fbpx
giovedì, Maggio 2, 2024
spot_img
HomeCalabriaLa battaglia di Cuperlo

La battaglia di Cuperlo

Tra meno di un mese (forse) gli iscritti al PD (solo loro) voteranno per il nuovo segretario e la novità è quella di Gianni Cuperlo candidato, che si aggiunge agli altri tre già in corsa. Gianni Cuperlo, due giorni fa è stato in Calabria, si tratta di una candidatura che faccia un asse del dibattito interno quanto mai opportuna.

Tra meno di un mese (forse) gli iscritti al PD (solo loro) voteranno per il nuovo segretario e la novità è quella di Gianni Cuperlo candidato, che si aggiunge agli altri tre già in corsa.

Perché’ sia importante la candidatura di Cuperlo, che due giorni fa è stato in Calabria accolto con grande entusiasmo, noi lo spieghiamo oggi ai lettori della Riviera con le sue stesse parole: cioè con alcuni estratti di una sua lunghissima intervista di un paio di mesi fa, dopo le disastrose elezioni di settembre, al blog Strisciarossa. Tanto per farvi un’idea della caratura del personaggio.

Dice, dunque, così Cuperlo: ‘’…Quel 19 per cento del Pd in buona misura è il consuntivo di una strategia poggiata su premesse errate sul versante dell’analisi di processi destinati ad incidere sull’economia reale, dei livelli di sfruttamento e produttività, della stessa struttura di un welfare inabile a redistribuire risorse oltre il perimetro della fascia sociale già garantita. Lì, precisamente in quel divorzio tra bisogni e rappresentanza, si incunea una destra che individua il nemico da colpire: una volta sceglie i migranti, la puntata dopo la burocrazia di Bruxelles o i vaccini. Pensare che dopo la doppia batosta del 2018 e delle scorse elezioni tutto sta a scegliere tra Conte e Calenda, prima che andare a farfalle, è la rinuncia a esercitare la funzione di un gruppo dirigente, che invece sarebbe indicare una rotta come espressione della propria identità. Insomma: chi sei e quale parte di società ti candidi a rappresentare, promuovere nelle tutele, emancipare nei diritti. Qualcuno lo ha scritto meglio: non siamo divenuti il partito dei ceti medi, ma un partito di ceti medi. Proprio nella selezione della classe dirigente. Trovami un operaio eletto… Da questo punto di vista c’è stata una regressione di oltre un secolo di storia. (…) Io vorrei un congresso centrato su questi snodi per scegliere finalmente chi siamo. Non un concorso ai gazebo con filiere di correnti a spolparsi l’osso di una tradizione dissipata. Se ci contentiamo di quello temo che la discesa proseguirà e non sarà neppure lenta. Da questo punto di vista, forse, la parabola dei socialisti francesi qualcosa dovrebbe insegnare. Se non altro la consapevolezza di una possibile caduta del consenso che, a torto, riteniamo dote ereditata e indisponibile. Perché così non è più, e da tempo. (…) Possiamo riuscirci se ci carichiamo il peso di quella emergenza sociale che non tollera soluzioni timide o minimali. Sei milioni di poveri sono una vergogna morale prima che un freno alla crescita. Salari inchiodati, morti sul lavoro derubricati a sistema, sono una priorità. Come lo è rivendicare un’Europa integrata nella scienza, nel garantire la salute, nelle politiche fiscali. Penso che tutte le nostre decisioni dipendano da questa premessa: se siamo convinti di interpretare una sinistra piantata nei conflitti aperti, senza la quale anche la più coraggiosa cultura delle libertà non è in grado di arginare una destra di governo che il 25 aprile non si alzerà in piedi. E però fammi aggiungere che fare chiarezza su questo vuol dire leggere la parabola degli anni alle spalle. Pronunciare finalmente un giudizio sulla politica che è stata seguita e sulla cultura che l’ha sorretta. Perché il tema non è prendere oggi le distanze dal Jobs Act (che io con pochi altri non ho votato). Il giudizio da dare riguarda l’intera strategia che puntava a modernizzare il Paese tramite il potere concentrato nel governo mentre i corpi intermedi ridotti a megafono di interessi particolari o corporativi. La scelta non è tra Mélenchon e Macron. Questo lasciamolo credere a Conte, Calenda, Renzi. Il tema è ricostruire la politica nella società perché solo questo mette in sicurezza la democrazia. La destra non ha interesse a farlo. Noi sì. C’è un problema di selezione della classe dirigente che riguarda donne e uomini e c’è un fallimento della classe dirigente maschile. Tutti siamo responsabili, ma non siamo tutti uguali, c’è chi ha avuto responsabilità apicali e la classe dirigente nelle posizioni apicali lasci campo ad altri, uomini e donne. Alla fine, però, la percezione da parte di un pezzo del nostro mondo è stata che l’obiettivo del governo da mezzo fosse divenuto il fine ultimo della nostra iniziativa. E questo prezzo lo abbiamo pagato nelle urne. Il congresso deve servire anche a ricostruire dall’opposizione l’identità di una forza che con umiltà è capace di rimettersi in sintonia con la parte di paese che ci candidiamo a rappresentare’’.

Fin qui il Cuperlo pensiero, che trovate in larga misura illustrato nel mio ultimo libro scritto assieme a Massimo Tigani ‘’Questioni sociali e nuova sinistra’’ (scusate la propaganda, ma è solo per indicare un testo più lungo ed esaustivo). Oggi la sinistra europea, con il Psoe spagnolo come punta di lancia, sta scrollandosi di dosso il torpore di una lunga acquiescenza alle coordinate politico-valoriali dell’establishment economico-finanziario. Il tema del lavoro, in tutte le sue sfaccettature, torna di prepotenza nell’arena politica. Per molto, troppo, tempo il Pd e i suoi antecedenti hanno trascurato le domande e i bisogni delle classi sottoprivilegiate, confondendole e stigmatizzandole come populiste. In Italia i salari sono fermi da trent’anni (mentre in Germania e Francia sono cresciuti del 30 per cento) ma, al contempo, sono aumentate le disponibilità economiche delle fasce più ricche. La stagnazione del Pil non è stata uguale per tutti. Il Pd non può riprendersi se non attaccando a fondo le disuguaglianze crescenti che, tra l’altro, questa vergognosa legge finanziaria accresce ulteriormente (Piero Ignazi).

Per rinforzare questa politica neolaburista una candidatura che metta al centro tali aspetti e ne faccia un asse del dibattito interno è, dunque, quanto mai opportuna ed è quella appunto di Gianni Cuperlo.

- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
- Spazio disponibile -
ARTICOLI CORRELATI
- Spazio disponibile -

Le PIU' LETTE

- Spazio disponibile -