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martedì, Aprile 30, 2024
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La riforma Cartabia supera l’oscurantismo di Bonafede

La settimana scorsa si è concluso il processo “Gotha” che ha retto al 50% al primo grado di giudizio, cioè su trenta imputati quindici sono i condannati e altrettanto gli assolti. Molti degli assolti, prima della vicenda che li ha visti coinvolti, non erano mai stati in un’aula di giustizia. Per esempio, uno stimato primario di cardiochirurgia, Enzo Amodeo; un ex presidente della Provincia, Raffa; un senatore della Repubblica Caridi; una giornalista come Teresa Munari. La Riforma Cartabia rappresenta sicuramente un riforma di civiltà, un notevole passo avanti, dopo l’oscurantismo di BonafedeIl fior fiore degli studiosi meridionali hanno denunciato, che in seguito al Recovery le distanze tra Nord e Sud aumenteranno sensibilmente. Sembra, infatti,che su appena 23(?) miliardi destinati al Sud, poco meno della metà ritorneranno subito al Nord per l’acquisto di manufatti. Personalmente sono stato sempre convinto che il nostro problema non siano i fondi, quanto la necessità di cambiare un modello di sviluppo che oggettivamente ci penalizza. In questi anni su un piccolo giornale di provincia (anzi di “Strapaese”) come “Riviera” si è formata una modesta scuola di pensiero grazie soprattutto a Nicola Zitara, ed a Pasquino Crupima continuata, siapure con grandi difficoltà,sino ai nostri giorni e che ha cercato di spiegare come la presenza della criminalità sul nostro territorio nasca dalla mancata risoluzione della questione meridionale. Non a caso, in questi anni si ècercato (con successo) di servirsi delle “Facce feroci” di segno diverso per nascondere la progressiva riduzione della Calabria a colonia interna. La Riforma Cartabia, (così come il Recovery), rappresenta sicuramente un riforma di civiltà. Un notevole passo avanti, dopo l’oscurantismo di Bonafede, ma destinata ad avere ricadute diverse tra il Nord ed il Sud del Paese. Nel dibattito, di questi giorni, tale aspetto non è stato trattato anche perché, ad uscir fuori dal coro, si rischia di passare per mafioso o amico dei mafiosi. Cerco di spiegarmi meglio. Il processo per reati di mafia è regolamentato in maniera molto più severo rispetto ai reati comuni. La riforma Cartabia, per disinnescare, l’assalto dei PM e di alcune forze politiche,che cavalcano il peggiorepopulismo rende praticamente imprescrivibili i reati di mafia. Si giustifica il diverso trattamento per il fatto che, essendo la mafia un’organizzazione (a delinquere) presente da tempo e radicata in un determinato posto, i crimini commessi degli affiliati, oltre che essere odiosi come tutti gli altri, hanno come fine il controllo del territorio sottraendolo di fatto allo Stato. Quindi lo Stato è “Naturalmente” in guerra con la mafia, ed il processo viene considerato un momento di tale guerra. Non sono un giurista e guardo il problema dal punto di vista dell’uomo comune e rilevo che prima della sentenza definitiva tutti gli imputati dovrebbero essere considerati innocentie come, la storia recente dimostra, in buona parte lo sono.

Faccio un esempio. La settimana scorsa a Reggio Calabria si è concluso il processo “Gotha” che ha retto al 50% al primo grado di giudizio. Cioè su trenta imputati quindici sono i condannati e altrettanto gli assolti. I gradi successivi ci daranno un quadro definitivo,anche se alcune perplessità mi sembrano legittime. Molti degli assolti, prima della vicenda che li ha visti coinvolti, non erano mai stati in un’aula di giustizia. Per esempio, tra di loro è “Capitato” uno stimato primario di cardiochirurgia, Enzo Amodeo; un ex presidente della Provincia, Raffa; un senatore della Repubblica Caridi; una giornalista come Teresa Munari. Caridi ha trascorso qualche anno in carcere, complici dei parlamentari pavidi, che oggi guardandosi allo specchio dovrebbero provare un po’ di vergogna. Tutti sono stati sotto processo per anni in quanto sospettati di essere mafiosi. Se il processo Gotha fosse stato regolamentato dalla riforma Cartabia, dinanzi ad un possibile appello della Procura, Caridi, Raffa e tutti gli altri verrebbero tenuti sotto processo per altri 18 anni e poi per altri 18 ancora, con l’accusa di mafia sulla testa. Ma è umano che ciò accada? E perché queste persone dovrebbero essere trattati riguardo i tempi del processo, molto peggio degli assassini seriali, degli stupratori, dai pedofili? È legittimo tenerli sotto processo avita? Badate, non si tratta di un “Danno collaterale” accettabile pur di combattere la mafia,ma di un abuso che ha come logica conseguenza la legittimazione, ed il rafforzamento della mafia. Parliamoci chiaramentee senza ipocrisia, agli occhi di Amodeo, di Caridi o di Raffa, presumo che lo Stato sarà una presenza tirannica di gran lunga peggiore della mafia e, sicuramente, da vicende come queste, il vero fronte antimafia uscirà molto indebolito.

Puoi leggere l’articolo integrale di Ilario Ammendolia sul nuovo numero della Riviera clicca quì.

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