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Peppino Brugnano: il professore con la passione per il socialismo

Peppino Brugnano  è stato  sindaco di Siderno per 15 mesi: dal 9 luglio 1979 al 5 settembre 1980, in seguito alla prematura e improvvisa scomparsa di Oreste Sorace. È stato un altro esempio di uomo che ha trascorso la sua vita con il solo obiettivo di migliorare il nostro territorio e con tenacia e determinazione, ha raggiunto risultati importanti.

Ogni settimana scopro come Siderno sia stata, profondamente, ricca di uomini straordinari, uomini che guardavano alla politica non per proprio cornaconto personale, ma come uno strumento per far del bene al proprio paese. In questo articolo il protagonista sarà Peppino Brugnano, nato a Siderno il 4 aprile del 1915, è stato il professore con la passione per il latino, il greco e il socialismo. Dalle parole del figlio Luigi ne esce fuori la figura di un uomo speciale, ricco di valori, determinato, ma soprattutto quella di un padre amorevole.

Il primo ricordo che le viene in mente di suo padre?

Quando penso a mio padre, e mi accade di continuo, lo rivedo alla sua scrivania con un libro, di letteratura greca o latina o un testo di un autore greco o latino, intento a tenere lezione ad uno dei tanti giovani che da lui e grazie a lui hanno imparato di latino e greco e ad amare queste lingue. Oppure, ancora lo rivedo alla guida della sua cinquecento mentre io, ragazzino, sdraiato a pancia in su sul sedile posteriore dell’auto guardavo scorrere le immagini dei paesi che attraversava di ritorno da Reggio Calabria dove, come Consigliere o Assessore alla Provincia si recava settimanalmente percorrendo la S.S. 106 ionica dalla carreggiata strettissima ed a bauletto.

Che padre è stato Peppino Brugnano?

Un padre buono e generoso, autorevole e mai autoritario (da Lui non ho mai avuto neppure un buffetto … e sì che me ne sarei meritato più di uno!), protettivo ed attento alle nostre ansie giovanili, sempre alle prese con questioni estremamente importanti che lo tenevano troppo a lungo lontano da casa. Un padre che, noi figli da giovani, percepivamo come un missionario” tanto il suo tempo ed il suo impegno erano dedicati al suo Paese ed agli altri. Un padre che ha avuto la fortuna, ed il merito di aver avuto per compagna di vita una donna straordinaria come mia madre.

Quale insegnamento più importante le ha lasciato?

Il rispetto ed il culto dei valori, dell’onestà (che paga sempre), della dignità dell’essere umano qualunque sia la sua condizione sociale, il suo credo, la sua razza. Mi ha insegnato che avere un ideale e perseguirlo con coerenza, credendoci per la vita, dà un senso all’intera esistenza terrena.

Com’è nata la sua passione per il socialismo?

È nata in maniera quasi naturale, come in quasi tutti i giovani (bellissima e calzante in tal senso la storia raccontata da Gabriele Salvatores nel film Mediterraneo) che, nell’immediato dopoguerra di ritorno dal Fronte (mio Padre fece miracolosamente ritorno a casa nel 1945, da Alpino da Postumia, con una scheggia conficcata nel tallone: un pezzo di ferro nero, spigoloso e tagliente che, una volta estratto dalle carni, teneva in uno scatolino di un cassetto della scrivania e che io, a differenza del mio genitore che non ne fece mai un vanto, spesso mostravo orgoglioso ai miei amici), ambivano e sognavano la ricostruzione di un Paese in cui fossero salvi i valori della libertà, della pace, della giustizia sociale. Mio padre è stato uno dei riferimenti più sinceri ed amati del socialismo ionico del dopoguerra.

Cosa amava di più di Siderno; cosa, invece, non tollerava?

Di Siderno mio padre ha amato tutto, tanto da dedicarle la vita rinunciando a compiere scelte, che pure gli si erano presentate, che gli avrebbero assicurato prospettive personali e professionali vantaggiose e gratificanti, ma che lo avrebbero condotto lontano e fuori Regione. Anche gli aspetti meno favorevoli di Siderno erano vissuti con la convinzione di poterli correggere e, attraverso l’impegno politico amministrativo e sociale, condurli a soluzione in logiche positive. 

Quali sono state le iniziative più importanti prese nella sua carriera politica?

È difficile tracciare in poche righe il senso dell’impegno politico di una vita intera. Peppino Brugnano, che disponeva di una raffinata capacità oratoria, nella sua azione di amministratore, contrariamente a quanto spesso si racconta, fu molto pragmatico e capace di realizzare risultati concreti anche se, per sua natura, non ne traeva vanto o motivo di autocelebrazione. Egli non concepì mai la politica come occasione di “carriera”, bensì come “servizio” verso la comunità e le classi più svantaggiate.

Cosa ha significato per suo padre sostituire, all’improvviso, Oreste Sorace scomparso prematuramente?

Fu un momento estremamente sofferto e doloroso. La morte improvvisa di Oreste Sorace, che di mio padre era nipote, nel pieno del suo impegno di amministratore fu una tragedia anzitutto per la sua famiglia, ed in secondo luogo per Siderno, il cui destino mutò irrimediabilmente. In quella occasione in mio padre, che in tutto l’arco del suo impegno politico non aveva mai rincorso o preteso cariche, prevalse, ancora una volta, lo spirito di servizio verso la sua gente per contribuire a superare un momento difficile sia sotto l’aspetto politico che amministrativo. Fu la sua ultima occasione perché, portata a termine quella fatica, con le elezioni del 1980 lasciò la politica attiva.

In veste di sindaco, quali sono state le decisioni più importanti che ha preso?

L’ Amministrazione Comunale guidata da mio padre, riuscì a realizzare importanti risultati quali: l’approvazione del Piano Regolatore Generale (per la prima volta nella Storia Repubblicana di Siderno e dopo un  ampio dibattito e confronto che coinvolse tutta la cittadinanza), il P.I.P (Piano Insediamenti Produttivi), importanti infrastrutture sportive (penso alla pista di atletica leggera in tartan e ad otto corsie, all’epoca tra le più importanti del Sud). Ma, soprattutto, con la Sua azione amministrativa riuscì a riportare il dibattito politico in un clima di normalità che preparò le elezioni amministrative del 1980 nelle quali l’allora P.S.I. conquistò la maggioranza assoluta al Comune.

Suo padre è stato anche professore e preside. Com’è stato in quelle vesti?

Mio padre viene raccontato per lo più come politico ma, in effetti, fu principalmente Uomo di Scuola. Alla Scuola, ed a tante generazioni di studenti (tra cui Walter Pedullà ed Armando La Torre), dedicò tutto il suo impegno. Con Lui preside fu costruita ed avviata la Scuola Media G. Pedullà a Siderno e, ancora, con Lui preside, fu costruita ed avviata la Scuola Media che a Marina di Gioiosa Jonica porta il Suo nome, intitolazione dovuta all’impegno di una classe di Docenti straordinari, del Dottor Andrea Quattrone, vero artefice dell’iniziativa, degli illuminati Amministratori di quella bella cittadina e della riconoscenza di quella Comunità.

Cosa le manca di più di suo padre?

Tutto.

Peppino Brugnano è morto il 30 gennaio 1986 lasciando la moglie, i tre figli Beatrice, Luigi e Rachele, ed tutta una comunità che, da qual momento, ha perso un altro uomo che ha agito per il bene di Siderno.

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