Ultimo spettacolo per la rassegna artistica del “Festival delle arti della Magna Grecia” diretta dall’attore Gigi Miseferi, manifestazione che ha animato per tre mesi i principali teatri della città di Reggio Calabria offrendo al pubblico proposte artistiche e culturali volte alla riscoperta delle origini magno greche del nostro territorio attraverso il coinvolgimento di compagnie e artisti nazionali e locali, aprendo così la programmazione dedicata alle celebrazioni dei 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. Un progetto di qualità ideato e prodotto dall’associazione culturale arte e spettacolo “Calabria dietro le quinte – APS” in sinergia con i principali enti istituzionali del territorio : il Comune di Reggio Calabria, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, la Città Metropolitana di Reggio Calabria e il sostegno della Regione Calabria – PAC 2014/2020 nell’ambito dell’avviso pubblico per la distribuzione teatrale 2020.
Una rassegna teatrale diversificata che si chiuderà sabato 28 maggio alle 21 al cine-teatro metropolitano con lo spettacolo teatrale “Mamè. Storie di Calabria” realizzato dagli attori della compagnia BA17 : Sabrina Pugliese, Massimo Rotundo, Angelica Artemisia Pedatella, Fausta Toscano, Giada Guzzo, Raphael Burgo, Daniel Melaragno, con la drammaturgia e regia di Angelica Artemisia Pedatella e le musiche dal vivo di Daniel Melaragno (fisarmonica). Uno spettacolo visionario sulla terra di Calabria, in cui storia e leggenda si intrecciano nei racconti e nel canto delle sirene che vivono intorno a Mamè, la roccia-Madre. Mamè è una parola magica, un suono antico che riunisce la storia di tutti coloro che sono partiti e arrivati in terra di Calabria, che attraverso il mare e oltre le montagne hanno attivato un filo conduttore che ha reso la Calabria madre anche di comunità lontane. La terra di Calabria, rappresentata come una madre ricoperta da lunghissimi veli che va svelandosi mentre le sue figlie, le sirene, raccontano le dolorose vicende di chi è nato o è arrivato su quella terra. Una storia d’amore disperata, un naufragio, la fuga per la libertà, la ricerca delle origini, il mercato libero sono il tema dei racconti dei naufraghi, che in un magma sonoro fatto di mare, terra e suoni emergono come vicende degli umili che però hanno determinato grandi spostamenti della storia. Nello spettacolo il linguaggio audiovisivo interagisce con lo spettacolo dal vivo, realizzando un intarsio di voci, scenari e atmosfere. L’opera in generale si proietta sullo sfondo di una narrazione estremamente fisica, in grado di restituire un teatro di coreografia fortemente innovativo e in grado di creare legami inediti tra corpo e parola.