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mercoledì, Maggio 15, 2024
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L’ingiustizia regna sovrana in Calabria: Le Camere Penali indicono sciopero

Anche le Camere Penali, con in testa quella di Catanzaro, si sono stancate delle continue ingiustizie in atto nella nostra Regione. Processi mediatici, arresti senza senso, maxi operazioni discutibili e fatte un giorno sì e l’altro pure, legge della “presunzione di colpevolezza” e via discorrendo, hanno stufato ormai tutti.

L’astensione dei penalisti dalle udienze e la programmazione di manifestazioni e iniziative politiche in tutto il territorio giudiziario della Calabria sono fissati per il giorno 20 luglio.

Ecco ora le motivazioni della nota ufficiale delle Camere Penali:

                                                        Preso atto

– che è oramai quotidiana la concentrazione mediatica rivolta esclusivamente alle
cosiddette maxi-operazioni distrettuali calabresi, veri e propri bastimenti in cui vengono
“ammassati” esseri umani considerati e trattati come presunti colpevoli;
– che la nostra regione è oramai divenuta la Calabria giudiziaria delle centinaia di
ordini di cattura eseguiti nottetempo, nell’ambito di quei maxi-processi -meglio definibili
processi straordinari in cui vengono concentrati presunti innocenti in forza di una
interpretazione giuridicamente eccentrica, da parte della pubblica accusa, dell’istituto della
connessione, che rende tutto (mafiosamente e non teleologicamente) connesso;
– che siffatta forma di incostituzionale ma efficace “presunzione di colpevolezza” è
lo stigma dedicato agli “ammassati” in questi processi extra-ordinem, svolti -non più in aule di giustizia ma- in “aule-bunker”, non solo evocative della certezza della colpevolezza degli
accusati, quanto e soprattutto divenute centri di attrazione mediatica proprio della Calabria
giudiziaria;
– che, in tale contesto, la spettacolarizzazione del maxi-processo nella “terra di
Calabria” ha raggiunto la più elevata e inimmaginabile vetta con la recente diretta televisiva delle richieste di condanna nel procedimento denominato “Rinascita Scott”, “a reti mediatiche unificate” per garantirne l’ascolto da talk-show di prima serata, sottoponendo gli imputati alla ulteriore chemioterapica obliterazione, anche e soprattutto sociale, della
presunzione di innocenza;

                                                           considerato

l’utilizzo di tale forma di mediaticità della giustizia calabrese una vera e propria “arma
di distrazione di massa” in grado di impedire all’opinione pubblica di conoscere il reale
stato della giustizia penale della nostra regione e, nello specifico, del distretto della
Corte di Appello di Catanzaro, in cui, invero, si assiste alla concreta demolizione dei
diritti dei cittadini indagati e imputati che formulano istanze di libertà nonché dei
cittadini che sono stati “sequestrati dallo Stato” ossia le persone che sono state
ingiustamente detenute mediante provvedimenti giudiziari che si sono rivelati …
sbagliati, errati;

rilevato
–  che le istanze di libertà rivolte da presunti innocenti -persone indagate e imputate
sottoposte a misure cautelari personali, molte delle quali carcerarie- al più alto Organo di
giustizia di merito, il Tribunale di Catanzaro in funzione di giudice dell’appello cautelare,
subiscono un’anticamera, prima che ne sia trattato il merito, di molti mesi, con grave,
intollerabile lesione del dettato costituzionale della presunzione di non colpevolezza e del
principio della minima sofferenza;
– che analoga sorte non veniva destinata, sino a poco tempo addietro, agli appelli cautelari
proposti dall’Ufficio di Procura distrettuale, fissati, trattati e decisi con una celerità che sarebbe stata ammirevole se non avesse impattato con l’ingiustificato e incomprensibile trattamento differenziato dedicato alle istanze di libertà dei presunti innocenti; una inaccettabile metodologia che è cessata anche in seguito alle vibrate proteste dei penalisti calabresi;
– che, nell’altro ambito, che attiene alle domande di riparazione per ingiusta
detenzione presentate dalle vittime della giustizia ingiusta, persone depredate della libertà (e della propria vita) a seguito di provvedimenti giudiziari riconosciuti giuridicamente sbagliati, l’attività di monitoraggio condotta dalle Camere penali calabresi e dagli Osservatorio in seno alle stesse ha consentito di appurare dati a dir poco inimmaginabili: dinanzi alla Corte di Appello di Catanzaro “giacciono”, da anni, istanze di riparazione per ingiusta detenzione, addirittura presentate nell’anno 2021, che sono in attesa di fissazione, trattazione e decisione, configurandosi una situazione grave e intollerabile;
ritenuto che gli effetti di quest’ultimo caso di giustizia ingiusta non si limitano al detrimento del diritto del cittadino di sentirsi riconosciuto, “in nome del popolo italiano”, vittima di detenzione ingiusta, ma attengono anche ad un ambito che ha rilievo nazionale: la mancata trattazione delle “istanze riparative” ci consente di dubitare fortemente dell’improvviso virtuosismo che ha caratterizzato i recenti dati statistici delle ingiuste detenzioni del distretto della Corte di Appello di Catanzaro, che è divenuto, nell’anno 2022 -in coincidenza con il sostanziale blocco delle trattazioni delle istanze di ingiusta detenzione- da vetta (negativa) incontrastata per riconoscimenti giudiziari di ingiuste detenzioni riconosciute, a virtuoso “fanalino di coda”, con “sole” 22 riparazioni riconosciute nell’anno 2022.

La nota si conclude con l’indizione dello sciopero e la netta condanna delle violazioni dei diritti umani degli indagati che, più che come persone, vengono trattati come “numeri” a cui donare soltanto un posto sul giornale e uno in una cella.

 

 

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