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sabato, Aprile 27, 2024
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FACCI, APACHE, STRISCE, PRESIDENTE DEL SENATO E ALTRE AMENITÀ

Non ho il televisore a casa da più di 20 anni, esattamente non seguo un talk show in TV da quella sera in cui Silvio Berlusconi ha ridicolizzato, steso e annientato Santoro e Travaglio con la gag della pulizia della poltroncina dalla quale si era appena alzato Travaglio. Tutto questo per dirvi che ho fatto fatica a capire chi è questo Filippo Facci di cui tanto si parla in questi giorni. Gugolando ho scoperto che, da craxiano militante, era passato agli onori delle cronache per le forti polemiche seguite ai suoi attacchi alla magistratura; di recente i vertici Rai starebbero «riflettendo» sull’opportunità di affidargli la striscia prima del Tg2 delle 13. Affetto da incontinenza verbale cronica, ha scritto nei giorni scorsi un articolo su “Libero” (e dove sennò? …), che ha provocato commenti indignati, sulla vicenda che vede coinvolto il figlio di Ignazio La Russa (inopinatamente Presidente del Senato). Partendo dalla premessa (che però trovo ampiamente condivisibile) che “le violenze sessuali siano ormai difficili da giudicare anche perché la presenza della droga rende «equivoca» la vicenda” scrive: “si confronteranno due verità e risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa (una famiglia, una tribù)”. Fermo restando che, pur avendo fatto dell’adesione al politicamente scorretto una professione di fede, potrei anche a capire le reazioni indignate levatesi dal settore sinistro e dalle varie associazioni femministe, rimango però basito nel rilevare la totale indifferenza di tutte queste anime belle nei confronti del vero problema. Un antico proverbio orientale dice che quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito; beninteso che non intendo certo dare del saggio al Facci, qualcuno mi dovrebbe spiegare perchè le cronache e i commenti debbano completamente ignorare la presenza massiccia della cocaina nella vita quotidiana di questo paese. Teneri rampolli, figli di papà della Milano che prima era da bere e ora è da sniffare, passano beatamente le loro serate in circoli esclusivi (con retta mensile mai inferiore ai 500 euro) ed alternano sniffate di cocaina a succhiate di cocktail “stupefacenti”. I sepolcri imbiancati che hanno commentato la vicenda e attaccato Facci, hanno ipocritamente sorvolato sul contenuto dei messaggi scambiati dalla ragazza con l’amica su WhatsApp, nei quali ammette candidamente di essere abituale consumatrice di cocaina e si stupisce dell’effetto particolare che ne era derivato quella sera in cui si è ritrovata strafatta e nuda in un letto nella casa del Presidente del Senato. Ma di che stiamo parlando? Ma ci vogliamo rendere conto di come siamo ridotti? Vogliamo ammettere una volta per tutte che questa Generazione Z, marcia fino al midollo, è figlia di una classe dirigente corrotta dagli effetti della selvaggia deriva liberista del capitalismo? È inutile girarci attorno: la cocaina è il carburante di un sistema sociale caratterizzato da repentini cambiamenti, evoluzioni e accelerazioni che producono un forte senso di inadeguatezza ed esigono l’utilizzo di sostanze psicoattive. La violenza sessuale, la violenza fisica, gli incidenti, le morti improvvise ne sono il tragico prodotto.

rev. Frank

 

 

 

 

 

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