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La sonda Solar Parker ha toccato il Sole

Per la prima volta nella storia, un veicolo spaziale ha toccato il Sole. La sonda Solar Parker della Nasa ha volato attraverso la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, la corona e ha campionato particelle e campi magnetici”. Lo annuncia l’ente spaziale americano. La notizia è stata data in una conferenza stampa in occasione del meeting dell’American Geophysical Union a New Orleans. I risultati sono pubblicati sulla rivista Physical Review Letters e sono in via di pubblicazione su The Astrophysical Journal.

Parker Solar Probe è stato lanciato nel 2018 per esplorare i misteri del Sole arrivando più vicino di qualsiasi altra navicella spaziale. La sonda è stata chiamata come il fisico Eugene Parker, che teorizzò per primo l’esistenza del vento solare.

Thomas Zurbuchen, direttore della missione scientifica presso la sede della NASA a Washington, ha annunciato: “La Parker Solar Probe ha toccato il sole; è un momento monumentale per la scienza solare e un’impresa davvero notevole”. Di fatti è proprio vero perché, come l’atterraggio sulla Luna ha permesso agli scienziati di capire come questa si sia formata, toccare la stessa sostanza di cui è fatto il Sole aiuterà gli scienziati a conoscere informazioni più approfondite sull’evoluzione della nostra stella, sui suoi impatti sul nostro sistema solare, inoltre questo ci permetterà di conoscere anche tutte le altre stelle dell’Universo.

L’innovazione straordinaria e geniale sta nel fatto che, Parker, mentre gira più vicino alla superficie solare compie scoperte che altri veicoli spaziali non sono riusciti a portare a compimento, poiché troppo lontani dal Sole. Infatti nel 2019, Parker Solar Probe ha scoperto che le strutture magnetiche a zig-zag nel vento solare, chiamate tornanti, sono abbondanti vicino al Sole, ma un mistero il come e il dove essi si formino. Con l’avvicinarsi sempre di più al Sole la sonda ha identificato il luogo da cui hanno origine: la superficie solare. Ma il vero viaggio è appena iniziato, poiché la nostra navicella continuerà a fornire dati su altri fenomeni impossibili da studiare da lontano. Sono già giunti alcuni fondamentali dati, come il fatto che la superficie solare non sia una palla liscia, ma sia piuttosto ‘raggrinzita’. Proprio l’analisi di queste punte e valli, che ne increspano la superficie, potrà aiutare a capire come gli eventi che avvengono più in profondità influenzino l’atmosfera, il vento solare e la Terra.

A differenza della Terra, il Sole non ha una superficie solida, ma un’atmosfera surriscaldata, fatta di materiale solare legato al nucleo dalla gravità e dalle forze magnetiche. Quando il calore e la pressione in aumento, spingono quel materiale lontano dal Sole, esso raggiunge un punto in cui la gravità e i campi magnetici sono troppo deboli per contenerlo. Quel punto, noto come superficie critica di Alfvén, segna la fine dell’atmosfera solare e l’inizio del vento solare. Il materiale solare, sprigionato dall’atmosfera, attraverso l’energia solare arriva al confine di Alfvèn e superato, con il vento solare viene trasportato in tutto il sistema solare, verso la Terra e oltre. Nessuno era mai riuscito a capire dove si trovasse esattamente il confine di Alfvén e né tantomeno è stato mai attraversato.

Gli studiosi avevano stimato che la distanza fosse più o meno collocata tra 10 e 20 raggi ovvero da 4,3 a 8,6 milioni di miglia. Il 28 aprile 2021, gli scienziati hanno capito che Parker, il quale viaggiava a circa 13 milioni di chilometri dalla superficie, aveva attraversato la superficie critica di Alfvén, questo confine invisibile, andando sotto i 20 raggi, per la prima volta, durante la sua ottava sonda. “Volando così vicina al Sole, la Parker Solar Probe ora percepisce le condizioni della corona solare come non abbiamo mai potuto fare prima”, ha sottolineato Nour Raouafi, project scientist della sonda presso il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory. “Le prove che la sonda sia arrivata effettivamente a contatto con la corona solare si vedono nei dati del campo magnetico, in quelli del vento solare e visivamente nelle immagini. Possiamo vedere per davvero la sonda che vola attraverso le strutture della corona, osservabili durante l’eclissi totale di Sole”, ha aggiunto.

La Parker continuerà a orbitare attorno al Sole seguendo un’orbita a forma di spirale che porterà la sonda ad avvicinarsi ogni volta di più, un totale di 24 giri completi che gli permetteranno, se riuscirà a resistere alle temperature sempre più alte, a penetrare fino a meno di 6 milioni di chilometri dalla superficie del Sole.

Mentre la sonda spaziale vola verso il Sole, la sonda europea ha messo a disposizione i suoi strumenti raccogliendo le prime misure sia dell’ambiente interplanetario che del Sole e della sua turbolenta atmosfera. L’Asi e l’Inaf riferiscono che sono stati raccolti dei dati provenienti da dieci differenti strumenti a bordo della sonda e sono stati documentati in ben 56 articoli raccolti in un numero speciale sul sito web della rivista Astronomy & Astrophysics. Molti degli articoli vedono la firma di ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Agenzia Spaziale Italiana, del Cnr, e di varie Università italiane.

La partecipazione italiana a questi articoli è abbastanza forte, ed è frutto di un importante contributo scientifico e tecnologico del nostro Paese alla missione. Infatti, uno dei dieci strumenti, facenti parte della Solar Orbiter, è il coronografo Metis, realizzato dall’Agenzia spaziale italiana, il suo compito è quello di esplorare la corona solare sfruttando le immagini del campo ultravioletto.

Nei prossimi mesi, a marzo del 2022, Solar Orbiter si avvicinerà ancora di più al Sole.

Francesca Commisso

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