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giovedì, Ottobre 10, 2024
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La lenta agonia del gigante buono

Bruna Eugenia Filippone, presidente del comitato “DifendiAmo l’ospedale” fa un excursus approfondito sulle condizione odierne dell’ospedale di Locri facendoci riflettere su come questi sia, ad oggi, non più in grado di garantire i servizi essenziali minimi ai cittadini

Si sono alternati commissari, direttori generali, ma l’opera lenta e inesorabile di smantellamento del nostro ospedale continua senza sosta. Mai come in questo periodo si è arrivati a non garantire i livelli minimi di assistenza. La carenza di personale è il problema principale che fa si che presso la nostra struttura ormai siano davvero pochi i servizi erogati.

La cardiologia non effettua più visite esterne, per eseguire un holter cardiaco bisogna rivolgersi al privato, servizio di impianto pacemaker sospeso.

La radiologia ha solo due unità di cui una è il primario e un’unità è in prestito da Polistena. Motivo per cui se bisogna eseguire esami con mezzo di contrasto e non c’è il medico si viene mandati a Polistena. Liste di attesa per eseguire una mammografia lunghe proprio per carenza di personale, nessuna trasparenza sui tempi medi necessari per avere una prestazione, nonostante ci sia una legge (d.lgs. 33/2013 art. 41, comma 6) che imponga alle aziende sanitarie di pubblicare sul sito aziendale dette informazioni.

Dermatologia chiusa.

Il reparto di ginecologia non effettua visite ambulatoriali esterne.

Pediatria anche qui tre medici di cui uno il Primario e una cooperativa per fornire i medici a gettone non sempre in grado di fornirli per coprire i turni.

Gastroenterologia un medico che fa esami e un altro che fa solo visite, si possono effettuare solo colon, le gastro no in quanto il macchinario che era in prestito adesso è in riparazione.

Urologia 3 medici, di cui uno andrà a gennaio in pensione quindi a breve sarà difficile gestire perfino l’ordinario.

Alla luce di quanto sopra riportato ci chiediamo cosa si può fare presso il nostro ospedale???

Il personale sanitario è allo stremo, sottoposto a turni di lavoro massacranti, con il rischio di essere anche aggrediti fisicamente come accaduto di recente al pronto soccorso.  Ci chiediamo cosa c’è dietro questa continua opera di smantellamento e di chiusura di servizi.

Facciamo presente che adesso i trasferimenti sia per Polistena che per Reggio hanno un tempo ragionevole che poi sarà raddoppiato nel momento della chiusura della Limina.

In tutto questo assistiamo al dirottamento di fondi destinati al nostro ospedale verso altre strutture. Ci sentiamo figli di un Dio minore abbandonati dalle istituzioni che davanti a questo scempio fanno finta di non vedere e chi dovrebbe agire per modificare l’ordine delle cose non fa nulla.

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