Il bimbo al centro del caso “solo trasfusioni dai no vax” è stato operato al Sant’Orsola di Bologna, dall’equipe guidata dal dottor Gaetano Gargiulo.
Il piccolo, di 2 anni, figlio di una coppia residente nel Modenese, necessitava di un’operazione al cuore. La famiglia, però, proprio ad inizio anno, aveva fermato tutto, chiedendo solo trasfusioni da persone no vax.
Così l’intervento del piccolo è stato fermato, in attesa di riordinare anche legalmente tutti i passaggi per curarlo. Il tribunale, a cui si è rivolto il policlinico Sant’Orsola di Bologna, che ha in cura il bambino, ha dato via libera ai sanitari per le trasfusioni, sospendendo provvisoriamente la potestà genitoriale ai genitori.
Il giudice nelle sue motivazioni ha specificato che non esista differenza tra il sangue di vaccinati e quello di non vaccinati, punto su cui, invece, insistevano i genitori del bimbo, temendo addirittura che che nel corso della trasfusione, insieme al materiale ematico, potesse essere trasmessa la proteina spike contenuta nei vaccini anti-Covid. Inoltre, i familiari modenesi avrebbero giustificato il rifiuto di sangue di donatori vaccinati anche per motivi di ordine religioso, legati cioè alla convinzione che per realizzare i vaccini fossero state usate cellule di feti abortiti. Tale convinzione deriverebbe da un interpretazione errata della Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19, emessa il 21 dicembre 2020 dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Anche su questo punto il giudice ha chiarito di non ammettere obiezioni di coscienza sul vaccino anti-Covid.
Per fortuna, alla fine è arrivata una buona notizia: il bambino è stato operato dall’equipe guidata da Gaetano Gargiulo e sembra stare bene