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giovedì, Maggio 2, 2024
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La lettera del Diavolo, un mistero tutto Meridionale

La lettera, conosciuta oggi come “Lettera del Diavolo”, è un documento misterioso e oscuro conservato ancora oggi presso il monastero femminile di Agrigento. In molti hanno tentato di decifrarlo negli anni, fallendo e finendo per bollarlo come un falso storico.

Francesco Salerno

Agrigento, 1676, monastero femminile benedettino di clausura del SS Rosario a Palma di Montechiaro, Agrigento. È l’undici agosto di un giorno apparentemente normale quando Isabella Tomasi, monaca benedettina di nobile famiglia, viene ritrovata dalle sue consorelle nella sua cella in condizioni a dir poco spaventose. La monaca era seduta a terra, il volto sporco di inchiostro, un calamaio sulle gambe e uno strano foglio stretto in mano.

Su quest’ultimo è stato impresso un testo indecifrabile composto da caratteri che nessuno aveva mai visto. Interrogata poco dopo, Isabella racconterà di essere stata posseduta da Satana il quale l’ha obbligata a scrivere per lui una lettera.

Dopo aver completato il testo, il demonio avrebbe anche chiesto alla donna di firmarlo ma questa, con un grande sforzo di volontà, sarebbe riuscita a scrivere in calce soltanto le parole “Ohimè”.  Isabella, dichiarata poi venerabile a papa Pio VI e conosciuta meglio come suor Maria Crocifissa della Concezione, non ha mai ritrattato la sua storia né la veridicità del testo.

La lettera, conosciuta oggi come “Lettera del Diavolo”, è un documento misterioso e oscuro conservato ancora oggi presso il monastero femminile di Agrigento. In molti hanno tentato di decifrarlo negli anni, fallendo e finendo per bollarlo come un falso storico.

Ma, alcuni anni fa, i ricercatori del Ludum Science Center di Catania hanno fatto una scoperta straordinaria. Inserendo il testo in un programma di decriptazione avanzatissimo, hanno rivelato che quelli segnati dalla suora non sono caratteri inventati. La lettera pare combinare insieme elementi di diversi alfabeti, da quello greco a latino a quello runico e degli yazidi.

Il programma, inoltre, avrebbe anche decifrato alcune frasi che qui riportiamo di seguito:

“Forse ormai certo Stige”, dove lo Stige è uno dei fiumi degli Inferi.

“Poiché Dio Cristo Zoroastro seguono le vie antiche e sarte cucite dagli uomini, Ohimé”.

“Un Dio che sento liberare i mortali”.

Quella che pareva, dunque, solo una burla vecchia di 400 anni, si è rivelata qualcosa di molto più complesso e misterioso che, forse, col passar di tempo ci rivelerà tutti i suoi segreti.

 

 

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