporre le ragioni della guerra, magari parla tre lingue, conosce Tacito, ha studiato filosofia ed economia mentre un capo mafia resta un uomo rozzo, un barbaro che vorrebbe riportare l’umanità all’età della pietra. Ma per fortuna nostra non lo può fare. Mentre lo statista lo potrebbe fare e probabilmente lo farà. In qualche modo l’ha già fatto nel 1914 e nel 1939.

Intanto, in questi giorni, i giovani si guardano intorno e ricevono un messaggio di violenza, di cinismo, di contrapposizione disumana che niente e nessuno potrà cancellare dalla loro mente. Il seme di odio seminato in questi momenti di follia germoglierà e, se non peggio, avremo i frutti in nuove leve di mafiosi, di criminali, di bande giovanili, di bulli, di dritti, di cinici.

La violenza non nasce dal nulla.

I criminali non piovono dal cielo.

Nonostante tutto, non sono convinto che un governo democraticamente eletto possa essere accostato ad un gruppo di potere criminale, a patto che osservi la Costituzione che non attribuisce ad alcun governante il potere di portarci in guerra o di renderci complici delle guerre altrui.

Nessuno, neppure lo Stato, ha diritto di vita e di morte sui propri cittadini e non può usurpare diritti naturali inalienabili che precedono gli stessi diritti di cittadinanza.

Senza questa consapevolezza lo statista diventa mafioso.

Per quanto azzardato possa sembrare Netanyahu non è diverso da don Vito Corleone e neanche da personaggi reali come Genco Russo, Calogero Vizzini o Ntoni Macrì. Non parlo di Hamas perché il fanatismo religioso è ancora peggiore.

Se le guerre continuassero ad insanguinare il mondo, la risposta di Mike a Kay si rivelerà drammaticamente giusta.

C’è un solo modo per essere realisti: chiedere la pace subito.

È probabilmente sbaglia la Sinistra a sganciare il dramma della guerra (e delle mafie) dal neoliberismo selvaggio. Quando la ricchezza e il potere diventano l’alfa e l’omega del mondo lo scontro progressivamente sempre più disumano ne è la logica conseguenza. E noi dobbiamo restare umani.

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