Lettera di un professore dell’istituto Marconi di Siderno, in cui viene sottolineata come si creerebbe una situazione di disagio per gli studenti, se l’istituto dovesse ospitare atre scuole
Questa mia missiva, non vuole essere una polemica ma una sorta di monito, nei confronti di tutte le istituzioni, che amministrano direttamente ed indirettamente il comparto della scuola. Quindi mi rivolgo agli enti comunali regionali e metropolitani, che sono coinvolti sulle problematiche della scuola, problematiche spesso trascinate da anni, e a volte problemi scaturiti da necessità sociali. L’Italia sta attraversando una cruenta battaglia nei confronti di una grande pandemia mondiale, ed è con grande orgoglio italiano ed istituzionale che piano piano cerca di risollevarsi , ma se da un lato L’Italia e stato ed è un grande paese, dove da necessità ha saputo da sempre ricavare virtù ed esempio per tutto il mondo; dall’altro lato il nostro grande paese vive e combatte in un turbinio di contrasti socio culturali, che spesso mettono in imbarazzo le diverse istituzioni.
Fatta questa breve premessa, il mio sfogo è la liberazionemia intima, personale, di un docente che crede nelle istituzioni E nel dialogo; quando c’è dialogo tutto si fa e nel migliore dei modi senza, penalizzare nessuno, specie la parte più debole della nostra società. Proprio così carissimi, quando manca il dialogo a fare le spese sono sempre i più deboli. Nel nostro caso i più deboli sono i nostri alunni, che in un territorio martoriato da una cruda realtà, si trovano spesso messi in secondo luogo, dalle istituzioni e da chi a livello amministrativo, sia centrale che periferico, fa orecchio da mercante. Viviamo oggi, in una sorta di limbo sia mediatico che istituzionale, dove spesso le stesse non dialogo con gli enti locali, ma quel che è più grave è, che le istituzioni non dialogano in primis, con i diversi consigli d’istituto e con i rispettivi dirigenti. Ciò comporta, molto spesso, delle decisioni opinabili, che danneggiano i nostri cari alunni. A pochi giorni dell’inizio dell’anno scolastico ci viene quasi ordinato, e tra l’altro senza interpellare il nostro consiglio d’istituto, di adattare in fretta e furia il nostro plesso ad ospitare altre scuole sottraendo ai nostri alunni che già hanno i propri spazi al limite, alcune aule e qualche laboratorio. Il nostro istituto è stato sempre sinonimo di dialogo e di altruismo, in virtù di questo, l’ istituto è ben lieto di mettersi a disposizione anche per altri, ma si trova in un certo imbarazzo perché, lo stesso ha una considerevole mole di alunni e di iscrizioni; alla luce di questi aspetti, l’istituto e il rispettivo consiglio, sì aspettava una forma di dialogo ad oggi mancata da parte delle istituzioni in primis, da parte della città metropolitana. Questo dialogo, purtroppo mancato, sarebbe stato utile se non essenziale a trovare, una soluzione equa per tutti specie per le categorie più deboli quali sono i disabili; tale categoria sempre tutelata e messa al primo posto delle priorità del nostro istituto, la paura è che apportando delle significative modifiche strutturali interne al nostro istituto, queste categorie, a mio personale giudizio, sono messe un tantino in difficoltà, visto che dobbiamo adattare il nostro plesso ad ospitare altre scuole, ciò significherebbe cambiare parte della fisionomia interna dell’istituto creando disaggi logistici per i disabili e per il personale che si troverebbe ad operare in spazi ridotti, quindi la mia non vuole essere una polemica ma un appello al dialogo, un dialogo costruttivo che sicuramente potrebbe portare delle soluzioni ottimali per tutti. Facendo appello a tutte le istituzioni mi auguro che qualcuno prenda una presa di coscienza e non declassi questa grande istituzione quale è l’istituto Marconi di Siderno, che con grande professionalità e senso di sacrificio ha ormai da tantissimi anni reso grande non solo Siderno, ma tutto il territorio della Locride offrendo professionalità e serietà a tutta la collettività… quindi tuteliamo e promoviamo questa grande istituzione,non affossiamo ciò che con sacrificio abbiamo ottenuto, manteniamo ciò che c’è di buono nella città di Siderno.
Concludo con i saluti più cari ed affettuosi a tutti fatti non da un professore, ma da una persona che ha a cuore la scuola e gli alunni, che affettuosamente considera tutti come suoi figli.
Professore Giuseppe Aversa