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sabato, Aprile 27, 2024
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Digital divide, il punto della situazione in Calabria

Quello del digital divide è uno dei maggiori problemi che affligge alcune aree geografiche e fasce sociali in Italia e nel mondo: in un’epoca come quella che stiamo vivendo, caratterizzata dall’uso del digitale in tantissimi ambiti della vita quotidiana, il divario nelle possibilità di accesso al web rischia di diventare l’ennesimo motivo di disuguaglianza e impedire un eguale sviluppo economico e sociale tra le diverse categorie. Ma qual è attualmente la situazione della Calabria? La regione sta superando le difficoltà riscontrate negli anni passati rispetto al resto del Paese?

 

Che cos’è il digital divide

Prima di analizzare nel dettaglio la situazione calabrese, è importante capire che cos’è e cosa comporta il digital divide oggi. Con questa espressione, traducibile in italiano come “divario digitale”, si fa riferimento alle disparità di accesso alla rete internet, intendendo in realtà esclusioni sia parziali che totali e diverse tipologie di problemi che impediscono la connessione al web.

Il tema, già ampiamente discusso sin dalla prima fase di diffusione di internet e, via via, con l’incremento dell’ampiezza di banda, è divenuto ancor più centrale in quest’ultimo triennio, quando anche a causa dell’emergenza pandemica per molte persone si è reso necessario l’accesso alla rete per lavorare e studiare a distanza, richiedere assistenza sanitaria e utilizzare tanti altri servizi, dallo shopping a quelli di intrattenimento, temporaneamente indisponibili nel “mondo fisico”.

La portata del fenomeno è evidente e basta guardare ai numeri registrati in molti settori online

per capire quanto sia cresciuta la domanda dei servizi digitali: nel campo dei giochi online, per esempio, le sale casinò hanno conosciuto un vero e proprio boom, portando nelle case e sui dispositivi un’ampia varietà di passatempi di stampo tradizionale, come giochi di carte e slot machine, trasformando l’idea stessa di divertimento. In tanti, per trascorrere il tempo libero, si sono registrati alle piattaforme di genere per provare slot gratis online così come per prendere parte a veri tornei multiplayer, decretando il successo di una proposta già presente da anni ma oggi ancora più richiesta.

Al di là dell’intrattenimento, in maniera simile il mercato si è ampliato in molti altri ambiti, dal privato al pubblico, rendendo necessaria per molte più persone la connessione a internet veloce e riaccendendo i riflettori proprio sul digital divide a livello nazionale e locale.

 Digital divide: le cause infrastrutturali e sociali

Per comprendere ancora meglio il problema del digital divide occorre capire poi quali siano le reali cause, che possono essere ricondotte a due fattori fondamentali. Il primo è senza dubbio quello delle infrastrutture, ossia della diffusione più o meno capillare delle tecnologie che permettono di accedere a internet nel modo più veloce possibile, che spesso pone l’accento sull’arretratezza delle aree più interne del Paese rispetto ai grandi centri e alle zone costiere. In secondo luogo vanno considerati aspetti sociali e culturali, legati per esempio all’età, al titolo di studio e al reddito, ai quali in genere si lega anche la maggiore o minore propensione all’uso delle nuove tecnologie.

Tenendo conto di tutti questi elementi, le istituzioni e le aziende private sono state dunque chiamate in questi anni a un ulteriore sforzo affinché un’ampia fetta della popolazione non venisse tagliata fuori da servizi divenuti ancora più essenziali, con il rischio concreto di creare nuove forme di disuguaglianza, esclusione e discriminazione.

Divario digitale, la situazione calabrese

La Calabria è purtroppo storicamente una delle regioni italiane più svantaggiate dal punto di vista delle infrastrutture, che si tratti di strade, ferrovie o rete internet. La copertura, stando al più recente Rapporto Svimez nel capitolo dedicato proprio al digital divide, risulta infatti essere attualmente tra le più basse in Italia, con una percentuale del 30% nettamente inferiore alla media nazionale, il che rischia di diventare un pericoloso fattore di ulteriore arretramento della regione anche a livello di competitività economica.

Non solo, il territorio calabrese così come gran parte del Mezzogiorno paga anche un basso livello di competenze digitali e, dunque, una larga parte di popolazione che sa utilizzare poco internet (addirittura il 4,4% con nessuna conoscenza digitale e il 47,9% con competenze basse), dato che si traduce anche in un minore uso dei servizi digitali (solo il 67% dei calabresi usa regolarmente internet contro una media del sud Italia del 70% e di circa l’80% al nord). C’è da osservare però anche un netto aumento di tale percentuale, circa +26%, nel giro di una decina d’anni, favorito dal ricambio generazionale e dai maggiori investimenti effettuati nell’ottica di migliorare la situazione.

Da questo punto di vista, determinante sarà il corretto utilizzo delle risorse provenienti dal PNRR per la transizione digitale, cifre importanti che potranno permettere di colmare il gap sia infrastrutturale che culturale riavvicinando la Calabria al resto d’Italia.

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