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Oreste Sorace, l’uomo del fare

Oreste Sorace è stato sindaco di Siderno dal 16 dicembre 1978 fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta la notte tra il 25 e il 26 maggio 1979, a causa di un malore, a soli 51 anni. Grazie al racconto della figlia Cesira e del libro“Oreste Sorace, l’uomo che ci manca, il politico che vorremmo”, viene fuori l’immagine di un uomo, padre e politico straordinario, che ha agito, in tutta la sua breve vita, per amore incondizionato della sua Terra.

Non ho mai conosciuto una persona che ha dentro il suo cuore un amore e un’ammirazione tanto profonda verso il proprio padre, fino a quando non ho parlato con la figlia Cesira. Le sue parole e i suoi occhi hanno suscitato, in me, profonda commozione.

Oreste Sorace nasce a Siderno nel novembre 1927, il padre Domenico era un maresciallo della Regia Marina che, per motivi di lavoro passò lunghi periodi lontano dalla famiglia; la madre Cesira sin da piccola andò a vivere con uno zio materno Oreste Badolato. Oreste si diplomò al liceo classico, per poi iscriversi alla facoltà di Scienza Naturali all’università di Messina, ma non conseguì mai la laurea a causa di un diverbio con un professore. Grazie all’influenza dello zio Oreste si appassionò di politica e si iscrisse al partito socialista. In quegli anni, strinse una profonda amicizia con Nicola Zitara, amicizia che durò tutta la vita. Ha dimostrato, sin da subito, la sua propensione nel difendere i diritti dei lavoratori. Il 27 maggio 1956 fu eletto per la prima volta consigliere comunale, durante tutta la sua esperienza politica cercò di valorizzare la nostra città: realizzando il piano regolatore, il Carnevale, il Gelsomino D’Oro, un premio da assegnare a persone che con il loro impegno, le qualità professionalità erano riusciti a dare lustro alla nostra zona.  Nel frattempo, nell’agosto 1957, si sposò con Matilde Brugnano, dalla quale ebbe tre figli: Cesira, Domenico e Zelia. Sicuramente, l’obiettivo che più lo rese orgoglioso è stata la realizzazione dell’ospedale e quando, il 21 dicembre 1975, furono aperti i primi reparti realizzò un sogno. Ma la soddisfazione più grande è stata quando ha avuto, finalmente, la possibilità di agire con ancora più concretezza per la sua città, grazie all’elezione a sindaco, avvenuta il 16 dicembre 1978. L’entusiasmo, purtroppo, fu di breve durata, perché la notte tra il 25 e il 26 maggio 1979, a causa di un malore improvviso morì, a soli 51 anni, lasciando familiari e amici nella più totale disperazione.

Che padre è stato Oreste Sorace? 

Mio padre era un uomo di poche parole, ma di grande esempi. Ci amava di un amore intenso e per molti versi unico. Era dolce ed affettuoso, presente in ogni area della nostra vita, autorevole, ma non autoritario. Per lui la famiglia era sacra, tant’è che l’ultimo pensiero prima di morire è stato per noi figli sotto forma di una ultima raccomandazione a mia madre, alla quale passava il testimone con la speranza, in cuor suo, che noi, anche se giovanissimi, potessimo raccogliere e fare nostri i suoi preziosi insegnamenti.

Qual erano le qualità più belle di suo padre? 

Credo di non avere mai incontrato  una persona altrettanto integra e retta, sempre leale, senza nessuna  meschinità. Un uomo eccezionale per virtù umane, impegno, saggezza e  determinazione nel fare politica, per dedizione e forza di legame con la sua terra e con i problemi dei più deboli.

Cosa non sopportava? 

Mio padre, come tutta la classe politica del suo tempo, credeva che la politica fosse servizio e non illecito arricchimento e conseguentemente rifiutava il compromesso, ed il malaffare nella certezza che  esistano valori superiori quali la libertà, la democrazia e la giustizia sociale che  vanno sempre e comunque tutelati.

Com’è nata la sua passione per la politica? 

Fin da ragazzo, grazie ad uno zio materno Oreste Badolato, esponente del mutualismo e cooperativismo provinciale e regionale, ereditò conoscenze di socialismo che approfondì anche attraverso la lettura di alcuni quaderni socialisti che riportavano il pensiero di Fourier, Saint-Simon, Proudhon e Owen. Da quel momento in poi si appassionò alla lotta operaia e all’attività sindacale, per poi dedicarsi con grande passione e trasporto all’ attività politica vera e propria.

In veste di sindaco della nostra città, cosa lo ha reso più orgoglioso? Cosa, invece, lo ha deluso?

 Penso che la cosa che lo avesse reso orgoglioso fosse stata  proprio la sua elezione a Sindaco di Siderno, poiché in questa veste avrebbe avuto la possibilità di operare per migliorare in ogni ambito il suo paese. La cosa che più lo deludeva era quando il suo entusiasmo ed il suo impegno, la sua  visione politica venivano ostacolati da contrasti politici interni.

Cosa amava di più di Siderno? 

Mio padre nutriva un amore sviscerato per il suo  paese che per lui rappresentava il centro del mondo. Non so dirle cosa prediligesse in particolare di Siderno, ma penso che lo amasse in toto con la speranza di poterlo fare sempre più progredire sotto ogni aspetto sociale, culturale, turistico e renderlo un punto di riferimento per i paesi limitrofi.

Quali sono state le decisioni più importanti presi durante la sua attività politica? Ritengo  che l’attività più importante per la quale viene ancora ricordato sia la creazione dell’ Ospedale Civile di Siderno, per molti anni oasi di buona sanità, che nella qualità  di Commissario è riuscito a realizzare nel giro di appena due anni.

Cosa le manca di più di suo padre e cosa ha significato perderlo così all’improvviso? La perdita di un padre è un momento molto doloroso, soprattutto quando avviene prematuramente. I genitori sono un punto fermo nella vita di ciascuno di noi e la loro mancanza lascia un vuoto incolmabile che niente e nessuno potrà mai riempire. Trovare le parole per descrivere un tale dolore è impossibile. Mio padre mi manca ogni giorno, ci manca ogni giorno ma  certamente il suo sguardo complice, ed attento nelle nostre conversazioni familiari era per noi speciale.

Quale insegnamento più importante le ha lasciato? 

Tutto quello che ho avuto  da lui è un immensa eredità di valori, di comportamenti, di gesti e di azioni e per tutto questo io non finirò mai di ringraziarlo. Viviamo in un periodo storico  nel quale pare si sia persa la memoria della nostra storia e della nostra tradizione politica. Per tale motivo, voglio pubblicamente ringraziarla per l’iniziativa della “Riviera” di ricordare le personalità politiche che hanno fatto grande Siderno, affinché possa essere da stimolo e da esempio per le generazioni future.

“La storia è la memoria di un popolo e senza una memoria l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore”. (Malcom X)

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